martedì 8 novembre 2022

LA ROSA NEL GIARDINO


Era da anni che più nessuno si occupava di quel giardino in fondo al parco, circondava una vecchia villa decrepita. 

Le erbe infestanti facevano da padrone, avevano occupato tutti gli spazi che ormai da tempo non erano stati più curati.

Il Giardino si guardava intorno per scorgere se si fosse salvato al meno un fiore di quelli che aveva visto tante volte colorare i suoi giorni.
Ogni mattina, al sorgere del sole si guardava e ricordava
quello che era stato, ornato da tulipani colorati, da primule e viole, mimose e tante margherite che coprivano la sua
superficie… I ricordi lo facevano sognare.

Ogni sera, prima di addormentarsi, raccontava alla luna che gli teneva
compagnia, la sua disperazione per l’unica rosa che aveva
piantato le radici nella sua terra, sino a toccargli il cuore, e
della quale si era innamorato, ma che, purtroppo, non era
più rifiorita. Raccontava della sua bellezza, sussurrando alla
luna, il velluto dei suoi petali rosso fuoco, della sua
eleganza vestita di spine e foglie verdi e del profumo che lo inebriava ogni sera.
La luna l’ascoltava, e una sera di maggio, intenerita dalla sofferenza del povero giardino,
lasciò cadere una lacrima che brillava di una luce bianca e pura che, appena toccò il suo suolo, formò un cerchio, nel centro
del quale, spuntò una piccola gemma che illuminò con i suoi raggi, mostrandola al giardino.
Poi una nuvola coprì la luna ed il giardino ebbe giusto il
tempo per vedere la gemma. Un brivido percorse la sua
terra e felice del dono, si addormentò aspettando il giorno.
Quando la mattina seguente si svegliò, la piccola gemma
era già cresciuta: era una pianta di rosa; quando se ne rese
conto, la gioia lo pervase e tremò tutto il terreno, tanto, che le erbe infestanti ne furono scosse.
La rosa per qualche giorno rimase anonima, nessuno si era accorto di lei, ma le attenzioni che il giardino le prodigava,
scuotendo le erbacce perché non invadessero il suo spazio, fece ingelosire l’edera.
Un giorno la rosa sbocciò e si elevò al disopra delle erbe infestanti, sfoderando tutta la sua bellezza nei petali vellutati cosparsi di brina mattutina.
Brillava al sole come una regina con il diadema di diamanti gocciolanti, poggiati sulla punta dei suoi petali aperti,
mentre sorrideva al giardino, che innamorato ed estasiato,
teneva a bada le erbacce, perché non le facessero male.
L’edera ancora più gelosa strisciò silenziosa ed uno dei suoi tanti tentacoli avvicinò la rosa, poi, fingendosi amica, elogiò la sua bellezza e le domandò di abbassare le sue spine per
poterle porgere una carezza. La rosa gentile ed ingenua,
acconsentì ed abbassò le spine sotto lo sguardo atterrito del
giardino che nulla poté fare per impedire all’edera di
avvicinarsi.
Appena la rosa si svestì delle sue spine, l'edera con forza
estrema serrò forte il suo bocciolo, fino a
soffocarlo e spezzarlo. Il bocciolo della rosa cadde sulla terra del giardino, il
quale disperato l’accolse sul suo petto piangendo insieme al cielo il suo amore.

Anna Giordano