Chi Sono?
È una domanda che spesso mi pongo e che volgo anche
al plurale, chi siamo?
Siamo quello che ci aspettavamo d'essere secondo le
nostre aspettative?
Oppure siamo quello che, malgrado, le nostre
aspettative non siamo riusciti ad essere?
Sembra facile dire di sé quel che si è, ma la cosa
si complica perché viviamo in uno stato di continua evoluzione che dipende non
solo da sé, ma anche dagli altri, visto che la specie umana vive in comunità e
dalla quale si attingono riflessi e riflessioni, quando, soprattutto gli altri, non hanno una visione giusta della tua
persona. Spesso dicono di te quel che tu non sei, ma quello che loro pensano
che tu sia, distorcendo la vera immagine di ciò che sei.
Quindi è difficile, se non altro, perché comunque
gli altri, influenzano chi li ascolta.
In passato, devo ammettere e dire, che mi hanno
condizionata, me malgrado, a pormi delle domande, sovente alle quali non ho trovato risposta.
Oggi per non dire dieci anni fa, anno più anno meno,
mi sono dedicata alla scrittura, anche se da sempre nutrivo passione per lo
scrivere e avevo in mente di fare questo passo, mi ci è voluta una vita per
farlo. Già, c'è voluto tanto tempo, prima di ascoltare soltanto me stessa e, per
una volta, senza tenere conto degli altri.
Deformazione ricevuta da una educazione rigida?
Forse!
Oggi scrivo romanzi, racconti, poesie, pensieri e,
fra tante altre cose, è quello che più mi piace fare, ma ciò non vuol dire che
debba escludere dalla mia quotidianità il dedicarmi ad altro, no, sono troppo innamorata
della vita e non posso non scoprirla nelle sue peculiarità poiché, come lei,
sono poliedrica, perché nella diversità nasce e si scopre la vita in tutte le
sue sfaccettature.
Vita di un pensiero, di un sogno, di un’azione… ma
poi, ad un tratto, di tanto in tanto, ricado nella domanda: Chi sono?
È una domanda che frequente riemerge dal fondo in cui l’ho parcheggiata e
nei miei pensieri primeggia un'idea, dicendomi che scoprendo me, scoprirò
forse gli altri.
Anche questo è un pensiero ricorrente ed è forse la
mia ossessione di capire chi sono, da dove sono arrivata, la vita è un caso?
Che mi fa persistere in questa direzione.
La verità? Non la so!
Dicono che il caso faccia bene le cose, ma la mia
nascita è parte del caso? È stata giusta? Cosa sono venuta a fare in questo
mondo? Potrei rispondere, ancora una volta: non lo so, ma provo comunque a
cercarne il bandolo della matassa…
Dunque, se sono oggi qui, deve pur esserci una
ragione, poiché credo che la casualità sia relativamente casuale.
Abbiamo tutti un compito ben specifico, anche se
passiamo un’esistenza a domandarci quale sia il proprio, a volte penso che la
vita possa essere paragonata a un gioco del quale siamo le pedine, mosse da una
mano sconosciuta che c’induce a fare passi di cui non ne conosciamo il
risultato.
Ma, come tutte le cose, se ne analizziamo i loro
perché, forse, riusciamo a trovare la
spiegazione.
Ad esempio la mosca, a cosa serve una mosca? Quando
sappiamo che sono fastidiose, portatrici di germi, insetto che all'uomo non
serve a niente poiché dannosa per la natura, quando depone le sue uova nei fiori
dei frutti. Inutile tormento in estate, quando il caldo appiccicoso le fa
volare e ronzare nelle orecchie durante la siesta pomeridiana, rendendola una
vera tortura.
È vero, direi che non servano assolutamente a
niente!
All'uomo! Risponderebbero gli uccelli, che si
nutrono anche di mosche e non sono i soli.
Sì ma gli uccelli a cosa servono? Anche se devo
ammettere che mi danno gioia, quando la mattina apro la finestra e li sento
cinguettare, ma ho bisogno di loro veramente? Anche loro non è che mi sembrino
utili!
