domenica 30 aprile 2017

Primo maggio 1947.


  
E le ginestre olezzavano al vento,
mentre le grida si levavano al cielo.
Furono in tanti a patire il martirio
Per contestare una vita da schiavo.

E le ginestre olezzavano al vento,
mentre la storia scriveva il tormento.
Furono in tanti a cadere nel rogo
Dei diritti bruciati, negati col sangue.

Sfilano in tanti brandendo bandiere,
per festeggiare ancora oggi il lavoro.
No! Non fu vano il loro martirio …

E le ginestre profumano ancora, 
per ricordare l’eccidio lontano
in quel agguato,
del  primo giorno di maggio.


29/04/2017 Anna Giordano

domenica 16 aprile 2017

DISCORRENDO, CORRENDO VERSO L'AMORE



Non è con la guerra che si costruisce la pace, 
ma con l'amore che disarma chi è armato, 
poiché non ha bisogno di sparare chi non l'aggredisce. 
La pace è la chimera di tutti, 
ma sono pochi a sognarla 
come stato permanente di ogni nazione.
La pace è il rispetto che si ha per gli altri, 
ma su tutto per se stessi
Chi semina guerra raccoglierà  guerra 
e con essa la distruzione di ogni buon sentimento, 
l'odio abiterà  nei cuori 
e per la pace non ci sarà più scampo. 

Quando dicono che non ci sono soldi  per sfamare chi popola il terzo mondo, forse dimenticano i soldi sprecati per alimentare le guerre, che 
basterebbero non solo per sfamare, ma farebbero vivere in pace il mondo intero, cancellando la povertà.
Il vero problema risiede nella testa di coloro che, per educazione ricevuta, coltivano l'idea di essere migliori esercitando ed imponendo la propria forza con il potere e le armi. 
Nessuno ha insegnato loro che siamo solo di passaggio?
Questa continua supremazia del forte sul debole è e sarà la vera bestia da combattere! 
Penso che, in quanto donna, la donna debba farsi carico, innanzi tutto , d'insegnare l'amore, l'umiltà , la pace ai propri figli. 
Di prendersi le responsabilità verso la loro educazione, di farli crescere, insieme al marito o compagno, in un atmosfera di vera famiglia, dove vigono le regole dell'educazione, basate principalmente sul rispetto e l'amore per il prossimo. 
Senza regole si corre verso l'anarchia, che stravolge ogni verità. Il compito di una mamma o padre, dovrebbe, responsabilizzare, in rapporto all'età, i propri figli che saranno  i futuri padri e madri delle società a venire.  
Fin quando non ci saranno delle vere e proprie responsabilità verso i propri figli, in quanto genitori, e non amici dei figli o difensori a torto per le marachelle degli angioletti, futuri diavoletti... correremo verso il baratro di questa società che di giorno in giorno si disgrega sempre di più, fino a creare una determinata incompatibilità  fra gli esseri umani, causando l'autodistruzione degli stessi. 

L'uomo sembra che stia attraversando un momento di capovolgimento attitudinale, tutto si sta ribaltando. Sembra che le sue azioni stiano ritornando a riflettere quelle delle sue origini primordiali; ritornando all'era delle caverne. 
Oggi sono molti per non dire troppi, gli uomini che hanno potere di vita e di morte sulle donne, in particolare. 
La donna, figura da sempre sottomessa all'uomo e non solo all'epoca delle caverne; oggi la donna subisce ancora e paga con la vita, le prepotenze dell'uomo. 
Se si mette a confronto l'uomo primitivo e quello attuale, vediamo che non ci sono differenze dal punto di vista di comportamento poiché i due hanno potere e dispotismo sulla donna. 
Malgrado ci sia un abisso fra i due dal punto di vista evolutivo dei tempi, ma che non ha cambiato comunque nulla nel modo di vedere la donna, poiché per un sì o per un no, vengono private della loro vita. 

