mercoledì 27 marzo 2019

OVIDIO un modo per conoscersi.



"Non saprà che favore mi ha reso facendomi soffrire” 

Ovidio disse questa frase quando fu condannato da Augusto a vivere ai confini di Tomi, in Romania.

E da qui voglio partire per parlare dei sentimenti che possono scaturire nell'animo di chi, messo a confronto con il dolore, in questo caso quello dell'esilio, dell'espatrio, oppure di qualsiasi altra sofferenza, arrivi a confrontarsi con la vita in modo più profondo, in quanto, da esiliato è guardato dagli altri come estraneo e non come persona. 
Per Ovidio la sua situazione lo portò a riflettere su tanti aspetti che, fino a quel momento, non aveva visto o neppure immaginato. 

La cosa è reciproca anche per chi, comune mortale, si trovi di fronte a tali problematiche esistenziali. 
Ovidio ne trasse innumerevoli benefici, pur soffrendo, sì, perché proprio nel dolore s'incontrano le risposte che prima non conosciamo e che distrattamente o volutamente non abbiamo la necessità di prendere in considerazione, e tanto meno vedere.
Son tante le persone, comunque, che prendono, le punizioni o il fato che gli si accanisce contro, come segno di sfortuna, senza vedere in quei segni la possibilità di crescita e di maturazione del proprio stato mentale e sociale.
 Proprio come accadde ad Ovidio che nel pur suo dolore, per l'esilio, lo portò a riflettere e scoprire la sua ragione di vita, che lo fece accostare al cristianesimo, in cui scoprì che chi lo governava aveva voluto il suo esilio perché  potesse accorgersi che la vita, che conduceva, non avrebbe mai potuto fargli conoscere altro.

Quindi, confrontarsi in nuove esperienze permette di scoprire nuovi orizzonti, ma soprattutto la capacità di evolvere e migliorare, che ognuno ha dentro di sé e di cui ne ignora l'esistenza, fin quando, scosso da qualcosa di forte, sia atto a prenderne conoscenza.
Il dolore, che Ovidio sentiva, lo indusse ad esplorare la sua anima, a trovare una ragione di vita, a cercare nelle tante domande il massimo delle risposte e ciò lo portò a rendersi conto di quante cose ed opportunità di conoscenza, si era perso durante tutto quel tempo che aveva vissuto in patria, senza mai chiedersi il perché delle cose. Il suo castigo, inflittogli da Augusto, si tramutò, così,  in dono che lo portò a scoprire la sua vera ragione di vita. 

20/09/2017 Anna Giordano.