sabato 21 dicembre 2024

'O RRE PEZZENTE- Poesia di Salvatore De Chiara- regia e voce di Anna Gi...


TESTO IN NAPOLETANO. ’O RRE PEZZENTE Quanta gente aggio tenuto; tutte quante attuorne a mme quanno ’a forza e ’a putenza io teneve cchiù ’e nu rre! Quanta vote aggio stennuto Chesta mano pe ddà aiuto A cchi nun teneva niente E suffreva comm’ a cché. A nu ciunco a nu cecato A na mamma disperata Ca cercava ’o ppoco ’e pane Pecché ’e figlie eva sazzià. E mmaie niente aggio anniato! Hanno tutte apprufittate, ncuollo a mme! Sta riccchezza ll’aggio dato tutta quanta E spugliannome d’ogni ccosa m’è rrimasto ’o riesto ’e niente, proprio comme a nu pezzente! D’int’ a stanza e nu spitale, d’int’o spizzio chi sa addò guardo buono dint’ a ll’uocchie a cchi soffre overamente e ccu nu felillo ’e voce cerca aiuto e stenna ‘a mano; nun fa nfenta ’e nun sentì… stienne ’a mana pure tu tanto ’a tte nun costa niente. Dint’ e viche, mmiezo a gente Ncoppa e ggrare ’e na chiesiella, guarda buono e ttiene mente a cchi stenne n’a manella. Nun fa’ nfenta ’e nun vedé… Stienne a mana pure tu, chella mana ch’he cercato; chella mana t’ha aiutato guarda buono a stu pezzente ch’è cchiù ricco forze ’e te: è proprio isso… chillu rre. Salvatore De Chiara. Traduzione del testo in Italiano, francese e spagnolo a cura di Anna Giordano. ____________________________________ IL RE PEZZENTE Quanta gente ho avuto; tutte quante intorno a me quando forza e potenza possedevo più di un re! Quante volte ho teso Questa mano per dare aiuto A chi non aveva niente E soffriva più che mai. Ad un infermo o ad un cieco ad una mamma disperata Che cercava un po’ di pane Perché i figli doveva saziare. E mai nulla ho negato! Hanno tutti approfittato, su di me! Questa ricchezza io l’ho data tutta quanta E spogliandomi d’ogni cosa Mi è rimasto il resto di niente, proprio come un pezzente! Nella stanza di un ospedale, nello ospizio chissà dove guarda bene dentro gli occhi a chi soffre veramente e con un filino di voce cerca aiuto e stende la mano; non far finta di non sentire… stendi la mano pure tu tanto a te non costa niente. Dentro i vicoli, in mezzo alla gente Sulle scale di una chiesetta, guarda bene e ricorda a chi stende una manina. Non far finta di non vedere… Anche tu stendi la mano, quella mano che hai cercato; quella mano che ti ha aiutato guarda bene questo pezzente ch’è più ricco, forse, di te: è proprio Lui… quel re. LE ROI MENDIANT Combien de personnes ai-je eues autour de moi quand je possédais la force et le pouvoir plus qu'un roi! Combien de fois ai-je tendu cette main pour aider ceux qui n'avaient rien et qui souffraient plus que jamais. A un infirme ou à un aveugle a une mère désespérée qui cherchait un peu de pain pour ses enfants qu'elle avait à rassasier. Et je n’ai jamais rien refusé ! Ils ont tous profité de moi ! De cette richesse que j'ai donnée en entier et en me dépouillant de tout Il ne me restait plus que le néant, comme un mendiant! Dans une chambre d'hôpital A l'hospice qui sait où Regarde bien dans les yeux ceux qui souffrent vraiment et avec un fil de voix cherche de l'aide et tend la main ; ne fais pas semblant de ne pas entendre toi aussi, tends ta main car cela ne te coûte rien. Dans les ruelles, parmi les gens, sur les marches d'une petite église, regarde bien et n'oublie pas à qui te tends une petite main. Ne faites pas semblant de ne pas voir Toi aussi, tends ta main, cette main que tu as cherchée ; cette main qui t'a aidé regarde bien ce mendiant qui est plus riche, sans doute, que toi : oui c'est vraiment Lui...c’est ce roi-là. _________________________________ EL REY MENDIGO Cuánta gente he tenido todos a mi alrededor cuando fuerza y poder ¡poseía más que un rey! Cuántas veces he tendido Esta mano para dar ayuda a los que nada tenían y sufrían más que nunca a un enfermo o a un ciego a una madre desesperada que buscaba un poco de pan por los hijos que tenía que saciar. ¡Y nunca he negado nada! ¡Todos se aprovecharon de mí! Esta riqueza la di toda y despojándome de cada cosa, me queda el resto de nada ¡igual que un mendigo! En una sala de hospital En el hospicio quién sabe dónde mira bien dentro de los ojos a los que realmente sufren y con un susurro busca ayuda y tiende la mano no finjas no oír tiende también tu mano porque no te cuesta nada. En los callejones, entre la gente en las escaleras de una pequeña iglesia mira bien y recuerda a quién tiendes una manita. No hagas como que no ves tú también tiendes la mano esa mano que tú has buscado; esa mano que te ha ayudado Mira bien a este mendigo que es más rico, quizás, que tú: Sí, es realmente Él... es ese rey. Salvatore De Chiara _________________________________

martedì 10 dicembre 2024

GLI INCONTRI E GLI ADDII DELLA VITA

 La vita è fatta di continui incontri ed addii, di situazioni instabili ed obblighi.

