mercoledì 23 dicembre 2015

LA STRADA (Poesia)



La strada,
luogo in cui si affronta la vita.

Faccia a faccia con la realtà,
con le insidie che in essa si celano.

Giungla d’asfalto
dove s’ impara a camminare.

La strada,
impara a difendersi
a combattere,
t’intrappola e si diventa
o figlio di puttana o fesso e basta.

La strada è una matrigna senza cuore,
può far di te qualcuno oppure nessuno,
la strada è di tutti, è là.

T’insegna a dire no a chi non ti lascia vivere,
ad affrontare le avversità oppure,
soccombi abbandonandoti alle sue insidie,
senza una meta e senza un domani,
nelle sue mani,
fredde e senza amore.

La strada è dolore,
per molti è anche piacere, sì,
piacere di camminarvi
piacere di trovare nuovi amici,
di riscaldarsi le mani con le caldarroste,
di passeggiare mano nella mano,
sognando.

La strada accoglie anche chi ha perso la sua voce,
sì, per chi il domani non ha più incroci,
e cieca,
scorre davanti agli occhi senza luce…
dove ognuno passa e non ti vede
perché fa freddo e ha fretta di rientrare a casa. 
E tu, nel tuo cartone,
la tua casa,
rimani lì a guardare come piove...

 
 Anna Giordano

venerdì 18 dicembre 2015

Lettera a Gesù bambino (Poesia)



Caro Gesù bambino,
Natale è ormai vicino,
molti sono i credenti,
diventati miscredenti .

L’amore che ci hai insegnato,
nel tempo si è smarrito.
Gli uomini han barattato
il cuore con un sasso,

han scelto per amico,
il male, tuo nemico.

Parlano solo d’odio,
di guerre e di vendette, 
come tu nel Vangelo
parli solo d’amore.

Caro Gesù bambino,
fa’ che nei loro cuori, 
si svegli per la tua nascita,
il dormiente amore.

Fendi la pietra che
ha sostituito il cuore,
e fa’ che vi germogli
un filo d’erba e un fiore, 
in nome dell’amore,

per generare un oasi
di pace e di dolcezza,
affinché il deserto in essi
ridiventi un cuore.
                                         
Anna Giordano


giovedì 17 dicembre 2015

UN PRESEPE REGALE

Reggia di Caserta:

Alcuni dettagli del presepe allestito all'interno di una grande teca di vetro alla Reggia di Caserta. 










domenica 6 dicembre 2015

LA PAGINA BIANCA

Ogni qualvolta mi trovo davanti ad una pagina bianca, mi domando se sarà quello il momento che darà inizio alla sua storia. 
Già, una pagina bianca può dire molto, come può anche non dire niente.
Può raccontare la triste solitudine in un deserto di parole mai scritte, un mondo senza colori, il vuoto dello scrittore, la perdita di memoria, la vastità del nulla, la purezza di un fanciulla, la differenza dall'oscurità, la libertà del silenzio, un punto bianco perso sulla neve, una finestra aperta sul pensiero, l'attesa: pausa senza fine.
Oppure, un muro bianco da dipingere, la nullità fine a se stessa, l'utilità di poter diventare futuro, la pagina da conservare per gli appunti, la sosta prima della decisione, la voglia di sporcarla con un disegno, il transito tra il dire e il fare, la sensazione dell'ordine asettico, la fragilità del bianco di una coscienza, l'innocenza di un bambino, il bianco nel negativo, una fotografia senza immagine, la pagina da voltare, da dimenticare.  
La vita da raccontare su questa o quella pagina bianca, la sola ad essere ambita prima d'essere scritta, la sola ad essere pulita prima d'essere sporcata. 
La sola, a testimone di una vita che forse sarà scritta, la sola che segnerà l'interruzione di un pensiero che può spegnersi con la vita e che mai più sarà scritto…
Ecco! 
Un pensiero, una storia da iniziare per dar vita ad una pagina ancora bianca.
Anzi, ora non più bianca poiché le ho affidato questo pensiero.

27/10/2015 Anna Giordano


mercoledì 25 novembre 2015

DIAMOCI UNA RISPOSTA (Poesia)



Odio, 
una parola strana,
se la si scompone diventa: 
“O Dio”
prende la forma di un’implorazione
per dire che l’odio deve sparire...

O Dio, cosa fare davanti a tanto orrore?

L’odio è rancore,
è ancor odio senza una fine.

