sabato 21 dicembre 2024

'O RRE PEZZENTE- Poesia di Salvatore De Chiara- regia e voce di Anna Gi...


TESTO IN NAPOLETANO. ’O RRE PEZZENTE Quanta gente aggio tenuto; tutte quante attuorne a mme quanno ’a forza e ’a putenza io teneve cchiù ’e nu rre! Quanta vote aggio stennuto Chesta mano pe ddà aiuto A cchi nun teneva niente E suffreva comm’ a cché. A nu ciunco a nu cecato A na mamma disperata Ca cercava ’o ppoco ’e pane Pecché ’e figlie eva sazzià. E mmaie niente aggio anniato! Hanno tutte apprufittate, ncuollo a mme! Sta riccchezza ll’aggio dato tutta quanta E spugliannome d’ogni ccosa m’è rrimasto ’o riesto ’e niente, proprio comme a nu pezzente! D’int’ a stanza e nu spitale, d’int’o spizzio chi sa addò guardo buono dint’ a ll’uocchie a cchi soffre overamente e ccu nu felillo ’e voce cerca aiuto e stenna ‘a mano; nun fa nfenta ’e nun sentì… stienne ’a mana pure tu tanto ’a tte nun costa niente. Dint’ e viche, mmiezo a gente Ncoppa e ggrare ’e na chiesiella, guarda buono e ttiene mente a cchi stenne n’a manella. Nun fa’ nfenta ’e nun vedé… Stienne a mana pure tu, chella mana ch’he cercato; chella mana t’ha aiutato guarda buono a stu pezzente ch’è cchiù ricco forze ’e te: è proprio isso… chillu rre. Salvatore De Chiara. Traduzione del testo in Italiano, francese e spagnolo a cura di Anna Giordano. ____________________________________ IL RE PEZZENTE Quanta gente ho avuto; tutte quante intorno a me quando forza e potenza possedevo più di un re! Quante volte ho teso Questa mano per dare aiuto A chi non aveva niente E soffriva più che mai. Ad un infermo o ad un cieco ad una mamma disperata Che cercava un po’ di pane Perché i figli doveva saziare. E mai nulla ho negato! Hanno tutti approfittato, su di me! Questa ricchezza io l’ho data tutta quanta E spogliandomi d’ogni cosa Mi è rimasto il resto di niente, proprio come un pezzente! Nella stanza di un ospedale, nello ospizio chissà dove guarda bene dentro gli occhi a chi soffre veramente e con un filino di voce cerca aiuto e stende la mano; non far finta di non sentire… stendi la mano pure tu tanto a te non costa niente. Dentro i vicoli, in mezzo alla gente Sulle scale di una chiesetta, guarda bene e ricorda a chi stende una manina. Non far finta di non vedere… Anche tu stendi la mano, quella mano che hai cercato; quella mano che ti ha aiutato guarda bene questo pezzente ch’è più ricco, forse, di te: è proprio Lui… quel re. LE ROI MENDIANT Combien de personnes ai-je eues autour de moi quand je possédais la force et le pouvoir plus qu'un roi! Combien de fois ai-je tendu cette main pour aider ceux qui n'avaient rien et qui souffraient plus que jamais. A un infirme ou à un aveugle a une mère désespérée qui cherchait un peu de pain pour ses enfants qu'elle avait à rassasier. Et je n’ai jamais rien refusé ! Ils ont tous profité de moi ! De cette richesse que j'ai donnée en entier et en me dépouillant de tout Il ne me restait plus que le néant, comme un mendiant! Dans une chambre d'hôpital A l'hospice qui sait où Regarde bien dans les yeux ceux qui souffrent vraiment et avec un fil de voix cherche de l'aide et tend la main ; ne fais pas semblant de ne pas entendre toi aussi, tends ta main car cela ne te coûte rien. Dans les ruelles, parmi les gens, sur les marches d'une petite église, regarde bien et n'oublie pas à qui te tends une petite main. Ne faites pas semblant de ne pas voir Toi aussi, tends ta main, cette main que tu as cherchée ; cette main qui t'a aidé regarde bien ce mendiant qui est plus riche, sans doute, que toi : oui c'est vraiment Lui...c’est ce roi-là. _________________________________ EL REY MENDIGO Cuánta gente he tenido todos a mi alrededor cuando fuerza y poder ¡poseía más que un rey! Cuántas veces he tendido Esta mano para dar ayuda a los que nada tenían y sufrían más que nunca a un enfermo o a un ciego a una madre desesperada que buscaba un poco de pan por los hijos que tenía que saciar. ¡Y nunca he negado nada! ¡Todos se aprovecharon de mí! Esta riqueza la di toda y despojándome de cada cosa, me queda el resto de nada ¡igual que un mendigo! En una sala de hospital En el hospicio quién sabe dónde mira bien dentro de los ojos a los que realmente sufren y con un susurro busca ayuda y tiende la mano no finjas no oír tiende también tu mano porque no te cuesta nada. En los callejones, entre la gente en las escaleras de una pequeña iglesia mira bien y recuerda a quién tiendes una manita. No hagas como que no ves tú también tiendes la mano esa mano que tú has buscado; esa mano que te ha ayudado Mira bien a este mendigo que es más rico, quizás, que tú: Sí, es realmente Él... es ese rey. Salvatore De Chiara _________________________________

