sabato 10 agosto 2024

LO SPAZIO, LA VITA, IL TEMPO

 Il tempo è un amico nemico, amico perché sin dalla nascita ci accompagna in ogni momento. Nemico perché incessantemente combattiamo contro di lui per mantenere il passo, perché lui non aspetta, continua col suo incedere minutato, senza alcuno sforzo che, imperterrito, segue il suo corso. Mentre noi ci affanniamo per non perdere tempo, a vivere di corsa, pur sapendo che  non avremo più bisogno del tempo perché, comunque, apparterremo  all'eternità. 

Eternità una parola che indica il tempo senza fine. L'uomo ha inventato la parola tempo per quantificare la vita; per non perdersi di vista e sapere dove si trova. Per non sprecarne la sua preziosità pur non rendendosi  conto che 24 ore rimangono sempre tali, la sola cosa che varia è la loro qualità per come le 24 ore sono  state vissute. La vita è preziosa più d'ogni altra cosa al mondo, ma la si vive male e ancora, così stupidamente! Una vita che serve solo per accumulare ricchezze, distruggendo il bene più prezioso che l'essere umano possiede: la vita stessa, che è fatta di quello spazio a noi destinato a vivere liberamente e che noi abbiamo imprigionato nella parola tempo. Una parola il tempo, che riduce l'idea dello spazio da vivere e non, dunque, di quella d'allargarsi, respirare a pieni polmoni, spaziare a volontá senza restare legati alle lancette  dell'orologio. Siamo prigionieri mentalmente del tempo che rincorriamo per non perderlo di vista, per fare sempre più cose a suon di corse contro il tempo; ignorando di vivere degnamente lo spazio di vita a noi destinato con la propria libertà; senza badare al tempo da riempire copiosamente con profitti a discapito di vivere la vita passo dopo passo per assaporarne il gusto!

Viviamo la vita a piccoli morsi! Non ingozziamoci con bocconi obbligati ad inghiottire riempiendo lo stomaco senza averne assaporato e né goduto del gusto di quel cibo, col quale nutriamo quello della nostra vita. 
Tre sono gli stadi che suddividono la vita, la nascita, il vivere e la morte, la nascita comprende, sin dal concepimento, lo spazio che serve alla vita di crearsi ed essere pronta ad elargirsi occupando lo spazio a lei riservato per continuare la sua espansione, che  comprende la conoscenza dello spazio in cui continua ad espandersi sempre di piú insieme alla conoscenza, fino a raggiungere una parte del suo spazio vitale, dove la conoscenza e l'esperienza rendono la vita consapevole che esiste una costante, quella della ragione, che va rispettata. Purtroppo, con la ragione vi è anche la nozione acquisita del tempo, che come un giudice batte col suo martelletto il ritmo che è da seguire di pari passo con la ragione. Il tutto diventa un ordine da rispettare, senza potersi liberare da quel fardello che lega piedi e mani e non permette più di stonare in una orchestra che va a tempo. 
Suonano tutti, senza distrarsi per 
non perdere il tempo, quello, lo stesso che ci condiziona a non espanderci, a sopportare anche una cacofonia di suoni poco gradevoli, ignorando la vera sinfonia, quella 
del creato  che è la più dolce 
melodia che abbia mai udito e fermandomi per ascoltarla. 
Ecco la parola chiave: fermarsi! Fermarsi in questo spazio a noi destinato per viverlo cosí com'è stato creato. Senza che il tempo venga a dettarci cosa fare al posto di rallentare, senza dover guardare 
che il tempo passa e non aver prodotto guadagno, ci lascia nell'angoscia di dover rimediare all'ammanco. 
Il tempo che passa in fretta non lascia traccia, è un po' come la pioggia che cade intensa, non penetra la terra perché scivola via causando danni, invece la pioggia che cade pian piano, penetra nella terra e apporta tanto benessere alla natura e senza danni. Viviamo in rapporto allo spazio di vita e non al tempo! Tanto, che sia piccolo, grande o immenso, viviamolo col ritmo che noi stabiliamo e non con quello dettato dall'orologio; in quanto e comunque, non fermerà l'espansione della nostra vita fino ai bordi dello spazio predestinato, lí ci sarà la fine ed un nuovo inizio, fine che è nata insieme alla nostra vita, la morte, 
che limita lo spazio conosciuto e dá vita a quello che inizia insieme ad essa e che non conosciamo, che ho definito da sempre: l'inizio della fine. La vita come l'universo ha avuto un inizio di cui non ne conosciamo le origini ed ha forse una fine di cui, ugualmente, non ne conosciamo il seguito, ma paragonado la vita all'universo, che è in continua espansione, ragionevolmente, mi fa pensare che lo spazio non abbia fine ma si espande anch'esso in base  alla teoria dell'espansione dell'Universo nonché
della materia, che essa sia visibile o invisibile. Proprio come la vita che è
visibile e la morte che è invisibile, ma che comunque, entrabe esistono.

Preciso una cosa e ci tengo: questo mio ragionamento, non essendo una scienziata, ma una ignorante in materia, ho solo espresso in questo mio divagare nel pensiero, ciò che osservo e cerco di capire, traendone delle riflessioni, che possono essere del tutto opinabili.
Che ognuno ne tragga la propria visione, che essa sia il contrario o altrettanto opinabile. Ciò che conta è che sia soprattutto un modo per stimolare il cervelllo alla riflessione ed all'utilizzo di esso in modo profiquo poiché sono troppe le volte che affidiamo alla Intelligenza Artificiale di pensare per noi.
La mente è la nostra immensa risorsa, una fucina dove le idee si forgiano per dar vita alla vita, non lasciamo arruginire gli ingranaggi del nostro potere intelletivo!

Anna Giordano 09/08
/2024