Odiosa è una persona non amata.
“O, Dio sa" , 
la frase che si potrebbe estrapolarne.

Sì, Dio sa che l’odio esiste ed il male persiste.
L’odio è cieco ma non Dio.

Perché Signore non fermi il male?
È questa la domanda che non trova risposta.

Il male è in noi?
Sta a noi non permettergli d’entrare?

Perdono, 
vuol dire che pérdono coloro che lo concedono?

Pérdono cosa Signore?


Pérdono forse l’odio 
che col perdono esulano dal proprio cuore?


Anna Giordano

10/2008


venerdì 20 novembre 2015

Perché la Terra è tonda?


Vi siete chiesti mai perché la terra sia tonda?

Un cerchio non ha inizio e non ha fine, ma solo congiunzione in ogni punto.

Non ha per cui, neppure quei confini che una mente chiusa in quelli suoi, un giorno li inventò, 

rendendo spigolosa questa terra che da millenni gira senza sosta nell'infinito spazio, e dove la libertà è stata uccisa.

Dove, ogni inizio si ricongiunge con la fine in ogni dove e ricomincia il giro senza sosta.

La sua rotondità c'insegna: la perfezione e l'eguaglianza, la libertà del movimento senza fine.

Di quella del girovago che vaga, esule, invano, poiché si scontra col muro della libertà uccisa, quello dei limiti minati, dove il giro si spezza e non si ricongiunge. 


Anna Giordano

mercoledì 11 novembre 2015

            
               "IL PIANETA DELLE FARFALLE"
                                  ROMANZO 
                                        di 

                        PATRIZIA D'ERRICO



Chi è PATRIZIA D'ERRICO?

È sempre riduttivo poter descrivere in poche righe il talento di una scrittrice come Patrizia D'Errico. 
Però in cambio, potete scoprire di più leggendo quel che ha scritto e per cui vi consiglio la lettura del suo splendido romanzo che, dopo averlo letto, mi ha dato l'idea di creare un piccolo angolo in questo mio blog, per dare visibilità ulteriore, a partire da oggi, ai libri che come questo meritano la vostra attenzione. 
Attraverso la loro lettura vi farete un quadro più completo e scoprirete, così, i talenti nascosti. 


A tutti voi che sarete tentati di leggere...

Buona lettura! 


                                                     
TRAMA DEL ROMANZO:
                                           













In vendita online 


martedì 3 novembre 2015

La pianta ed il tramonto (Poesia)

In uno squarcio di tempo le nuvole si accorpano e creano un quadro inedito di sinfonia cromatica.



In uno squarcio di tempo le nuvole si accorpano
e creano un quadro inedito di sinfonia cromatica.

Il grigio si dimena  tra il bianco ed il sereno
e il cielo senza luna si presta a far da sfondo,
con la sua tela azzurra zuppa d’oro e amaranto,
a nuvole baciate da raggi scintillanti
che ornano le chiome con sfavillii di diamanti…

Ed io che sto a guardare con le radici in terra,
ferma, senza volare,
presto i miei rami al quadro per fargli da cornice,
e quei  bagliori intensi di sole vacillante,
baciano i mie fiori viola, ormai senza più luce,
lasciandomi  sul viale di un autunno che avanza
 in un tramonto di pace e colmo di speranza.

Anna Giordano  2 novembre 2015






lunedì 13 luglio 2015

UNA PIACEVOLE CONDIVISIONE

Riporto qui i link di due articoli, scoperti per caso e di cui non ero a conoscenza fino a oggi, in cui si menziona una mia poesia dal titolo:

 " Ricordare per non dimenticare".

Poesia, inserita nei rispettivi programmi riguardanti gli eventi della commemorazione annuale della Shoah e per i quali, sono profondamente onorata di avere dato, anche se a mia insaputa, con la mia poesia, un modesto contribuito alla riuscita delle manifestazioni tenutesi rispettivamente a Reggio Calabria e a Borso del Grappa (Treviso). Grazie!