martedì 10 dicembre 2024

GLI INCONTRI E GLI ADDII DELLA VITA

 La vita è fatta di continui incontri ed addii, di situazioni instabili ed obblighi.

Quando stai per abituarti ad una persona, ad una cosa, ad una qualsiasi abitudine piacevole che sia, ecco
che questa sparisce o bisogna staccarsene. Già, capita sin dall'inizio della vita...
Il bambino prima di nascere cresce nel tepore e l’amore del ventre materno per nove mesi, quando poi nasce, lascia quel luogo caldo e dolce, che l’ha nutrito, cullato, fatto crescere, per un mondo tutto differente!
Ciò causa uno shock, il primo in ogni vita, che strappa l’essere umano all’amore della mamma, anche se poi ci si abitua e si abitua alla vista, alle carezze, all’ambiente nuovo che l’accoglie e che resta tale, se non ci sono cambiamenti, fino all’età prescolare ed ecco che si verifica un altro addio, la mamma lo porta all’asilo ed il distacco è ancora uno shock, nuovi visi, nuovi incontri, nuove abitudini che scombussolano il bambino, almeno fino a quando non si abitua e quando ha finalmente installato un rapporto con la maestra, i compagni ecc… ecco che ritorna per tre mesi a casa senza poter vedere i suoi amichetti che a loro volta sono in vacanza, dove incontrano altri loro coetanei, nascono delle amicizie, ma, finite le vacanze, devono dividersi, ognuno lascia un po' di sé nell'atro e qualche lacrima di rimpianto. Però, stare con la mamma ed il papà è di nuovo un piacere… Ma basta il tempo di una estate che c'è di nuovo un distacco e si ritorna a scuola. Nuova maestra nuovi compagni, nuova aula, tutto è da ricominciare. Un nuovo shock e così, per il resto degli anni scolastici.
Poi si diventa adulti e di persone ne sono passate nella propria vita, come pure di cose ed eventi, di stagioni e ricordi e, ci si accorge, che in fondo, la vita si basa su effimeri momenti che si dipanano, giorno dopo giorno, tra incontri ed addii. Può sembrarvi triste e senza senso vivere? Pertanto è così, noi siamo fatti di tempo, c'è un tempo per vivere, un tempo per essere e uno per morire.

Oggi stupidamente, ci sono tante guerre che annientano tante cose, città distrutte, persone che vengono uccise, che siano soldati o civili, non fa alcuna differenza poiché siamo tutti esseri umani, tutti figli di una madre che li ha tenuti al riparo dai pericoli perché vivessero, fossero, ma non morissero prima del tempo previsto. Con le guerre si commettono stragi di vite senza guardare se sono bambini o adulti oppure vecchi! Si uccide solo per il capriccio di dimostrare la propria superiorità, il proprio egoismo e manierismo di elevarsi a potenza mondiale. Sottraendo alle mamme i propri figli che ancora una volta devono staccarsi dalle famiglie per andare a combattere e farsi uccidere ed uccidere! Quanta stupidità è alle basi di una guerra e quanta poca stima di sé stessi abbiamo per non rifiutare gli ordini che ci vengono imposti da chi è stato scelto per governarci. Vorrei tanto che le guerre sparissero insieme a chi le alimenta, vorrei tanto che chi vive nei palazzi del potere, andassero a morire nell'inferno che hanno creato!
A cosa servono le guerre?
Solo per annientare quello che è stato costruito per decenni e dopo ricostruire sul sangue versato, altre città e fare altri profitti sia gli armatori che i governanti!
Questo è lo sporco gioco amaro della guerra e dopo, tutto si mette a tacere, come se tutto fosse giusto!
Così come quando si schierano i vincitori e i perdenti, purtroppo, penso che nessuno è vincitore in una guerra, siamo tutti perdenti, abbiamo perso la nostra identità, la nostra umanità, siamo tutti colpevoli di omicidio e nessuno è innocente, se non i bambini, i vecchi, le donne e uomini, che sono periti sotto le bombe e le macerie. Smettetela di fare guerre, con i soldi spesi in armamenti, tutta la popolazione mondiale potrebbe mangiare e vivere senza dover rinunciare al proprio diritto alla vita!

