mercoledì 17 giugno 2015

STRANI OGGETTI FOTOGRAFATI PER CASO

Strani oggetti risultano su alcune foto da me scattate senza che io me ne accorgessi,  mi piacerebbe sapere cosa sono.

Questa foto fu scattata nel parco della Reggia di Caserta luglio nel 2011 primo pomeriggio. 
Al momento non mi accorsi dell'oggetto sul lato destro, in alto. 
L'ho scoperto solo dopo qualche anno, rivedendo la foto. 
Ingrandendola si può vedere l'oggetto meglio. L'oggetto nella foto in alto a destra si vede come un puntino, sottolineo che non si sentiva nessun rumore di motore,
 altrimenti me ne sarei accorta.
La sua forma, malgrado la foto non sia eccellente, 
la si può distinguere, non è un aereo poiché di forma tonda o ovale, 
ingrandendo questa foto al massimo, si distingue qualcosa di differente 
dal resto di veicoli volanti di mia conoscenza, al centro sembra ci sia una striscia di qudratini che divide l'oggetto in due emisferi.
























la stessa foto di sopra con dettaglio meglio visibile
un oggetto che non sembra altro che un disco volante.
________________________________________________

Ecco un'altra foto che ritrae qualcosa di stranissimo,
scattata dalla finestra del bagno alle ore 02:00 del mese
di luglio del 2011. Un oggetto distante pochi metri 
dalla finestra da dove è stato fotografato inconsapevolmente
poiché, mettendo in ordine le foto nel computer nel 2014
ho scoperto l'oggetto strano che sostava a cinque 
metri circa da terra. In piena campagna, 
ricordo che avevo scattato la foto perché avevo visto
fra gli alberi una lucciola che trovavo strana per
le sue dimensioni molto più grandi che d'abitudine.
Il risultato è stato il seguente...








     





























La stessa foto schiarita rende meglio la visibilità dell'oggetto a forma di robot
sospeso nel vuoto, legato ad un filo o meglio facente parte del filo... nei dintorni c'è solo
campagna e null'altro che due case disabitate. in fondo alla pagina c'è una foto di giorno del luogo in modo da vedere il luogo chiaramente.                                                



l'oggetto strano tagliato dalla foto e ingrandito... Cosa sarà mai?

Ancora una foto che ho scattato 
durante un plenilunio, ma mi sono
accorta solo un dopo un anno, che su una foto 
c'era uno strano oggetto sospeso nel
vuoto, il luogo è lo stesso 
ma un anno prima il 2010 a settembre. 





























L'oggetto in questione è quello che si vede sotto la luna, altre foto strane le avevo
già pubblicate qui su questo blog in "gli oggetti che passeggiano sulle nostre teste"
questa foto fu scattata la stessa sera a distanza di pochi scatti l'oggetto cambiò forma
e lo si può vedere nelle foto che seguono... come sempre io non ho visto nulla durante
gli scatti che personalmente ho effettuato e né udito alcun rumore poiché il silenzio
totale avvolgeva la sera in piena campagna.  























Questa fu la prima foto scattata quella sera e che ho pubblicato in un'altra pagina di questo blog intitolata: "gli oggetti che passeggiano sulle nostre teste" oppure sulla pagina" i quadri della natura" dove ci sono altre foto in cui l'oggetto cambia forma e
scende sulla collina sottostante...

























































Qui sotto un dettaglio della foto sopra riportata, il posto è sempre lo stesso, la collina sottostante ha solo alberi e non è abitata.


       
Foto sempre scattata dalla stessa finestra poco prima della sera. Qui ho fotografato una luce che poi si è rivelata  tutt'altra cosa... ingrandire la foto e si vede un dettaglio che ho riportato sotto perché poco visibile sulla punta degli alberi sottostanti. Si direbbe un agglomerato di vari oggetti. Le foto sono due e ognuna accompagnata da due rispettivi dettagli che ingrandendo si possono vedere più nettamente gli oggetti in questione.
dettaglio in alto al lato sinistro
Foto intera di quella sottostante. è necessario ingrandire per vedere l'agglomerato di oggetti sospesi nel cielo al di sopra degli alberi, piccola macchia bianca
Dettaglio foto di sopra ( ingrandire per meglio vedere)
Foto scattata in piena notte con un semplice apparecchio fotografifico obiettivo portato quasi al massimo per cui il filo dell'illuminazione dei lampioni in strada,  che passava davanti al balcone risulta molto spesso comunque l'oggetto sottostante e appena visibile, come sempre schiarire e ingrandire la foto per vedere meglio, è stranissimo. Sotto il dettaglio è stato schiarito ed ingradito. 




oggetto nel riquadro da me sottolineato in alto a destra. da ingrandire. Sotto dettaglio dello stesso oggetto fotografato dopo qualche ora. l'oggetto non faceva rumore ed era sospeso nel vuoto si distingue perfettamente la sua forma stranissima.Chi può darmi una risposta in merito?