http://www.strill.it/citta/2013/01/reggio-successo-per-la-manifestazione-qesistere-senza-essereq/
Al teatro Cipresseto, davanti ad un pubblico numeroso, sono risuonate le melodie di brani musicali di Georges Coles con “A Poor Wayfaring Man of Grief”, l’ “Ave Maria” di Caccini, la struggente “Schindler’s List” di J. Williams, magistralmente interpretate da Maria Antonietta Fasanella al pianoforte e da Katia Maggio Battaglia al violino.
Non solo musica, ma anche letteratura, brani, tratti dal libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi passando per   “Ricordare per non dimenticare” di Anna Giordano, e tanti altri, magistralmente interpretati da Giuseppe Dieni, Marina Amedeo e Maria Luisa Ercolino.
Tutto questo per dare voce a chi ha vissuto questo strazio, tutto questo per non dimenticare ciò che è stato, tutto questo per tramandare alle nuove generazioni i valori di chi, pagando di persona, contribuì alla speranza di un mondo migliore.
Con questo evento l’Associazione Arcobaleno e l’Accademia del Tempo Libero di Reggio Calabria hanno voluto dare un contributo, anche se piccolo, per ricordare chi ha subito questo sacrificio, per far si che questi fatti inenarrabili non accadano più.



Per la stessa occasione, condivido con tutti i visitatori di questo blog, il video di cui fino a ieri non ne conoscevo l'esistenza, video prodotto da Andrea De Nisco che gentilmente ha onorato della sua voce e professionalità, la mia poesia. Il video lo trovate qui sotto.

Auguro a tutti buona lettura e buon ascolto! 

https://www.youtube.com/watch?v=1j8d-3R04VM

Anna Giordano.

RICORDARE PER NON DIMENTICARE ( poesia)

mercoledì 17 giugno 2015

STRANI OGGETTI FOTOGRAFATI PER CASO

Strani oggetti risultano su alcune foto da me scattate senza che io me ne accorgessi,  mi piacerebbe sapere cosa sono.

Questa foto fu scattata nel parco della Reggia di Caserta luglio nel 2011 primo pomeriggio. 
Al momento non mi accorsi dell'oggetto sul lato destro, in alto. 
L'ho scoperto solo dopo qualche anno, rivedendo la foto. 
Ingrandendola si può vedere l'oggetto meglio. L'oggetto nella foto in alto a destra si vede come un puntino, sottolineo che non si sentiva nessun rumore di motore,
 altrimenti me ne sarei accorta.
La sua forma, malgrado la foto non sia eccellente, 
la si può distinguere, non è un aereo poiché di forma tonda o ovale, 
ingrandendo questa foto al massimo, si distingue qualcosa di differente 
dal resto di veicoli volanti di mia conoscenza, al centro sembra ci sia una striscia di qudratini che divide l'oggetto in due emisferi.
























la stessa foto di sopra con dettaglio meglio visibile
un oggetto che non sembra altro che un disco volante.
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Ecco un'altra foto che ritrae qualcosa di stranissimo,
scattata dalla finestra del bagno alle ore 02:00 del mese
di luglio del 2011. Un oggetto distante pochi metri 
dalla finestra da dove è stato fotografato inconsapevolmente
poiché, mettendo in ordine le foto nel computer nel 2014
ho scoperto l'oggetto strano che sostava a cinque 
metri circa da terra. In piena campagna, 
ricordo che avevo scattato la foto perché avevo visto
fra gli alberi una lucciola che trovavo strana per
le sue dimensioni molto più grandi che d'abitudine.
Il risultato è stato il seguente...








     





























La stessa foto schiarita rende meglio la visibilità dell'oggetto a forma di robot
sospeso nel vuoto, legato ad un filo o meglio facente parte del filo... nei dintorni c'è solo
campagna e null'altro che due case disabitate. in fondo alla pagina c'è una foto di giorno del luogo in modo da vedere il luogo chiaramente.                                                



l'oggetto strano tagliato dalla foto e ingrandito... Cosa sarà mai?

Ancora una foto che ho scattato 
durante un plenilunio, ma mi sono
accorta solo un dopo un anno, che su una foto 
c'era uno strano oggetto sospeso nel
vuoto, il luogo è lo stesso 
ma un anno prima il 2010 a settembre. 





























L'oggetto in questione è quello che si vede sotto la luna, altre foto strane le avevo
già pubblicate qui su questo blog in "gli oggetti che passeggiano sulle nostre teste"
questa foto fu scattata la stessa sera a distanza di pochi scatti l'oggetto cambiò forma
e lo si può vedere nelle foto che seguono... come sempre io non ho visto nulla durante
gli scatti che personalmente ho effettuato e né udito alcun rumore poiché il silenzio
totale avvolgeva la sera in piena campagna.  