09/12/2024 Anna Giordano

lunedì 2 dicembre 2024

COSA VOGLIO PER ME - Poesia di Vale Bianco - Voce di Anna Giordano - Reg...



COSA VOGLIO PER ME - Poesia di Vale Blanco
Cosa voglio per me? Solo serenità, niente di più. Non mi importa la bella vita, i bei vestiti, no non sono queste le cose che mi rendono felice. Io sono una di quelle persone che è felice con poco. Mi basta avere accanto le persone che amo vedere nei loro volti, la gioia, la tranquillità. Mi basta una tazza di caffè caldo al mattino per sorridere. Mi basta una passeggiata in riva al mare Mi basta la stima e l'amore delle persone che sono nel mio cuore. La grandezza non è in me, sono una persona umile. Le grandezze le lascio a chi vive di superficialità. Io cerco di vivere di emozioni. Bellissime emozioni!


Ringrazio Domenico Ernandes per questo video al quale ho dato la voce,
ma non solo la voce, perché mi sono identificata nelle parole del testo di Vale Bianco,
con la quale mi congratulo.
È stato con piacere avere interpretato il suo testo poiché, a parte il caffè che non bevo,
tutto il resto è come un vestito fatto su misura per me,
per cui mi sono descritta attraverso le parole di un'altra
persona con la quale condivido le stesse affinità nel modo di essere,
pensare e vivere la vita.
Ringrazio Domenico Ernandes
per il bellissimo video da lui realizzato con immagini evocative
che si dipanano insieme alle parole come un filo conduttore della storia tutta.
Bello il sottofondo musicale molto espressivo ed incalzante,
del Maestro Compositore: Remo Anzovino, che con le sue composizioni,
lascia sempre un segno indelebile nell'anima, grazie alla sua incomparabile
bravura di compositore e musicista.

giovedì 21 novembre 2024

SCULTURA: " IL SOGNO DEL MARE" DELL' ARTISTA SCULTORE ALDO FLECCHIA


Ho già avuto il piacere di ospitare sul mio blog le opere dello scultore Aldo Flecchia.

Per me è sempre un piacere dare spazio all'arte in genere, questa che vedete qui sotto è una delle ultime opere  creata da Aldo Flecchia, ricavata da un solo pezzo di marmo. Artista di grande talento che ha realizzato quest'opera dal titolo: "IL SOGNO DEL MARE" e ve ne racconta, nelle poche righe, poeticamente, la storia.




domenica 17 novembre 2024

CAMMINA CAMMINA - Canzone di Pino Daniele - Voce di Anna Giordano - Regi...

CANZONE di PINO DANIELE

'Ncopp'a ll'evera ca addore se ne scenneno 'e culure E cammina 'o viecchiariello sott'â luna. Quante vote s'è fermato pe' parlà cu quaccheduno,
E nun ce sta mai nisciuno ca se ferma po' sentì.
E cammina, cammina vicino ô puorto E rirenno pensa â morte. "Se venesse mo', fosse cchiù cuntento, Tanto io parlo e nisciuno me sente." Guardanno 'o mare penzo a Maria, Ca mo nun ce sta cchiù. So' sulo tre anne e ce penzo tutte 'e sere,
Passa 'o tiempo e nun me pare overo. E cammina, cammina vicino ô puorto E chiagnenno aspetta 'a morte. Sott'â luna nun parla nisciuno, Sott'â luna nisciuno vo' sentì. Traduzione in italiano CAMMINA CAMMINA - Canzone di Pino Daniele Sull'erba che profuma scendono i colori E cammina il vecchietto sotto la luna. Quante volte si è fermato per parlare con qualcuno, Ma non c'è mai nessuno che si ferma per ascoltarlo. E cammina, cammina vicino al porto E ridendo pensa alla morte. "Se venisse ora, sarei più contento”, Tanto io parlo e nessuno mi sente." Guardando il mare penso a Maria, Che ora non c'è più. Sono solo tre anni e ci penso tutte le sere, Passa il tempo e non mi sembra vero. E cammina, cammina vicino al porto E piangendo aspetta la morte. Sotto la luna non parla nessuno, Sotto la luna nessuno vuole ascoltare.

