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Viviamo la vita a piccoli morsi e non ingozziamoci con bocconi obbligati ad
inghiottire, riempiendosi lo stomaco senza averli assaporati e né goduto del
loro gusto, col quale alimentiamo quello della nostra vita. Tre sono gli stadi
che suddividono la vita, la nascita, il vivere e la morte, la nascita
comprende, sin dal concepimento lo spazio che serve alla vita di crearsi ed
essere pronta ad elargirsi per occupare lo spazio a lei riservato per
continuare la sua espansione, che comprende, la conoscenza dello spazio
in cui continua ad espandersi sempre di più insieme alla conoscenza, fino a
raggiungere una parte del suo spazio vitale, dove la conoscenza e l'esperienza
rendono la vita consapevole che esiste una costante, quella della ragione, che
va rispettata, ma con essa vi è anche il tempo, che come un giudice batte col
suo martelletto il ritmo che è da seguire insieme alla ragione. Il tutto
diventa un ordine da rispettare senza potersi liberare da quel fardello che
lega piedi e mani e non permette più di stonare in una orchestra che va a
tempo. Suonano tutti, senza distrarsi per non perdere il tempo, quello, lo
stesso che ci condiziona a non espanderci, a sopportare anche una cacofonia di
suoni poco gradevoli, ignorando la vera sinfonia, quella del creato che è
la più dolce melodia che abbia mai udito, fermandomi per ascoltarla. Ecco la
parola chiave: fermarsi! Fermarsi in questo spazio a noi destinato per viverlo così
com'è stato creato. Senza che il tempo venga a dettarci cosa fare al posto di
rallentare, senza dover guardare che il tempo passa e non aver prodotto
guadagno, lasciandoci nell'angoscia di dover rimediare all'ammanco. Il tempo
che passa in fretta non lascia traccia, è un po' come la pioggia che cade
intensa, non penetra la terra perché scivola via causando danni, invece la
pioggia che cade pian piano, penetra nella terra e apporta tanto benessere alla
natura e senza danni. Viviamo in rapporto allo spazio di vita e non al tempo!
Tanto, che sia piccolo, grande o immenso, viviamolo col ritmo che noi
stabiliamo e non con quello dettato dall'orologio; in quanto e comunque, non
fermerà l'espansione della nostra vita fino ai bordi dello spazio predestinato,
lí ci sarà la fine di un nuovo inizio, fine che è nata insieme alla nostra
vita, la morte, che delinea lo spazio conosciuto e quello che inizia insieme ad
essa e che non conosciamo, che ho definito da sempre: l'inizio della fine. La
vita come l'universo ha avuto un inizio di cui non ne conosciamo le origini ed
ha forse una fine di cui, ugualmente, non ne conosciamo il seguito, ma paragonando
la vita all'universo, che è in continua espansione, ragionevolmente, mi fa
pensare che lo spazio non abbia fine ma si espande anch'esso in base alla
teoria dell'espansione della materia, che sia visibile o invisibile. Proprio
come la vita, visibile e la morte invisibile, ma che comunque entrambe
esistono.
Preciso una cosa e ci tengo: questo mio ragionamento, non essendo una
scienziata, ma una ignorante in materia, ho solo espresso in questo mio
divagare nel pensiero, ciò che osservo e cerco di capire, traendone delle
riflessioni, che possono essere del tutto opinabili.
Che ognuno ne tragga la propria visione, che essa sia il contrario o
altrettanto opinabile. Ciò che conta è che sia soprattutto un modo per
stimolare il cervello alla riflessione ed all'utilizzo di esso in modo proficuo
poiché sono troppe le volte che affidiamo alla Intelligenza Artificiale di
pensare per noi.
La mente è la nostra immensa risorsa, una fucina dove le idee si forgiano per
dar vita alla vita, non lasciamo arrugginire gli ingranaggi del nostro
cervello!
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