Mangiano l’uva, il grano e tanti altri frutti che
l’uomo coltiva. Infatti, bisogna ingegnarsi,
mettere lo spaventapasseri perché si tengano lontano dai campi, allora a
cosa servono? Pensandoci un po’, devo
dire che quei raccolti, di cui l’uomo è tanto geloso, lo debba anche a loro.
Gli uccelli si nutrono d’insetti e non solo, alcune razze contribuiscono
all'impollinazione e a mantenere pulito il terreno dai topi, mi riferisco agli uccelli
rapaci, oppure talpe che devastano gli orti e non sono le sole. Ma le talpe a
cosa servono? Sono devastatrici e lasciano gallerie dietro di loro che possono
far sprofondare i solchi dell’orto insomma non ne vedo l’utilità! Ma ecco che
ripensandoci sento il pensiero di chi può trovare che le talpe siano a loro
utili e che dicono:
" Le talpe forse a te non servono, ma per noi
faine sì, siamo animali carnivori ed abbiamo bisogno di carne, i topi ad
esempio, oppure le galline, insomma dobbiamo vivere!"
Già, devono vivere… tutto si fa per la vita, si
ammazza anche pur di salvare la vita.
Che strano, uccidere per sopravvivere, anche l’uomo
lo fa, ammazza le bestie e ne mangia la carne, come pure i vegetariani o vegani
che non mangiano carne o qualsiasi cibo di provenienza animale, pensando così di non uccidere, ma non si rendono conto
che comunque ammazzano una pianta, un piede di lattuga, una pesca, dei
fagiolini e tantissime altre forme di vita, che servono per tenerci in vita. Se
si pensa che la vita è solo quella animale ci sbagliamo e di grosso! L’errore
si fa soltanto perché pensiamo che solo ammazzare un animale sia un atto atroce
perché gli togliamo la vita, solo per vivere e versiamo il loro sangue, un
liquido che permette di vivere, anche
noi umani, ma è così anche per le piante, un frutto, quando lo strappiamo
dall'albero gli diamo la morte. Le piante sono dotate anch'esse d’intelligenza,
di vita che scorre nelle loro foglie o fusto che sia.
Anche se la linfa non è di colore rosso, scorre
comunque dalle radici al fusto e dal fusto alle foglie, proprio come il sangue
nelle nostre vene. In fondo, la vita esiste dappertutto, anche là dove non
pensiamo che ce ne sia, è vero, ma la vita esiste solo perché c’è la morte. per
quanto paradossale possa sembrare è così perché la mia vita e quella degli
altri, ha motivo d’essere, solo perché togliendo la vita le permettiamo di vivere?
Anche perché nutrendoci possiamo vivere per dare la
vita a nostro turno e permettere così che tutti gli esseri viventi, piante
comprese, possano assicurare la continuità della propria specie.
L’uomo è un essere dotato di ragione, quante volte
sentiamo questa frase? Mi direte tantissime volte. Sì tante, anche adesso sto
ragionando, ma dove porta il mio ragionamento? Penso che la risposta l’abbia
trovata qualche rigo più sopra: Morire per Vivere, la vita e la morte, due
sorelle siamesi per le quali l’essere vivente si adopera per realizzarle, quando
si nasce, e anche prima, siamo legati alla fatalità, alla morte, ecco! Questa è
una ragione di vita, procreare per dare un senso alla nostra vita ed
assicurare, dando la vita, anche la morte. L’una senza l’altra non hanno ragione
d’essere. La morte vive grazie alla vita e la vita grazie alla morte, sono due
realtà inscindibili che si rinnovano costantemente e puntualmente con la
nascita e con la morte, un inizio e una fine due momenti della vita su cui si
basa il tutto. Una, implica la sicurezza dell’altra, anche se i percorsi
possono sembrare diversi hanno una identica fine e un identico inizio.
L’inizio genera la fine e la fine genera l’inizio,
un interminabile ciclo che col ripetersi dà risposta alla domanda: Chi sono?
Sono l’inizio e la fine, sono la continuità della vita, sono la goccia che
viaggia da millenni nelle vene di tante altre vite e che spera continuare
questo viaggio per nascere e morire per poi, ancora, rifiorire.
21/09/2013 Anna Giordano