ecco dopo un po' di tempo l'oggetto che ho riportato ingrandito nella foto sottostante
sovente questi avvistamenti sono stati fotografati durante i pleniluni da come si può vedere

altre foto da me scattate in questo posto sono sorprendenti, col tempo ho imparato a distinguere a occhio nudo, le stelle dalla loro luce, che non è la stessa quando si tratta di oggetti. Potrei riempire il blog di foto di oggetti non identificati catturati nel cielo col mio obiettivo...ma mi fermo qui per il momento e mi domando come fa un oggetto, come in questa foto, a rimanere sospeso nell'aria senza un motore e un'altra domanda che mi pongo: cosa sono? Non venitemi a dire che sono sonde meteorologiche o quante altre spiegazioni senza senso, spiegazioni da dare a bere a chi non osserva mai le anomalie che passano nel cielo, banalizzando la cosa e facendo passare, chi fornisce prove tangenti, per dei visionari, questi oggetti sorvolano o appaiono nei nostri cieli, così come li vedete in queste foto.
_______________________________________________________


ecco la foto del luogo, scattata in un altro periodo, dove è sceso l'oggetto facente parte del filo... Il lampione, come sempre, acceso e che quella notte si era spento.

martedì 9 giugno 2015

I TEMPI DEL TEMPO ( poesia)

Vivo il presente che sarà il passato,
vivrò il futuro che sarà il presente,
il tempo è solo presente è l’attimo che vivo!

L’inganno è nella mente:
pensando che il passato preceda il presente,
se pure, paradossalmente,
indica il tempo che è stato già vissuto,
solo il futuro è primo nel presente,
nonché nel passato.

Presente: funambolo che scivola sul filo immaginario dei tempi del tempo
sospeso tra il futuro ed il passato.

Un labirinto strano, il tempo della vita,
che ripercorro in  mente con mille entrate nel passato
ed una sola uscita nel presente.

E qui, vedete, in questo preciso istante,
nel leggere, leggete.

Vivete il presente, che è già passato,
ed il futuro è già presente,  
in un tutt'uno si fondono,
nello stesso punto e nello stesso istante
e prendono il nome di tre tempi distinti.

Sono certa e ribadisco,
che solo un tempo esiste ed è il presente!
Passato, futuro, non sono altro che i tempi del suo tempo.

Povera la mia mente, 
che confusione…
quando si spegnerà
in quel preciso istante del presente…
pensate che tutto si fermerà?

No poiché io farò parte del passato,
sì, ma anche del futuro,
di chi ricorderà nel suo presente il mio passato…

Penso, che dopo tutto il tempo impiegato,
a raccontarvi i miei pensieri e dubbi,
mi fermo qui e aggiungo solo:
che i tempi del tempo sono imperfetti,
e se continuassi a ragionarci, non finirei più,
e il tempo poi : dal futuro, presente, passato,
ahimè, diverrebbe infinito!  

Anna Giordano  24/04/2007                    


domenica 7 giugno 2015

Vita in paese

Il bar del Nobile era l’unico bar del paese. Il suo proprietario, che vestiva con raffinata eleganza, aveva un aspetto distinto e il suo modo di parlare lo caratterizzava perché la sua erre sembrava che rotolasse sul sapone. In armonia con gli amici lo aveva battezzato proprio così: il bar del Nobile. Era il luogo di ritrovo di tutti, amici e non. Era situato in una piazzetta dove una fontana a zampillo sputava acqua a singhiozzi dal muso di un delfino arrugginito. Sulla destra, un giardinetto accoglieva i bambini per giocare e di fronte al bar la strada erta portava alla collina dei fichi, che era un piccolo quartiere. Nel paesino era d’usanza ribattezzare gli amici con un soprannome, per identificarli subito.
Pasqualino detto Occhio Fino a causa della sua pronunciata miopia, Peppe detto il Professore per i suoi atteggiamenti da intellettuale, e Antonio che tutti chiamavano il Cancelliere a causa del suo lavoro, che consisteva nell'aprire e chiudere il cancello del cimitero, stavano seduti davanti al bar. I tre solevano riunirsi lì dopo il lavoro, ad orario fisso, e parlavano del più e del meno.
Occhio Fino diceva dell’arrivo nella giornata di una nuova famiglia in paese, madre padre e figlio, questo ultimo, probabilmente loro coetaneo, sui trentacinque anni all’incirca, in base a quanto gli era stato riferito.
Il professore domandò subito che professione esercitasse il nuovo arrivato, egli era curioso
sempre di sapere, che tipo di lavoro svolgessero le persone, perché così, le catalogava nel suo registro mentale, per poi sfoggiare loro tutto il suo sapere e passare ai loro occhi per un erudito.
Occhio Fino non poté fornirgli altre informazioni, non conoscendo ancora la persona.
I tre amici stavano sorseggiando, come di consueto, il loro aperitivo, quando il Cancelliere seduto accanto ad Occhio Fino esclamò con stupore: « Occhio Fino, ma sono i miei occhi oppure quel camion che sta giungendo, non ha l’autista ?»  
Occhio Fino rispose: « Ma proprio a me lo chiedi, io vedo il camion, mi sembra che l’autista ci sia, o no ?»
Il Professore che volgeva le spalle alla strada erta, domandò di quale camion stessero  parlando, il Cancelliere rispose: « Quello che, se non ci togliamo di qui ci viene addosso. Non c’è l’autista !»
Il Professore scattò dalla sua sedia in piedi, guardò il camion che avanzava in loro direzione e gridò:
«Nessuno a bordo! »
Tutti si buttarono a terra, sul lato del giardinetto, quando, a loro sorpresa il camion si fermò.
Lentamente cigolando, si aprì la portiera e ne uscì fuori un ragazzo, all'incirca delle loro età, alto non più di m.1.40, baffi  curati, indossava una tuta verde, che era stata accorciata conservando tutta l’ampiezza, tanto da fare uscire appena, le scarpe nere a punta tonda sulle quali poggiava sopraelevato da due tacchi di circa 5 centimetri. Non era un nano, sembrava più un bambino che non un adulto.
Salutò tutti con un: « Salve !»
I tre amici che nel frattempo si erano alzati, cercavano di darsi un contegno, spazzolandosi i pantaloni.
Imbarazzato, il Professore avanzò verso di lui tendendogli la mano e disse: «Mi presento, Peppe, per gli amici: il Professore. Stavo insegnando loro una tattica di rugby, e tu da dove vieni ?»
«Io sono nuovo, sono appena giunto, abito sulla collina dei fichi», i tre si guardarono, «mi chiamo Mario e faccio il camionista, non ho amici, sono sempre all'estero, lì ho qualche amico, voi siete i primi ragazzi che incontro qui». I tre lo invitarono a bere con loro, Mario li ringraziò e salutandoli, entrò nel camion e ripartì.
Appena si allontanò i tre, insieme al Nobile, lo battezzarono “Il Marziano”.

