sabato 16 febbraio 2019

La politica...



Politica, una parola che mi porta lontano, alla mia infanzia, di quando andavo alla scuola elementare. 
Ricordo le cartine dell'Italia, quella fisica e quella politica appese al muro della classe. 
Quella politica era suddivisa in regioni e in ognuna di esse c'erano dei disegnini che indicavano i loro prodotti. 
Ai miei occhi di bambina, l'Italia sembrava tutta una famiglia, che produceva e gli italiani si scambiavano i prodotti perché ognuno potesse vivere dei benefici che essi producevano.
Un'idilliaca immagine.


La politica oltre a governare, dovrebbe essere cooperazione tra governo e cittadini, produrre del benessere e non dividersi in fazioni armate di parole, che feriscono e dividono il paese.


Eppure, oggi, anche se a malincuore, devo ammetterlo, quell'immagine vista da bambina è solo un caro ricordo, che rimane nel cuore insieme a tanta amarezza, non per me, ma per chi non ha vissuto quegli anni... 

Gli anni del boom economico, dell'Italia che cantava e aveva voglia di crescere, voglia di ricostruire, di mettersi alla pari di altre nazioni, anche senza la possibilità di lavorare, punto dolente del nostro paese, almeno per il sud Italia. 
Così, si partiva per cercare lavoro altrove, per inviare a casa i soldi e contribuire a far crescere la nostra bella Italia.

No, noi ragazzi non avevamo niente per sballarci, se non la voglia pazza e sana di vivere per riscattarci dalla miseria, che le guerre della follia dei grandi ci avevano lasciato in eredità. 

Potrei descrivervi i sacrifici affrontati per realizzare  i sogni di una, fra i tanti diciottenni, che lasciarono questa amata e tormentata terra degli anni di piombo, pur di dare una svolta al proprio futuro, senza piangersi addosso e che, per sola ricchezza, avevano: 
una valigia di cartone e tanti sogni da realizzare con il sudore onesto dei propri sforzi.

So che alla mia Italia ho dato, anche se non ho mai chiesto nulla in cambio, sperando solo per il suo futuro, sempre in meglio.
Oggi è vero, come tante altre nazioni è cresciuta, ma non abbastanza!
Si chiede sempre agli stessi di stringere la cinghia e non si fa nulla per migliorare il degrado che avanza nelle città, sia del sud, che del nord, che come macchia d'olio, insudicia il territorio. 

I giovani partono sempre all'estero, anche se la loro valigia non è più di cartone, con loro parte la speranza del nostro paese, la nostra risorsa futura, mentre chi resta, aspetta ancora che qualcosa cambi correndo dietro a chi, per una ennesima volta, li illude.

Le illusioni invadono il web e le menti di  coloro che lo frequentano. Sono in tanti a credere, purtroppo, che con un clic, sono padroni del mondo, sono liberi di giudicare, oppure diventare famosi. 

La vita facile non è come quella sudata, che aiuta a capire il vero valore delle cose e ad amare la propria, con la stessa attenzione che si prodiga a una rosa affinché  nessuno la faccia morire, ancor prima che sbocci. 

Politica una parola che dovrebbe fare la forza di un paese e no  la divisione.
La politica dovrebbe, ma purtroppo non è così, occuparsi del benessere del paese e dei suoi cittadini e ribadisco, non dividerlo in partiti, che come fazioni rivali pronti sempre a spararsi addosso parole come proiettili, seminano morte e odio, invece di seminare benessere e lavoro.

La politica per me è ancora quella della cartina geografica delle elementari, appesa al muro della classe, esposta allora, a noi, futuro del paese perché ognuno se ne prendesse  cura e si sentisse responsabile dell'evoluzione del proprio paese, nonché di se stessi. 
In poche parole, la produttività  è importante così come l'unione del paese, le due cose insieme, gestite onesta-mente poiché l'onestà non mente, sarebbe il vero punto di forza e onore della nostra nazione.

14/02/2019 Anna Giordano.