MERITOCRAZIA - Testo di DERIA - Voce e regia di Domenico Ernandes



Natalia era seduta sul divano con il capo chino, gli occhi fissi sul telefono, mentre suo nonno la osservava dalla poltrona accanto, con uno sguardo attento e silenzioso. La frustrazione traspariva dai gesti di Natalia: si sentiva come se tutto il suo impegno fosse inutile, un muro insormontabile di ingiustizie. Il nonno, seduto con un libro tra le mani, lo posò sul tavolino e si sporse leggermente in avanti, cercando di comprendere il malessere di sua nipote Natalia si era candidata per uno stage per mettere in pratica i suoi studi di psicologia, ma aveva scoperto che il posto era stato dato alla figlia di un conoscente, nonostante i suoi voti eccellenti. Il nonno sospirò, appoggiando una mano al mento con un’espressione pensierosa: quante volte aveva visto situazioni simili nella sua vita? Natalia strinse le mani in grembo, cercando di capire perché fosse così difficile emergere, mentre il nonno continuava a osservarla con un misto di preoccupazione e comprensione. Guardandola, il nonno fece un sorriso amaro, consapevole di quanto la meritocrazia fosse spesso soffocata da clientelismo e nepotismo, un problema che conosceva fin troppo bene. Natalia, il volto contratto dalla rabbia, continuava a chiedersi perché si preferisse premiare chi aveva le conoscenze giuste invece di chi meritava davvero. Il nonno la osservò con serietà: sapeva che la paura di perdere il controllo era ciò che spingeva molti a temere il merito, una minaccia per chi voleva mantenere lo status quo. Natalia si appoggiò allo schienale del divano, scuotendo la testa, e si sentiva sempre più intrappolata in un sistema che sembrava non lasciare spazio ai giovani come lei. Il nonno si inclinò leggermente verso di lei, quasi a volerla rassicurare: la cosa peggiore, pensava, era quando le persone accettavano le ingiustizie senza più lottare. Natalia rifletté a lungo, chiedendosi se avesse senso continuare a credere nel merito, nonostante tutto sembrasse remare contro di lei. Il nonno, con un cenno del capo e un sorriso rassicurante, le disse con convinzione che il merito, anche se ostacolato, alla fine trova sempre la sua strada e premia chi non si arrende. Natalia sorrise, ispirata dalle sue parole: iniziava a credere che, anche in un Paese come il nostro, il tempo avrebbe dato valore a chi lo meritava davvero. Il nonno la guardò con fiducia, certo che Natalia, con il suo impegno e il suo esempio, avrebbe contribuito a costruire un futuro migliore, perché il cambiamento, per quanto lento, è inevitabile quando c’è chi lotta per ciò che è giusto.

DERIA.
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La MERITOCRAZIA: un valore fondamentale che dovrebbe guidare ogni società, ma che troppo spesso resta un’utopia. Questo video vuole essere una riflessione su quanto sia importante riconoscere e premiare chi si impegna, chi studia, chi lavora duramente per raggiungere i propri obiettivi. Viviamo in un mondo dove, purtroppo, le scorciatoie e le raccomandazioni spesso prevalgono sull'impegno e sulla competenza. Eppure, non possiamo arrenderci a questa logica. La meritocrazia è ciò che dà speranza e stimola le persone a migliorarsi continuamente. È il motore che muove il progresso e rende possibile costruire un futuro più giusto per tutti. Attraverso questo video, voglio invitare chiunque lo guardi a riflettere sul valore del merito e sull’importanza di non arrendersi mai, anche quando il sistema sembra remare contro. Solo chi continua a lottare per ciò che è giusto può davvero contribuire a un cambiamento reale. La musica evocativa di Ennio Morricone C'ERA UNA VOLTA IL WEST e le immagini scelte vogliono accompagnare questa riflessione, offrendo un momento per fermarsi e pensare: come possiamo, ognuno nel nostro piccolo, fare la differenza? Come possiamo premiare il merito e ispirare gli altri a fare lo stesso? Lasciate i vostri pensieri nei commenti e, se condividete questo messaggio, aiutatemi a diffonderlo. La meritocrazia non deve essere solo un sogno, ma una realtà concreta per il bene di tutti.