Anna Giordano




martedì 2 giugno 2015

Il prezzo da pagare


In un grande prato verde, un grillo si confondeva col suo colore. Le sue zampette uncinate, s’aggrappavano agli esili fili d’erba che fungevano da liane. Poco distante c’era una margherita che aveva appena aperto la sua corolla bianca ai raggi del sole che la riscaldava. Il grillo stava per spiccare un salto per raggiungerla, quando frenò il suo slancio poiché fu preceduto da una stupenda farfalla che gli prese il posto, coprendo con le sue ali fragili e variopinte, tutto il fiore.
Il grillo soggiogato dalla sua eleganza e bellezza, rimase ad ammirare la livrea della farfalla che, nel suo insieme, sembrava un bouquet multicolore che irrompeva nella monocromia del verde prato.
Le sue ali come leggeri ventagli, s’agitavano permettendole di fare di tanto in tanto surplace, le sue zampine fragili sottolineavano ancor di più l’eleganza della sua bellezza. Dopo un breve riposo, sul cuore giallo della margherita, la farfalla spiegò le sue belle ali e si levò in volo. Il grillo che era rimasto nascosto ad ammirarla, si specchiò in una goccia di rugiada e, amaramente, si rese conto del suo aspetto che differiva molto da quello della bellissima farfalla. Poi disse fra sé e sé:
“ La natura però è ingiusta, io così brutto, con un naso che prende tutta la faccia, e due occhi sbozzolati dalle orbite e ricoperti da due piccole persiane, con un corpo grosso e goffo su due zampe lunghe e mingherline come trampoli pieghevoli, e come se non bastasse,  le ali, sì perché ci sono le ali che sono nascoste, talmente sono brutte, sotto due code obsolete di un vecchio frac. Senza dimenticare questo colore è quasi sempre verde o marrone, tanto da farmi confondere con i campi, così nessuno mai si accorgerà che esisto!”
Intanto, la farfalla volava col sole che le illuminava le ali, quando un signore, che camminava sul bordo del campo, munito di un retino, attirò l’attenzione del grillo che smise di borbottare per guardare l’uomo che a lunghi passi, aveva già raggiunto la farfalla. Spensierata la povera sprovveduta, volteggiava nell'aria. Il grillo, rimase nascosto mimetizzandosi fra l’erba e impotente, assistette alla cattura della bella farfalla che, finita prima nel retino e poi nelle mani dell’uomo subì un orribile destino. Il suo gracile corpo fu trafitto da un abominevole spillo e con cura, fu deposto, ancora agonizzante,  in una scatola. Il povero grillo atterrito da tanta crudeltà, suo malgrado, si sentì pervaso da un senso di contentezza per essere stato creato così com’era da madre natura, e pensò che infondo, era meglio non essere troppo belli. Quel che era accaduto alla farfalla gli aveva fatto capire che per tutto c’era un prezzo da pagare, anche quello della notorietà e della bellezza che a volte, si trasforma in oggetto del desiderio e suscita gelosia ed invidia, da parte di chi, come il grillo, non si sentiva di pari bellezza.

08/03/2015 Anna Giordano