domenica 31 luglio 2022

Dall'infelicità di Blaise Pascal alla felicità...

 "Tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera.“   

Blaise Pascal.

Questa frase di Pascal, mi fa riflettere su  quanto sia possibile la felicità, come sia semplice toccarla, eppure, si è in tanti a battersi per assaporarla, ma solo in pochi a riuscirci.

Penso che la camera sia solo un luogo comune per indicare l’essenza dell’essenziale, per così dire, il poco poiché si può essere felici con poco.

La felicità è composta da piccole cose e come tale ha vita breve, è fatta a volte di attimi, ma che si ripetono e tante sono le volte che si presenta a noi, che per finire non ci facciamo più caso, che passa inosservata; un po’ come chi, preso dallo stress, non approfitta di fermarsi a guardare ciò che lo circonda… magari il sorriso di un bambino, gli occhi dolci di un cane che ti guarda in cerca di una carezza,  due anziani che si tengono per mano come fossero due giovani innamorati! Fermarsi per guardare un tramonto, anche se questo avviene ogni giorno è comunque uno spettacolo irripetibile, che sprigiona bellezza ed emozioni e che possono procurare felicità.

 Il fatto sta, che tutto, a volte, sia così scontato, che il grande patrimonio che ci è stato affidato è sottovalutato. Il mare, le montagne, la natura tutta, dovrebbe suscitare in noi felicità, se non altro, basterebbe essere felici di svegliarsi la mattina, aprire gli occhi ed avere ancora un giorno da vivere, rivedere ancora un’altra alba, le persone a cui teniamo, respirare la vita è felicità! 

Per cui la camera di Pascal, a mio modestissimo parere, potrebbe essere  solo un eufemismo per raffigurare la felicità non apprezzata per quel che è nella sua ricchezza di semplicità.

Anna Giordano 28/ 12/ 2014


 

 



IL PREMIO DELLA SOLITUDINE


 


Il silenzio della solitudine,

s'inerpica per viuzze e vicoli senza uscita.
Il gatto miagola e lascia la sua voce

abitare il silenzio del borgo antico.


Case di pietra,

costruite le une accanto alle altre

per non permettere al vuoto di separarle.

 

Formano lo scheletro del silenzio

Così come  le anime rinchiuse nelle case,

vicino alle finestre,

mute,

guardano l'inverno che giunge,

con passi felpati di neve

per non far rumore. 


La solitudine di un silenzio,

che nel gorgoglio della fonte,

si racconta con la sua voce

tra lo stormire del vento,

fra gli alberi e la natura,

copiosa di suoni che,

solo il silenzio

permette d'ascoltarne il canto.

 

La solitudine premia chi sa cogliere,

del silenzio i messaggi,

luoghi muti, ma pur sempre pregni

di vibranti emozioni nel suo essere. 


Anna Giordano 13/09/2019


 

 

 

 


venerdì 29 luglio 2022

ODE ALLA MALINCONIA - Voce e poesia di Anna Giordano - Regia di Domenico...


La malinconia è l’amica più cara e sincera che ho, è l’amica di cui non potrei fare a meno, è una carezza che mi avvolge con dolcezza, attraverso i suoi occhi arrivo a percepire le emozioni più profonde e belle che la vita possa offrire…

1.    

Malinconia!
Vela la luna in cielo,
avvolgi la mia anima.


Sei dolce come brezza di maggio,
quando mi tieni per mano
e soffi sul mio sguardo,
sospiri di solitudine.


Malinconia struggimi
della tua compagnia,
bagna i miei occhi,
perché possa vederti.


Lega il mio cuore e l’anima
alla tua mano,
stringimi al petto tuo
perché possa sentirti.


Stasera ho bisogno di te,
per cantare la tua poesia!


Anna Giordano

 

 


 