Allora mi rivolgo alle mamme e dico loro che educare i figli sia la cosa più importante che ci sia, se vogliamo che il mondo possa cambiare! Educhiamoli a rispettare la donna e l'uomo, con gli stessi principi e senza differenze di sesso; apprendiamo loro a fare i lavori domestici, come lo facciamo con le bambine, installiamo con loro il dialogo e non lasciamoli soli con un PC, o telefonino. 
Facciamo in modo che si sentano accuditi, seguiti, insegnando loro la tolleranza, la carità, l'Amore verso se stessi e verso gli altri, insegniamo loro  a saper distinguere il bene dal male. 
Facciamo loro degli esempi, i bambini amano le favole non li facciamo diventare subito adulti, diamo loro il tempo di vivere la loro età , permettendogli di pensare, di capire. 
Non facciamo dei nostri bambini dei mostri, lasciamogli 
la loro ingenuità senza deriderli. 
Guardiamoli dormire e capiremo quanto sono fragili. 
Non esercitiamo su di loro le nostre esigenze, inclusa la fretta di farli crescere. 
Diamo loro il tempo di assimilare attraverso le loro esperienze, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, con la cadenza del tempo che ci vuole, vissuto in ogni suo attimo; anche se è difficile conciliare il tempo degli adulti con quello dei bambini, ma una cosa è certa che un genitore, in particolare le mamme, sanno che mettendo al mondo un figlio hanno l'obbligo di occuparsene. Essere mamma non vuol dire solo essere genitrice, dare la vita è molto più semplice che educarli. Una buona mamma veglia all'incolumità del proprio figlio, ma non solo quella del corpo, deve soprattutto 
vegliare a quella della sua anima... Se vogliamo 
che i nostri figli e figlie non debbano vivere nell'angoscia 
della guerra e la distruzione, dovuta all'assenza 
di educazione alla pace e al rispetto. 
Seminiamo nella loro vita l'Amore l'unico antidoto 
contro il male.  


12/03/2017 Anna Giordano

giovedì 13 aprile 2017

La magia del divagare nei ragionamenti.



Prendendo una parola a caso come: infinito, che normalmente ed etimologicamente indica ciò che non ha fine, ma che personalmente ho voluto pensare e di conseguenza, divagare, confidando il mio pensiero a questo foglio cambiando il mio punto di vista capovolgendo il significato della parola, scrivendo quanto segue:  In- finito = nel finito.

Con la parola “infinito” si definisce ciò che non ha fine, senza limiti, dando una dimensione non finita al pensiero, che la rende finita. 
Cerco di spiegarmi o almeno ci provo, ragionando con me ed il foglio…Una cosa che è finita è definita dal pensiero, qualcosa che ha tutte le caratteristiche per essere definita tale. L’infinito, in un certo senso, assume un concetto di finito anche se la parola è nata per dire che non ha limite, ma che comunque, definisce con essa il limite del suo significato. Se penso al mare che non è infinito, eppure molte volte è indicato come tale in quanto immenso e, apparentemente, senza limite. Paragonandolo all'infinito, anche non essendolo, la parola: infinito, dona al mare l’immagine di qualcosa che non ha fine e né limite poiché sconfina oltre il nostro sguardo.
 Permettendo alla nostra mente di capire con semplicità l’idea della sua smisurata quantità d’acqua da cui è composto e senza doverne quantificare in cifre i litri, rendendo la visione o idea che sia, più complicata da capire di quanto sia enorme la sua massa d’acqua, quando invece, può darla da sola la parola: infinito. Ciò aiuta a rendere l’idea, almeno credo,  sul significato di questa parola, limitando l’infinito ad essere contenuta in una piccola parola di solo otto lettere e che  a sua volta, limita in essa la quantità senza fine. E allora, direi proprio che l’infinito risieda nel suono delle parole. Parole per le quali, bastano solo ventisei lettere, comprese le vocali, che ci servono per  parlare e scrivere all'infinito, ed il paradosso sta proprio nell'usare un numero di lettere definito per farlo. Come  pure per i numeri, con nove numeri, più lo zero, si possono generare tutte le possibilità numeriche, infinite e finite, così anche per le note musicali che sono sette e bastano per imbastire ritmi e melodie a perdita d’udito. Che meraviglia l’estro delle menti che con un esiguo numero di lettere, numeri o note possano creare col loro limite: l’infinito.

07/03/2017 Anna Giordano