-
Ho paura!
Disse l’Acqua
-
Di non poter più
scendere giù dai ghiacciai, fresca e
gaia, scorrere verso il fiume, per dare da bere alle colline in fiore e alle
pianure in Primavera.
Il Tempo rispose:
-
Tu sai che la Primavera, non la si attende più? Ella,
ha preso il posto del generale Inverno e del latitante Autunno. I due compari, cercano
a tutti i costi, di riprendere il proprio posto. Intanto l’Inverno aspetta che
l’Autunno giunga al suo posto, per sostituirlo al momento giusto. L’Autunno, a
sua volta, cerca di sottrarre all'Estate il sole, per mettere al suo posto, la
pioggia, mentre l’Estate d’intesa con la Primavera le passa il testimone e continua la corsa.
Purtroppo, il vento cambia e le stagioni non sono più come una volta, e sì… il
lato femminile è prevalso sul maschile. Vedi mia cara Acqua, le quattro
stagioni si dividono in due gruppi, due stagioni maschili e due femminili, ora
prevalgono che le femminili: la
Primavera e l’Estate.
- È
sì, è proprio una brutta storia. -
Dice l’Acqua, e accondiscende con
quanto sostiene il Tempo e poi aggiunge:
-
Però bisogna fare pur qualcosa, altrimenti poi come
sempre, si dice che la colpa sia solo femminile. Il mondo fu creato perché vi regnasse armonia,
e non tirannia, tutte le cose sono
state create sull'ago della
bilancia, perché il giusto fosse arbitro dell’equilibrio che si sposò, da
sempre, con l’armonia; per essere d’esempio all'uomo, così come tutto sul pianeta
che ci ospita.
-
Non mi parlare dell’uomo, ti prego!
Interruppe il Tempo, adirato.
-
Questo pianeta fu dato loro come rifugio, gli fu
permesso di vivere dei suoi frutti, gli venne concesso di berne le sue acque,
di vivere liberi sulle sue terre. In cambio l’uomo promise al pianeta di
occuparsene, di tenerlo pulito, di coltivarne i campi, insomma di essere amici,
e ogni volta che l’uomo prendeva alla Terra,
sapeva che in cambio le doveva il
rispetto, per omaggiare se non altro, il matrimonio tra l’equilibrio e l’armonia.
Purtroppo, tutte le cose hanno
una fine, ma per l’uomo è stato solo un fine per raggiungere il suo scopo
sciocco, quello di fare il proprio comodo a discapito della Terra senza più
tener conto del patto, da parte dell’uomo, col tempo non fu più rispettato,
perché avido a tal punto, da ignorare i segnali che madre Terra gli aveva
inviato e che ancora continua ad inviargli. Per tutti questi anni, ha sempre
fatto finta di non capire, troppo intento a pensare cosa potesse inventarsi, a
discapito di essa, per arricchirsi;
anche se lei, la “Terra”, gli ha
dato tutto, come una madre a un figlio, chiedendo in cambio solo di un po’
d’amore e di accortezza.
Quando negli anni, lei ha visto le
nefandezze del suo inquilino, ha deciso di usare la sua forza, che pende in
questo momento, quasi tutta da un lato; un po’ come una nave che affonda, e che
da sola cerca di mantenere a galla, in attesa che l’uomo se ne accorga e per ricordargli, che ancor prima che lui
arrivasse, la terra e l’universo lo
avevano preceduto. Lui, povero meschino,
se non si dà da fare, per raddrizzare la
nave, affonderà insieme ad essa; e, penso che le ricchezze che ha
accumulato,non serviranno a niente. La
Terra , è il regalo più prezioso che mai sia stato donato, insieme
alla vita, agli esseri viventi. Sia il pianeta Terra che la vita, hanno bisogno
l’una dell’altra per la sopravvivenza e
per rispettare così il matrimonio tra l’equilibrio e l’armonia. Mia cara Acqua,
io posso solo dirti, di potere dare agli uomini ancora un po’ di tempo, perché
facciano
ognuno il proprio compito, prendere per dare, è questo il
mio motto, adesso
l’uomo deve
soltanto dare, e vedrai, almeno lo
spero, che tutto ritornerà equo sull'ago della bilancia.
27 Ottobre
2007 Anna Giordano