Quando stai per abituarti ad una persona, ad una cosa, ad una qualsiasi abitudine piacevole che sia, ecco
che questa sparisce o bisogna staccarsene. Già, capita sin dall'inizio della vita...
Il bambino prima di nascere cresce nel tepore e l’amore del ventre materno per nove mesi, quando poi nasce, lascia quel luogo caldo e dolce, che l’ha nutrito, cullato, fatto crescere, per un mondo tutto differente!
Ciò causa uno shock, il primo in ogni vita, che strappa l’essere umano all’amore della mamma, anche se poi ci si abitua e si abitua alla vista, alle carezze, all’ambiente nuovo che l’accoglie e che resta tale, se non ci sono cambiamenti, fino all’età prescolare ed ecco che si verifica un altro addio, la mamma lo porta all’asilo ed il distacco è ancora uno shock, nuovi visi, nuovi incontri, nuove abitudini che scombussolano il bambino, almeno fino a quando non si abitua e quando ha finalmente installato un rapporto con la maestra, i compagni ecc… ecco che ritorna per tre mesi a casa senza poter vedere i suoi amichetti che a loro volta sono in vacanza, dove incontrano altri loro coetanei, nascono delle amicizie, ma, finite le vacanze, devono dividersi, ognuno lascia un po' di sé nell'atro e qualche lacrima di rimpianto. Però, stare con la mamma ed il papà è di nuovo un piacere… Ma basta il tempo di una estate che c'è di nuovo un distacco e si ritorna a scuola. Nuova maestra nuovi compagni, nuova aula, tutto è da ricominciare. Un nuovo shock e così, per il resto degli anni scolastici.
Poi si diventa adulti e di persone ne sono passate nella propria vita, come pure di cose ed eventi, di stagioni e ricordi e, ci si accorge, che in fondo, la vita si basa su effimeri momenti che si dipanano, giorno dopo giorno, tra incontri ed addii. Può sembrarvi triste e senza senso vivere? Pertanto è così, noi siamo fatti di tempo, c'è un tempo per vivere, un tempo per essere e uno per morire.

Oggi stupidamente, ci sono tante guerre che annientano tante cose, città distrutte, persone che vengono uccise, che siano soldati o civili, non fa alcuna differenza poiché siamo tutti esseri umani, tutti figli di una madre che li ha tenuti al riparo dai pericoli perché vivessero, fossero, ma non morissero prima del tempo previsto. Con le guerre si commettono stragi di vite senza guardare se sono bambini o adulti oppure vecchi! Si uccide solo per il capriccio di dimostrare la propria superiorità, il proprio egoismo e manierismo di elevarsi a potenza mondiale. Sottraendo alle mamme i propri figli che ancora una volta devono staccarsi dalle famiglie per andare a combattere e farsi uccidere ed uccidere! Quanta stupidità è alle basi di una guerra e quanta poca stima di sé stessi abbiamo per non rifiutare gli ordini che ci vengono imposti da chi è stato scelto per governarci. Vorrei tanto che le guerre sparissero insieme a chi le alimenta, vorrei tanto che chi vive nei palazzi del potere, andassero a morire nell'inferno che hanno creato!
A cosa servono le guerre?
Solo per annientare quello che è stato costruito per decenni e dopo ricostruire sul sangue versato, altre città e fare altri profitti sia gli armatori che i governanti!
Questo è lo sporco gioco amaro della guerra e dopo, tutto si mette a tacere, come se tutto fosse giusto!
Così come quando si schierano i vincitori e i perdenti, purtroppo, penso che nessuno è vincitore in una guerra, siamo tutti perdenti, abbiamo perso la nostra identità, la nostra umanità, siamo tutti colpevoli di omicidio e nessuno è innocente, se non i bambini, i vecchi, le donne e uomini, che sono periti sotto le bombe e le macerie. Smettetela di fare guerre, con i soldi spesi in armamenti, tutta la popolazione mondiale potrebbe mangiare e vivere senza dover rinunciare al proprio diritto alla vita!

09/12/2024 Anna Giordano

lunedì 2 dicembre 2024

COSA VOGLIO PER ME - Poesia di Vale Bianco - Voce di Anna Giordano - Reg...



COSA VOGLIO PER ME - Poesia di Vale Blanco
Cosa voglio per me? Solo serenità, niente di più. Non mi importa la bella vita, i bei vestiti, no non sono queste le cose che mi rendono felice. Io sono una di quelle persone che è felice con poco. Mi basta avere accanto le persone che amo vedere nei loro volti, la gioia, la tranquillità. Mi basta una tazza di caffè caldo al mattino per sorridere. Mi basta una passeggiata in riva al mare Mi basta la stima e l'amore delle persone che sono nel mio cuore. La grandezza non è in me, sono una persona umile. Le grandezze le lascio a chi vive di superficialità. Io cerco di vivere di emozioni. Bellissime emozioni!


Ringrazio Domenico Ernandes per questo video al quale ho dato la voce,
ma non solo la voce, perché mi sono identificata nelle parole del testo di Vale Bianco,
con la quale mi congratulo.
È stato con piacere avere interpretato il suo testo poiché, a parte il caffè che non bevo,
tutto il resto è come un vestito fatto su misura per me,
per cui mi sono descritta attraverso le parole di un'altra
persona con la quale condivido le stesse affinità nel modo di essere,
pensare e vivere la vita.
Ringrazio Domenico Ernandes
per il bellissimo video da lui realizzato con immagini evocative
che si dipanano insieme alle parole come un filo conduttore della storia tutta.
Bello il sottofondo musicale molto espressivo ed incalzante,
del Maestro Compositore: Remo Anzovino, che con le sue composizioni,
lascia sempre un segno indelebile nell'anima, grazie alla sua incomparabile
bravura di compositore e musicista.