lunedì 25 luglio 2022

PERFEZIONE


Perfezione è un'eterna ricercata e da sempre latitante, nessuno l’ha mai imprigionata. Quante sono le volte che avete provato a fare meglio in rapporto a quanto è stato già fatto?
Non vi è mai capitato che subito c’è stato chi ha tutto smontato dicendo: “Non è perfetto, ” il più delle volte è un’autocritica al proprio operato, che ci rimette in corsa per raggiungere l’inafferrabile Perfezione.
Eh sì, però quando diciamo perfetto ad un’opera, una persona, una cosa, chi è stato a definirne la sua Perfezione?
Quali sono i criteri su cui ci siamo basati?
Ma siamo sicuri che la perfezione sia proprio quella, la giusta?
Le incertezze sorgono, e la ricerca si fa assillante … La Perfezione, l’essere perfetti … ma in cosa? Perché?
Chi ci spinge a cercarla?
E… lui è lì, che ci punzecchia, ci fa passare notti in bianco, ci frustra e ci manda in visibilio, quando lo sconfiggiamo.
Ecco! “La perfezione, ” che va di pari passo con l’ammirazione, ma, basta una parola, un sorriso equivoco, uno sguardo non convincente … che la fa vacillare ancora una volta nel baratro, impotente contro la sua invadenza devastante;
senza scrupoli, è là, inconsistente, piccolo quanto una pulce, si situa nel cervello, ne succhia il sangue gonfiandosi d'ansia, ci solletica, ci fa grattare la testa se non troviamo soluzione alla nostra incertezza.
Inizia a dominarci, la sua presenza è quasi impercettibile, poi in crescendo, man mano che avanziamo ci poniamo domande, come: "Cos’è che manca, perché la perfezione non è stata raggiunta?"
Qui, “Gelosia” arriva, li vedo, sono a braccetto come due innamorati,  lui che la circuisce con le sue domande e lei ci casca e diventa la sua amante, e dopo un breve tempo nasce Ossessione, figlia, che diventa insidiosa ponendoci domande come: “Chissà perché il vicino ha sempre l’erba più verde? Perché la perfezione è situata sempre uno scalino più alto?”
Avete sicuramente capito che l’artefice di tutto è il Dubbio, nonché l’amante di Gelosia e padre d’Ossessione, che hanno generato anche l’evoluzione, disseminando qua e là nelle menti, figli, nipoti e pronipoti, tutti con lo stesso nome, ma diversi nel loro aspetto, eh sì, sono proprio loro: “I Punti di Vista”, e con questo chiudo dicendovi che “Perfezione” col tempo si è legata a loro trovando un’intesa ed afferma che ognuno è perfetto se riconosce le proprie imperfezioni.

Anna Giordano Luglio 2007



                                          L'imperfezione è sinonimo d'unicità!

                       

                                                       

martedì 19 luglio 2022

FINO ALLA FINE - dedicata a Nicola - Poesia e voce di Anna Giordano - Re...


FINO ALLA FINE

A cosa servirebbe questa mia vita,

questi miei occhi,

se tu non ci fossi a riempirli con i tuoi sguardi,

 i tuoi sorrisi? 

A cosa servirebbe la vita,

il sole, l’aria che respiro,

a cosa servirebbe esistere,

se poi mi troverei da sola,

senza una tua carezza,

un tuo bacio che sfiori le mie labbra,

un tuo sussurro delicato d’amore all’orecchio,

un tuo tacito abbraccio,

fino a farmi mancare l’aria,

la tua mano tesa verso il domani da raggiungere insieme?

A cosa servirebbero i silenzi dei nostri discorsi …

se non si specchiassero nelle lacrime di dolcezza

di questo amore che deborda dai nostri cuori?

Sarebbero lacrime d’inutili emozioni,

se non sapessi che domani il vento del tuo respiro

non potrebbe più asciugarle.

Io non ho niente da darti se non il mio amore,

la mia vita,

che non avrebbe più senso di essere, senza te! 

Rimani qui sempre accanto a me,

fino a quando le parole lasceranno posto al silenzio

fino alla fine dei miei giorni che voglio vivere ancora e sempre,

insieme a te!

Anna Giordano 28/03/2022

 

Traduction 

Jusque à la fin

 

À quoi bon me servirait-elle la vie,

mes yeux,

si tu ne serais pas là pour les remplir de tes regards,

 de tes sourires ?

 

A quoi bon servirait- elle la vie

le soleil, l'air que je respire,

à quoi bon exister,

si alors je me retrouvais seule,

sans tes caresses,

un baiser de toi qui efflore mes lèvres,

un doux murmure d'amour à mon oreille,

ton étreinte tacite,

jusqu'à ce qu’il me manque l’aire,

ta main tendue vers demain pour être atteint ensemble.

A quoi serviraient- ils les silences de nos discours...

s'ils ne se reflétaient pas dans les larmes de douceur

de cet amour qui déborde de nos cœurs ?

elle seraient des larmes d'émotions inutiles,

si je ne susses  pas que demain le vent de ton souffle

ne pouvait plus les sécher.

Je n'ai rien à te donner si non que mon amour,

ma vie,

cela n'aurait plus sens d'être sans toi!

Reste toujours ici à côté de moi,

jusqu'à ce que les mots cèdent la place au silence

jusqu'à la fin de mes jours que je veux vivre,

mais toujours avec toi!

 

 

Hast el final

 

¿De qué me serviría esta vida mía,

estos ojos míos,

si no estuvieras ahí para llenarlos con tu mirada,

 tus sonrisas!

para que seria la vida

el sol, el aire que respiro,

que bien existiría,

si entonces me encontraría solo,

sin tu caricia,

un beso tuyo que toca mis labios,

un suave susurro de amor en tu oído,

tu abrazo tácito,

hasta que me falte el aire,

tu mano extendida hacia el mañana para ser alcanzados juntos.

