lunedì 17 giugno 2019

PENSIERI SPARSI



Puntare il dito è un gesto che sovente si fa, a volte senza neppure riflettere. 

Il gesto può significare tante cose, come: 
accusare, indicare, cogliere l'attenzione, condividere con una o più persone qualcosa di rilevante, tanto da attirare la propria e l'altrui attenzione verso un punto, che diventa anche un punto d'incontro...
Quindi, il dito è il primo punto da osservare per sapere dove conduce lo sguardo.
 È   un po' come  un semaforo, attira l'attenzione guardandolo per rendersi conto su cosa fare.
Il dito, come il semaforo ha la sua  importanza, suscitano entrambi attenzione, indicano, ma dopo passano in secondo piano; il resto che presta interesse è l’oltre, oltre il dito, oltre il semaforo diventa una personale scelta.
Scegliere se fermarsi al giallo, quando si può ancora andare oltre oppure fermarsi, tenendo conto di tutti gli altri fattori, la prudenza nel fermarsi o la sfrontatezza nel passare rischiando il rosso,  mettendo così in pericolo le persone che sono sulla stessa strada.
Penso proprio che guardare il dito, porti automaticamente, a dover tenere conto di tutto il resto per capire cosa e perché stiamo guardando e cosa vediamo, e gli altri come vedono il punto che indica! Se fosse altrimenti, il punto indicato rimarrebbe solo un punto perso nel nulla, al quale non si riuscirebbe a dare un’identità o spiegazione a tutto quel che ne segue, così come l’utilità di un semaforo nel deserto.

14/10/2015 Anna Giordano