Questa fu la prima foto scattata quella sera e che ho pubblicato in un'altra pagina di questo blog intitolata: "gli oggetti che passeggiano sulle nostre teste" oppure sulla pagina" i quadri della natura" dove ci sono altre foto in cui l'oggetto cambia forma e
scende sulla collina sottostante...

























































Qui sotto un dettaglio della foto sopra riportata, il posto è sempre lo stesso, la collina sottostante ha solo alberi e non è abitata.


       
Foto sempre scattata dalla stessa finestra poco prima della sera. Qui ho fotografato una luce che poi si è rivelata  tutt'altra cosa... ingrandire la foto e si vede un dettaglio che ho riportato sotto perché poco visibile sulla punta degli alberi sottostanti. Si direbbe un agglomerato di vari oggetti. Le foto sono due e ognuna accompagnata da due rispettivi dettagli che ingrandendo si possono vedere più nettamente gli oggetti in questione.
dettaglio in alto al lato sinistro
Foto intera di quella sottostante. è necessario ingrandire per vedere l'agglomerato di oggetti sospesi nel cielo al di sopra degli alberi, piccola macchia bianca
Dettaglio foto di sopra ( ingrandire per meglio vedere)
Foto scattata in piena notte con un semplice apparecchio fotografifico obiettivo portato quasi al massimo per cui il filo dell'illuminazione dei lampioni in strada,  che passava davanti al balcone risulta molto spesso comunque l'oggetto sottostante e appena visibile, come sempre schiarire e ingrandire la foto per vedere meglio, è stranissimo. Sotto il dettaglio è stato schiarito ed ingradito. 




oggetto nel riquadro da me sottolineato in alto a destra. da ingrandire. Sotto dettaglio dello stesso oggetto fotografato dopo qualche ora. l'oggetto non faceva rumore ed era sospeso nel vuoto si distingue perfettamente la sua forma stranissima.Chi può darmi una risposta in merito?

ecco dopo un po' di tempo l'oggetto che ho riportato ingrandito nella foto sottostante
sovente questi avvistamenti sono stati fotografati durante i pleniluni da come si può vedere

altre foto da me scattate in questo posto sono sorprendenti, col tempo ho imparato a distinguere a occhio nudo, le stelle dalla loro luce, che non è la stessa quando si tratta di oggetti. Potrei riempire il blog di foto di oggetti non identificati catturati nel cielo col mio obiettivo...ma mi fermo qui per il momento e mi domando come fa un oggetto, come in questa foto, a rimanere sospeso nell'aria senza un motore e un'altra domanda che mi pongo: cosa sono? Non venitemi a dire che sono sonde meteorologiche o quante altre spiegazioni senza senso, spiegazioni da dare a bere a chi non osserva mai le anomalie che passano nel cielo, banalizzando la cosa e facendo passare, chi fornisce prove tangenti, per dei visionari, questi oggetti sorvolano o appaiono nei nostri cieli, così come li vedete in queste foto.
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ecco la foto del luogo, scattata in un altro periodo, dove è sceso l'oggetto facente parte del filo... Il lampione, come sempre, acceso e che quella notte si era spento.

martedì 9 giugno 2015

I TEMPI DEL TEMPO ( poesia)

Vivo il presente che sarà il passato,
vivrò il futuro che sarà il presente,
il tempo è solo presente è l’attimo che vivo!

L’inganno è nella mente:
pensando che il passato preceda il presente,
se pure, paradossalmente,
indica il tempo che è stato già vissuto,
solo il futuro è primo nel presente,
nonché nel passato.

Presente: funambolo che scivola sul filo immaginario dei tempi del tempo
sospeso tra il futuro ed il passato.

Un labirinto strano, il tempo della vita,
che ripercorro in  mente con mille entrate nel passato
ed una sola uscita nel presente.

E qui, vedete, in questo preciso istante,
nel leggere, leggete.

Vivete il presente, che è già passato,
ed il futuro è già presente,  
in un tutt'uno si fondono,
nello stesso punto e nello stesso istante
e prendono il nome di tre tempi distinti.

Sono certa e ribadisco,
che solo un tempo esiste ed è il presente!
Passato, futuro, non sono altro che i tempi del suo tempo.

Povera la mia mente, 
che confusione…
quando si spegnerà
in quel preciso istante del presente…
pensate che tutto si fermerà?