¿De qué servirían los silencios de nuestros discursos...

si no se reflejaran en las lágrimas de dulzura

de este amor que brota de nuestros corazones?

Serían lágrimas de emociones inútiles,

si no supieras que mañana el viento de tu aliento

ya no podía secarlos.

no tengo nada que darte mas que mi amor,

mi vida,

que ya no tendría sentido estar sin ti!

Quédate siempre aquí a mi lado,

hasta que las palabras den paso al silencio

hasta el final de mis días que quiero volver a vivir y siempre,

¡ contigo!

 

 


domenica 10 luglio 2022

La storia di due piedi


Ora vi racconto una storia in cui di sicuro troverete la vostra... la strada che in voi scorre. Composta dal sentiero primordiale, dove i nostri avi diedero inizio alla nostra storia , che si ripete da sempre, che si racconta percorrendo a ritroso il tempo, fino a raggiungere la prima strada, di quando ancora non c'era, di sicuro, l'asfalto.

Era giusto un piccolo sentiero, tracciato da due piedi, forse sulla sabbia di una spiaggia, o di un deserto, o ancora nella savana o la foresta vergine, io questo non lo so, ma due piedi di sicuro erano là.

Fu proprio in quel preciso luogo che loro s'incontrarono, segnato dal destino, un giorno per caso, con altri due piedi, che giunsero da un altro lato.
Fu un incontro insolito, due piedi che divennero quattro, gli uni di piccole proporzioni rispetto agli altri due.

Si guardarono e si domandarono, poiché davanti loro videro che il sentiero si divideva con una biforcazione, quale sentiero prendere? Erano a un bivio che nessuno dei piedi conosceva ancora, così, scelsero di unire i loro sentieri in uno solo per continuare il viaggio della vita...

Dopo quel giorno, nacquero tanti altri piccoli piedi, che anche loro intrapresero il viaggio, intrecciando tanti sentieri fino a quando divennero vie di terra battuta, di strade di pietre lastricate, più tardi ancora, di strade asfaltate, perché di piedi ormai ce n'erano tanti e non avevano sufficiente spazio per il loro viaggio.

Così nacquero le grandi strade, che oggi lasciano i piedi a riposo e sulle quali viaggiano, grazie a un paio di piedi per guidare le auto, in cui altri piedi sostano.
Fin quando, il viaggio li porta verso nuovi incontri e nuove strade per intraprendere, insieme ad altri piedi sconosciuti, viaggi, durante i quali decidono e si dividono per altri viaggi, fino a giungere là, dove le strade, quelle percorse, in cui ci siamo imbattuti in incroci, stradine chiuse, bivi infernali, dove dovevamo scegliere la strada giusta da percorrere e le numerose trappole per piedi, da evitare, per poi continuare il cammino ed incontrare i piedi con i quali fare di due cammini uno solo e così via di seguito, fino a noi, che abbiamo dato la vita ad altri piedi, nella quale scorre il sangue in chilometri di vene, arterie e vasi capillari , proprio come le strade tracciate dai nostri avi, che continuano a scorrere in ognuno di noi; come un groviglio di rete stradale lungo quanto, forse, tre volte il giro del mondo, giusto quanto basta a due piedi di continuare il viaggio, nato da un piccolo sentiero ad un incrocio.
Con questo mi piace ricordare a tutti, donne e uomini, adulti e bambini, che siamo tutti uguali siamo materia di un incontro e il risultato di una unione! In noi tutti scorrono due strade percorse da quattro piedi in cui si sono riversate due parti uguali di sangue, patrimonio universale delle nostre vene e non esistono diversità perché ognuno porta in sé le due metà. Nessuno è superiore all'altro siamo tutti uguali almeno se non altro in quantità pari.

 

Anna Giordano 26/07/2021

 

 

LA VITA è UNA STRADA...

 

La vita è una strada che improntiamo sin dal primo giorno di vita

 è una strada già tracciata!

È stata disegnata per ognuno di noi:

ci sono gli incroci in cui ci s'incontra oppure ci si scontra

le deviazioni in cui ci si divide,

poi ci sono gli stop dove si sosta, in attesa del via libera e

dove stai  attento e  guardi dai due lati prima di attraversare per continuare…

Ai suoi bordi ci sono i parcheggi,

quando sei stanco ti fermi per riposare e rifocillarti  per continuare…

Ci sono le curve che sono pericolose,

le salite che a volte non permettono di respirare per lo sforzo da fare,

ci sono le discese, dove puoi scivolare o essere leggero per respirare

e… continuare verso la pianura da dove sei partito,

 là dove tutto si eguaglia e l’occhio spazia fino all’orizzonte,

e scorgi il campo di grano: raccolto di una vita,

di cui ogni spiga ha generato i suoi chicchi,

come ognuno la propria famiglia, che ha messo le proprie radici.