Domenico Ernandes
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La meritocrazia è una verità che farebbe del bene al mondo intero. Dare merito alle persone capaci di svolgere il proprio compito con capacità, professionalità, scrupolosità e conoscenza nel campo lavorativo e fase di apprendimento, eviterebbe tanto spreco di tempo e denaro, che molti incapaci occupando dei posti a loro dati senza averne merito, causano danni inestimabili alla società. Non elenco i danni perché in ogni ramo ve ne sono a profusione, in cui compresi anche quelli per la salute umana. Le raccomandazioni il nepotismo e tantissime altre forme di usurpazioni di titoli acquisiti con scambi di favori, porta a far riflettere che chi veramente merita ed è valido debba pagare per le sue capacità il prezzo della disoccupazione, nel capo lavorativo e in quello della scuola nel sentirsi frustrato dal non riconoscimento del suo lavoro e capacità. In tutti i domini lavorativi e non, incontro sempre persone che sovente sono inadatte alla loro professione o ruolo sociale. Penso Domenico, che di personaggi famosi storici e persone che non sono emerse perché non avevano conoscenze o mezzi pecuniari hanno dovuto rinunciare, con amarezza, malgrado la loro intelligenza e capacità di arricchire il Paese, a svolgere il lavoro, lo studio per andare altrove e regalare ad altri paesi la propria conoscenza, capacità di mettere in atto ciò nel proprio Paese, ma che è dato al raccomandato di turno. Spero che questo tuo video sia visto e condiviso da tutte le persone che hanno subito ingiustizie del genere. Che la meritocrazia sia riconosciuta a tutti i livelli e che finiscano i favoritismi per sempre, per mettere freno all'ignoranza che danneggia persone e la società di cui facciamo parte. Un paese civile e democratico non ha bisogno di sottostare a regole di tirannia ereditaria. Grazie Domenico, per aver lanciato questo tema che interessa tutti, tranne i furbetti & Compagnia.

Anna Giordano

martedì 12 novembre 2024

VERSI E PENSIERI SPARSI

 

 Frammenti di tenerezza smarriti fra i rivoli del tempo scivolano nell'immenso e caro lago dei ricordi...  

Una lacrima, inizio di un fiume, percorso tra rapide e tratti silenti, lascia sul greto dell'anima ricordi indelebili... 

Come tutte le cose che si desiderano hanno un tempo per nascere, un tempo per vivere e un tempo per morire. 

Così pure le stagioni, quando vivono oltre il loro tempo, non sono più desiderate, fa caldo e il desiderio dell'estate cede il suo posto a quello dell'autunno, che tarda ad arrivare e si fa attendere... per poi fare la stessa fine dell'estate... ed il ciclo si ripete all'infinito.

L'imbiancamento del cuore porta i suoi frutti, così come il grano quando la neve lo copre...

Una poesia col ritmo del tempo nel tempo dell'infanzia, dove i ricordi, rimasti impigliati negli ingranaggi degli orologi, ritornano all'ora di allora scandendo nei battiti del cuore il tempo attraverso versi d'amore.


Anna Giordano

 

 

lunedì 11 novembre 2024

PENSIERI SERALI: OSARE - L'INDIFFERENZA -

1.    



                          Osare in imprese impossibili non è da tutti, 

c    chi resta a guardare, osa solo criticare, 

p                       pur di distruggere chi ha avuto il coraggio di farlo.”

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L’indifferenza è la sovrana dal sorriso acerbo e senza sentimento, 

non piange mai e non torna mai su i suoi passi.


L’indifferenza atrofizza a poco a poco il cuore 

di chi ne fa la sua amica.

L’indifferenza è un virus che infetta l’anima e il cuore, e ne fagocita i sentimenti. 

L’indifferenza è l’arma che ferisce là dove una vera arma non arriva lasciando una ferita che sanguina dolore senza fine.

 

 Anna Giordano 



domenica 10 novembre 2024

VIVA LE DONNE! - Testo di DERIA - Voce di Anna Giordano - Regia di Domen...



