Un blog universale per chi ha voglia di leggere: poesie, racconti, riflessioni, aforismi e tantissime altre bizzarrie della scrittura viste attraverso gli occhi dell'anima, accompagnate da tante fotografie. "TUTTI I DIRITTI D'AUTORE SONO RISERVATI"
'Ncopp'a ll'evera ca addore se ne scenneno 'e culure
E cammina 'o viecchiariello sott'â luna.
Quante vote s'è fermato pe' parlà cu quaccheduno,
E nun ce sta mai nisciuno ca se ferma po' sentì.
E cammina, cammina vicino ô puorto
E rirenno pensa â morte.
"Se venesse mo', fosse cchiù cuntento,
Tanto io parlo e nisciuno me sente."
Guardanno 'o mare penzo a Maria,
Ca mo nun ce sta cchiù.
So' sulo tre anne e ce penzo tutte 'e sere,
Passa 'o tiempo e nun me pare overo.
E cammina, cammina vicino ô puorto
E chiagnenno aspetta 'a morte.
Sott'â luna nun parla nisciuno,
Sott'â luna nisciuno vo' sentì.
Traduzione in italiano
CAMMINA CAMMINA - Canzone di Pino Daniele
Sull'erba che profuma scendono i colori
E cammina il vecchietto sotto la luna.
Quante volte si è fermato per parlare con qualcuno,
Ma non c'è mai nessuno che si ferma per ascoltarlo.
E cammina, cammina vicino al porto
E ridendo pensa alla morte.
"Se venisse ora, sarei più contento”,
Tanto io parlo e nessuno mi sente."
Guardando il mare penso a Maria,
Che ora non c'è più.
Sono solo tre anni e ci penso tutte le sere,
Passa il tempo e non mi sembra vero.
E cammina, cammina vicino al porto
E piangendo aspetta la morte.
Sotto la luna non parla nessuno,
Sotto la luna nessuno vuole ascoltare.
Natalia era seduta sul divano con il capo chino, gli occhi fissi sul telefono, mentre suo nonno la osservava dalla poltrona accanto, con uno sguardo attento e silenzioso.
La frustrazione traspariva dai gesti di Natalia: si sentiva come se tutto il suo impegno fosse inutile, un muro insormontabile di ingiustizie.
Il nonno, seduto con un libro tra le mani, lo posò sul tavolino e si sporse leggermente in avanti, cercando di comprendere il malessere di sua nipote
Natalia si era candidata per uno stage per mettere in pratica i suoi studi di psicologia, ma aveva scoperto che il posto era stato dato alla figlia di un conoscente, nonostante i suoi voti eccellenti.
Il nonno sospirò, appoggiando una mano al mento con un’espressione pensierosa: quante volte aveva visto situazioni simili nella sua vita?
Natalia strinse le mani in grembo, cercando di capire perché fosse così difficile emergere, mentre il nonno continuava a osservarla con un misto di preoccupazione e comprensione.
Guardandola, il nonno fece un sorriso amaro, consapevole di quanto la meritocrazia fosse spesso soffocata da clientelismo e nepotismo, un problema che conosceva fin troppo bene.
Natalia, il volto contratto dalla rabbia, continuava a chiedersi perché si preferisse premiare chi aveva le conoscenze giuste invece di chi meritava davvero.
Il nonno la osservò con serietà: sapeva che la paura di perdere il controllo era ciò che spingeva molti a temere il merito, una minaccia per chi voleva mantenere lo status quo.
Natalia si appoggiò allo schienale del divano, scuotendo la testa, e si sentiva sempre più intrappolata in un sistema che sembrava non lasciare spazio ai giovani come lei.
Il nonno si inclinò leggermente verso di lei, quasi a volerla rassicurare: la cosa peggiore, pensava, era quando le persone accettavano le ingiustizie senza più lottare.
Natalia rifletté a lungo, chiedendosi se avesse senso continuare a credere nel merito, nonostante tutto sembrasse remare contro di lei.