La pianura è quando la strada tortuosa, che abbiamo percorso,

diventa meno faticosa e si percorre a passo d’uomo,

perché essa duri più a lungo possibile

e si ha più tempo per pensare,

a quanto sia stato duro ritornare a quel campo di grano,

dove tutto iniziò e ritrovare le proprie radici.

È un percorso che noi tutti facciamo,

ma l'importanza è di ritrovarsi là,

dove il passato è rimasto presente,

lungo la strada  che porta alla fine del viaggio,

durante il quale abbiamo riso, pianto, gioito

e abbiamo appreso la cosa più importante,

che l’amore è un fiore, le cui radici non hanno fine e prima o poi come la strada,

si ricongiungono sempre, alla fine di un bivio, per ripartire.


 Anna Giordano 21/12/2021

 

sabato 2 luglio 2022

LASCIA CHE TI RICORDI - Testo di I. Gutierrez Aragon - Voce di Anna Gior...


Autore: Ignacio Gutierrez Aragon. 

Nazionalità: colombianaTutti i diritti d'autore sono riservati.


Traduzione in italiano di Anna Giordano

                       Lascia che ti ricordi...


Perché cancellare la storia che noi scriviamo?

Se in quelle pagine di vita, i ricordi si annidano.

Lasciamo che la storia invecchi come il vino,

che sia l'amore divino di altri tempi.

Perché danneggiare i nostri sentimenti, di un ieri in fiore?

Non abbiamo vissuto per un po' nel paradiso dei sogni?

Lasciamo che la vita continui il suo viaggio,

forse, alla fine del cammino, avremo nuovi padroni.

Non vedi che le nostre vite sono come quel fiume che conosciamo,

cristallino alla nascita, torbido a metà del percorso,

fetido e moribondo, quando arriva a destinazione.

Non contaminiamo la storia del nostro primo amore.

Lascia che ti ricordi, tra versi e poesie,

con serenate mattutine di quei giorni.

Permettimi, con questi ricordi, di scrivere dei versi,

che mi permettono di amarti ancora.

È l'ieri, quel tesoro che alimenta, la nostra storia.

Sono gli amori che non ci sono più, che alimentano le fantasie.

Quando ti scrivo, ritorno alla gloria,

che i tuoi baci mi hanno dato in quei giorni.

Lascia che ti ricordi con un bacio, compagna,

amore lontano, che viaggiasti col tempo.

Fummo barca, che navigando per qualche tempo,

In quel fiume di vita si riposò sulle sue rive.

Lascia che mi ricordi di te in questo autunno della mia vita,

quando la primavera dei miei anni se n'è andata

per scrivere il romanzo di questo amore, in estate,

e in inverno farlo leggere ai miei nipoti.

 

VERSIONE ORIGINALE

                Autor: Ignacio Gutierrez Aragon. Nacionalidad: colombiana

Reservados todos los derechos de autor.

 Déjame Que Te Recuerde...

¿Por qué borrar la historia que escribimos?,

Si en esas páginas de vida, anidan los recuerdos.

Dejemos que esa historia, se añeje como el vino,

Que sea el amor divino de otros tiempos.

Por qué dañarnos el sentimiento, ¿de un ayer florecido?,

¿Acaso no vivimos un tiempo, en el paraíso de los sueños?,

Dejemos que la vida siga haciendo el recorrido,

Tal vez, al final del camino, tengamos nuevos dueños.

No vez que nuestras vidas, son como ese rio que conocemos.

Cristalino al nacer, turbio a la mitad del recorrido.

Fétido y moribundo, cuando va llegando a su destino.

No contaminemos esa historia, de nuestro amor primero.

Déjame que te recuerde, entre versos y poesías,

Con serenatas mañaneras de esos tiempos,

Déjame que, con esos recuerdos, escriba versos.

Que hacen que te quiera todavía.

 Es el ayer, ese tesoro que alimenta, nuestra historia.

Son los amores que se fueron, los que alimentan fantasías.

Cuando te escribo, me remonto hasta la gloria.

Que tus besos, me dieron en esos días 

Déjame recordarte con un beso compañera,

Amor lejano, que viajaste con el tiempo.

Fuimos barca, que navegando se detuvo algún momento,

En ese rio de la vida, a descansar en sus riberas.

Déjame recordarte en este otoño de mi vida,

Cuando ya se fue la primavera de mis años,

Para escribir la novela de este amor, en el verano

Y en el invierno, por mis nietos sea leída.