VIVA LE DONNE - Testo di DERIA
Ho superato gli anni verdi e molti di più, ho vissuto una vita piena di amore,
dolori, successi ed insegnamenti preziosi. Ho lasciato la mia terra natale che ero ragazza,
portando con me il coraggio di chi sa di volere affrontare il mondo che può offrire,
fra l’altro, nuove opportunità.
E lontano da casa che ho incontrato l’uomo della mia vita,
un’anima affine con cui ho condiviso sogni e battaglie. La sua assenza ora pesa, ma è colma dei ricordi che custodisco
con cura nel cuore mio per sempre. Sono stata moglie, e sono ancora madre.
Il legame con i miei figli è un faro che mi guida,
soprattutto nei momenti più difficili. Ho affrontato e svolti lavori diversi, partendo da mansioni semplici
fino a conquistare ruoli di grande responsabilità,
sempre con impegno e determinazione.
Ed oggi, dedico il mio tempo alla scrittura,
un modo per dare voce ai miei pensieri e lasciare traccia
del mio vissuto con le emozioni che mi attraversano. Fino a poco tempo fa avevo paura di affrontare
la vita senza di lui, ma ho scoperto che la mia forza risiede nelle avversità,
nelle prove più dure dell'esperienze vissute e
nelle storie che posso ancora raccontare. Gli errori fanno parte della vita e ancora, di sicuro,
del mio cammino, ma non li temo più: sono strumenti di crescita,
anche alla mia età. Solo chi si confronta con la propria verità, accettando il bello e facile,
così come il brutto e difficile, può scoprire cosa rende davvero felice.
So che le mie scelte possono essere giudicate,
ma ho imparato a lasciare che le opinioni degli altri mi scivolino addosso. A volte mi sento ancora diversa, circondata da famiglie che sembrano intere,
mentre io cammino con una mancanza che non si colma. Ma so che ognuno ha la propria storia, il proprio percorso,
e che il mio è stato ricco di amore, anche nella perdita. Nessuno può dirci come vivere, come amare o quante volte rialzarci.
La vita ci appartiene, con tutte le sue gioie e i suoi dolori. Viva le donne e tutte le persone che ci provano, che amano,
che si reinventano e che si rialzano, sempre!

domenica 27 ottobre 2024

E' MUORTO NU VIECCHIO- Poesia di Salvatore De Chiara- Voce e Regia di: A...


TESTO IN LINGUA NAPOLETANA È MUORTO NU VIECCHIO È mmuorto nu viecchio Ma era sulo nu viecchio… Dint’ ‘a chiesa nce sta’ poca gente nu sciore sultanto ncopp’ a cascia lucente. Chissà chi ll’ha miso! Forze n’amico, nu canuscente. Eppure stu viecchio, nu tiempo passato, è stato n’eroe nu granne surdato. Mmiez’ ‘e bbombe senza paura Quanta gente ha salvato! ‘A coppa all’altare Nu preveto giovane Ca nunn’’o canosce Nu requiamaterno, na benedizzione. Ascenno da ‘a Cchiesa ’a gente scumpare ma sott’ ’a culonna nu cane accumpare e vva appriesso ‘o carre c’ ‘a capa acalata ll’accumpagna. Arrivate ‘o campusanto quanno pigliano ‘a cascia ‘o povero cane cu ll’uocchie nfuse afferra mocca nu sciore e qquanno calano int’ o fuosso ’o patrone suio fa nu zumpo e sse votta pure isso e guardanno cu ll’uocchie ca parlano: “ facite ampressa, vuttate sta terra ca io ‘a cca nu mme movo, rummango cu isso!” e ppare ca chiangne… e ccomme si chiagne! È mmuorto nu viecchio, nunn’ era sulo nu viecchio! È mmuorto nu cane, nunn’era sulo nu cane! SALVATORE DE CHIARA _______________________________________________ TESTO IN ITALIANO È MORTO UN VECCHIO È morto un vecchio ma era solo un vecchio… nella chiesa c’è poca gente un fiore soltanto sulla cassa lucente. Chissà chi l’ha messo! Forse un amico, un conoscente. Eppur questo vecchio nel tempo passato, è stato un eroe un grande soldato. In mezzo alle bombe, senza paura quanta gente ha salvato! Da sopra all’altare un giovane prete che non lo conosce… un requie materno una benedizione. Uscendo dalla chiesa La gente scompare, ma sotto la colonna un cane compare e va dietro il carro con la testa china e lo accompagna. Giunti al cimitero, quando prendono la cassa il povero cane con gli occhi bagnati afferra con la bocca un fiore e quando calano nel fosso il suo padrone fa un salto e vi si butta anche lui, e guardando, con gli occhi che parlano: “Fate in fretta, buttate questa terra che io da qua non mi muovo, rimango con lui!” E sembra che piange… Eccome se piange! È morto un vecchio, non era soltanto un vecchio! È morto un cane, non era soltanto un cane! Salvatore De Chiara ( traduzione in italiano a cura di Anna Giordano)