Il nonno, con un cenno del capo e un sorriso rassicurante, le disse con convinzione che il merito, anche se ostacolato, alla fine trova sempre la sua strada e premia chi non si arrende.
Natalia sorrise, ispirata dalle sue parole: iniziava a credere che, anche in un Paese come il nostro, il tempo avrebbe dato valore a chi lo meritava davvero.
Il nonno la guardò con fiducia, certo che Natalia, con il suo impegno e il suo esempio, avrebbe contribuito a costruire un futuro migliore, perché il cambiamento, per quanto lento, è inevitabile quando c’è chi lotta per ciò che è giusto.
La MERITOCRAZIA: un valore fondamentale che dovrebbe guidare ogni società, ma che troppo spesso resta un’utopia. Questo video vuole essere una riflessione su quanto sia importante riconoscere e premiare chi si impegna, chi studia, chi lavora duramente per raggiungere i propri obiettivi. Viviamo in un mondo dove, purtroppo, le scorciatoie e le raccomandazioni spesso prevalgono sull'impegno e sulla competenza. Eppure, non possiamo arrenderci a questa logica. La meritocrazia è ciò che dà speranza e stimola le persone a migliorarsi continuamente. È il motore che muove il progresso e rende possibile costruire un futuro più giusto per tutti. Attraverso questo video, voglio invitare chiunque lo guardi a riflettere sul valore del merito e sull’importanza di non arrendersi mai, anche quando il sistema sembra remare contro. Solo chi continua a lottare per ciò che è giusto può davvero contribuire a un cambiamento reale. La musica evocativa di Ennio Morricone C'ERA UNA VOLTA IL WEST e le immagini scelte vogliono accompagnare questa riflessione, offrendo un momento per fermarsi e pensare: come possiamo, ognuno nel nostro piccolo, fare la differenza? Come possiamo premiare il merito e ispirare gli altri a fare lo stesso? Lasciate i vostri pensieri nei commenti e, se condividete questo messaggio, aiutatemi a diffonderlo. La meritocrazia non deve essere solo un sogno, ma una realtà concreta per il bene di tutti.
La meritocrazia è una verità che farebbe del bene al mondo intero. Dare merito alle persone capaci di svolgere il proprio compito con capacità, professionalità, scrupolosità e conoscenza nel campo lavorativo e fase di apprendimento, eviterebbe tanto spreco di tempo e denaro, che molti incapaci occupando dei posti a loro dati senza averne merito, causano danni inestimabili alla società. Non elenco i danni perché in ogni ramo ve ne sono a profusione, in cui compresi anche quelli per la salute umana. Le raccomandazioni il nepotismo e tantissime altre forme di usurpazioni di titoli acquisiti con scambi di favori, porta a far riflettere che chi veramente merita ed è valido debba pagare per le sue capacità il prezzo della disoccupazione, nel capo lavorativo e in quello della scuola nel sentirsi frustrato dal non riconoscimento del suo lavoro e capacità. In tutti i domini lavorativi e non, incontro sempre persone che sovente sono inadatte alla loro professione o ruolo sociale. Penso Domenico, che di personaggi famosi storici e persone che non sono emerse perché non avevano conoscenze o mezzi pecuniari hanno dovuto rinunciare, con amarezza, malgrado la loro intelligenza e capacità di arricchire il Paese, a svolgere il lavoro, lo studio per andare altrove e regalare ad altri paesi la propria conoscenza, capacità di mettere in atto ciò nel proprio Paese, ma che è dato al raccomandato di turno. Spero che questo tuo video sia visto e condiviso da tutte le persone che hanno subito ingiustizie del genere. Che la meritocrazia sia riconosciuta a tutti i livelli e che finiscano i favoritismi per sempre, per mettere freno all'ignoranza che danneggia persone e la società di cui facciamo parte. Un paese civile e democratico non ha bisogno di sottostare a regole di tirannia ereditaria. Grazie Domenico, per aver lanciato questo tema che interessa tutti, tranne i furbetti & Compagnia.