"Non saprà che
favore mi ha reso facendomi soffrire”
Ovidio disse questa frase quando fu condannato da Augusto a vivere ai confini di Tomi, in Romania.
Ovidio disse questa frase quando fu condannato da Augusto a vivere ai confini di Tomi, in Romania.
E da qui voglio partire
per parlare dei sentimenti che possono scaturire nell'animo di chi, messo a confronto
con il dolore, in questo caso quello dell'esilio, dell'espatrio, oppure di
qualsiasi altra sofferenza, arrivi a confrontarsi con la vita in modo più profondo, in quanto, da esiliato è guardato dagli altri come estraneo e non come persona.
Per Ovidio
la sua situazione lo portò a riflettere su tanti aspetti che, fino a quel
momento, non aveva visto o neppure immaginato.
La cosa è reciproca anche per
chi, comune mortale, si trovi di fronte a tali problematiche esistenziali.
Ovidio ne trasse innumerevoli benefici, pur soffrendo, sì, perché proprio nel
dolore s'incontrano le risposte che prima non conosciamo e che distrattamente o
volutamente non abbiamo la necessità di prendere in considerazione, e tanto meno
vedere.
Son tante le persone,
comunque, che prendono, le punizioni o il fato che gli si accanisce contro, come
segno di sfortuna, senza vedere in quei segni la possibilità di crescita e di
maturazione del proprio stato mentale e sociale.
Proprio come accadde ad Ovidio che nel pur suo
dolore, per l'esilio, lo portò a riflettere e scoprire la sua ragione di vita, che lo fece accostare al cristianesimo, in cui scoprì che chi lo governava aveva
voluto il suo esilio perché potesse accorgersi che la vita, che
conduceva, non avrebbe mai potuto fargli conoscere altro.
Quindi, confrontarsi in
nuove esperienze permette di scoprire nuovi orizzonti, ma soprattutto la capacità
di evolvere e migliorare, che ognuno ha dentro di sé e di cui ne ignora l'esistenza, fin quando, scosso da qualcosa di forte, sia atto a prenderne
conoscenza.
Il dolore, che Ovidio sentiva, lo indusse ad
esplorare la sua anima, a trovare una ragione di vita, a cercare nelle tante
domande il massimo delle risposte e ciò lo portò a rendersi conto di quante
cose ed opportunità di conoscenza, si era perso durante tutto quel tempo che
aveva vissuto in patria, senza mai chiedersi il perché delle cose. Il suo
castigo, inflittogli da Augusto, si tramutò, così, in dono che lo portò a scoprire la sua vera ragione
di vita.
20/09/2017 Anna
Giordano.
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