sabato 19 ottobre 2024

UNA LACRIMA D'AMORE


Cogli nella tristezza del cielo che piange,
la bellezza della sua sofferenza,
provocata dall'assenza del sole,
che lo rende radioso,
quando asciuga le nuvole...
Aiuta a lenire il dolore nel cuore,
di chi versa lacrime d'amore.
Raccogli una lacrima,
versata per l'amore non accolto.

Potrai sentirne il calore che emana,
potrai assaporarne l'amarezza,
che essa contiene,
potrai capire quanto sia forte,
disperato ed effimero il suo amare, 
dissoltosi sulle dita, 
sulla bocca...
lasciando nel cuore di chi l'ha colta,
la nostalgia e la tristezza di chi l'ha pianta.

Anna Giordano.

domenica 6 ottobre 2024

LA SENSIBILITÀ - La sensibilidad - La sensibilité

 

la sensibilità è una finestra 

che si apre solo per chi osserva la vita 

partendo dalle piccole sfumature, 

che fanno la differenza tra il tutto e l'unico


la sensibilidad es una ventana

que se abre sólo para aquellos que observan la vida

a partir de los pequeños matices,

que marcan la diferencia entre el todo y el único.


la sensibilité est une fenêtre

qui s'ouvre uniquement à ceux qui observent la vie

en partant des petites nuances,

qui font la différence entre le tout et l' unique.


Anna Giordano. 

martedì 1 ottobre 2024

MELODIA DI UN RICORDO - Voce e poesia di Anna Giordano - Regia di Domeni...



Un ringraziamento particolare a Domenico Ernandes,
per aver dato un volto al mio ricordo d'infanzia legato alla melodia di Greensleeves,
che come spiego nei miei versi è stata una musica, che all'epoca,
pur non conoscendo l'autore e né il titolo è rimasta nella mia mente
legata alla trasmissione televisiva di quel tempo e che correvo a guardare
solo per ascoltare la musica.
Per me era acqua fresca di fonte e ne bevevo per la mia anima assetata di bellezza,
che in quelle note e ancora oggi trovavo un mondo tutto mio.
Grazie Domenico per le immagini mi hanno commossa perché
in esse mi son rivista bambina e sognatrice quale sono ancora oggi.
Sognare non costa niente, ma ti può dare tanto,
soprattutto se è la musica ad accompagnare i sogni.
Grazie.🌻🙏


Scritta per : Greensleeves  ( maniche verdi)                                           

Melodie e ricordi

Dolce e verde melodia della mia tenera età,

Entrasti nei miei occhi e nel mio cuor tu rimanesti.

Mordesti l’anima dolce del mio sentire.

Soave seminasti in me la tua bellezza,

quando ancor la mia età era un prato rigoglioso e verde,

dove correvo lieta tra lussureggianti colline e prati in fiore.

Adagiai le mie speranze sulle note della tua dolcezza.

 L’immagine scorreva sullo schermo del televisore,

alla soavità del tuo canto,

 la mano del contadino seminava il grano,

mentre apparivano i titoli per l’inizio trasmissione.

 Insieme alle tue note e alla mia puerizia,

colsi il ritmo delle stagioni che, come il grano,

 da seme, diventai un esile filo verde e poi dorata spiga…

Oh! Dolce musica che nel mio cuor meco ti portai,

lontana dai miei affetti mi tenesti compagnia,

restasti nei miei occhi con le verdi colline

della mia fanciullezza rapita dalla tua melodia,

che oggi ancora amo e seguito ad ascoltar,

mentre sulle mie guance, rivoli a fiumi,

scorrono e sfociano nel mar dei miei dolci ricordi.

 

Anna Giordano 20/10/2021