No poiché io farò parte del passato,
sì, ma anche del futuro,
di chi ricorderà nel suo presente il mio passato…

Penso, che dopo tutto il tempo impiegato,
a raccontarvi i miei pensieri e dubbi,
mi fermo qui e aggiungo solo:
che i tempi del tempo sono imperfetti,
e se continuassi a ragionarci, non finirei più,
e il tempo poi : dal futuro, presente, passato,
ahimè, diverrebbe infinito!  

Anna Giordano  24/04/2007                    


domenica 7 giugno 2015

Vita in paese

Il bar del Nobile era l’unico bar del paese. Il suo proprietario, che vestiva con raffinata eleganza, aveva un aspetto distinto e il suo modo di parlare lo caratterizzava perché la sua erre sembrava che rotolasse sul sapone. In armonia con gli amici lo aveva battezzato proprio così: il bar del Nobile. Era il luogo di ritrovo di tutti, amici e non. Era situato in una piazzetta dove una fontana a zampillo sputava acqua a singhiozzi dal muso di un delfino arrugginito. Sulla destra, un giardinetto accoglieva i bambini per giocare e di fronte al bar la strada erta portava alla collina dei fichi, che era un piccolo quartiere. Nel paesino era d’usanza ribattezzare gli amici con un soprannome, per identificarli subito.
Pasqualino detto Occhio Fino a causa della sua pronunciata miopia, Peppe detto il Professore per i suoi atteggiamenti da intellettuale, e Antonio che tutti chiamavano il Cancelliere a causa del suo lavoro, che consisteva nell'aprire e chiudere il cancello del cimitero, stavano seduti davanti al bar. I tre solevano riunirsi lì dopo il lavoro, ad orario fisso, e parlavano del più e del meno.
Occhio Fino diceva dell’arrivo nella giornata di una nuova famiglia in paese, madre padre e figlio, questo ultimo, probabilmente loro coetaneo, sui trentacinque anni all’incirca, in base a quanto gli era stato riferito.
Il professore domandò subito che professione esercitasse il nuovo arrivato, egli era curioso
sempre di sapere, che tipo di lavoro svolgessero le persone, perché così, le catalogava nel suo registro mentale, per poi sfoggiare loro tutto il suo sapere e passare ai loro occhi per un erudito.
Occhio Fino non poté fornirgli altre informazioni, non conoscendo ancora la persona.
I tre amici stavano sorseggiando, come di consueto, il loro aperitivo, quando il Cancelliere seduto accanto ad Occhio Fino esclamò con stupore: « Occhio Fino, ma sono i miei occhi oppure quel camion che sta giungendo, non ha l’autista ?»  
Occhio Fino rispose: « Ma proprio a me lo chiedi, io vedo il camion, mi sembra che l’autista ci sia, o no ?»
Il Professore che volgeva le spalle alla strada erta, domandò di quale camion stessero  parlando, il Cancelliere rispose: « Quello che, se non ci togliamo di qui ci viene addosso. Non c’è l’autista !»
Il Professore scattò dalla sua sedia in piedi, guardò il camion che avanzava in loro direzione e gridò:
«Nessuno a bordo! »
Tutti si buttarono a terra, sul lato del giardinetto, quando, a loro sorpresa il camion si fermò.
Lentamente cigolando, si aprì la portiera e ne uscì fuori un ragazzo, all'incirca delle loro età, alto non più di m.1.40, baffi  curati, indossava una tuta verde, che era stata accorciata conservando tutta l’ampiezza, tanto da fare uscire appena, le scarpe nere a punta tonda sulle quali poggiava sopraelevato da due tacchi di circa 5 centimetri. Non era un nano, sembrava più un bambino che non un adulto.
Salutò tutti con un: « Salve !»
I tre amici che nel frattempo si erano alzati, cercavano di darsi un contegno, spazzolandosi i pantaloni.
Imbarazzato, il Professore avanzò verso di lui tendendogli la mano e disse: «Mi presento, Peppe, per gli amici: il Professore. Stavo insegnando loro una tattica di rugby, e tu da dove vieni ?»
«Io sono nuovo, sono appena giunto, abito sulla collina dei fichi», i tre si guardarono, «mi chiamo Mario e faccio il camionista, non ho amici, sono sempre all'estero, lì ho qualche amico, voi siete i primi ragazzi che incontro qui». I tre lo invitarono a bere con loro, Mario li ringraziò e salutandoli, entrò nel camion e ripartì.
Appena si allontanò i tre, insieme al Nobile, lo battezzarono “Il Marziano”.

Anna Giordano