martedì 2 giugno 2015

Il prezzo da pagare


In un grande prato verde, un grillo si confondeva col suo colore. Le sue zampette uncinate, s’aggrappavano agli esili fili d’erba che fungevano da liane. Poco distante c’era una margherita che aveva appena aperto la sua corolla bianca ai raggi del sole che la riscaldava. Il grillo stava per spiccare un salto per raggiungerla, quando frenò il suo slancio poiché fu preceduto da una stupenda farfalla che gli prese il posto, coprendo con le sue ali fragili e variopinte, tutto il fiore.
Il grillo soggiogato dalla sua eleganza e bellezza, rimase ad ammirare la livrea della farfalla che, nel suo insieme, sembrava un bouquet multicolore che irrompeva nella monocromia del verde prato.
Le sue ali come leggeri ventagli, s’agitavano permettendole di fare di tanto in tanto surplace, le sue zampine fragili sottolineavano ancor di più l’eleganza della sua bellezza. Dopo un breve riposo, sul cuore giallo della margherita, la farfalla spiegò le sue belle ali e si levò in volo. Il grillo che era rimasto nascosto ad ammirarla, si specchiò in una goccia di rugiada e, amaramente, si rese conto del suo aspetto che differiva molto da quello della bellissima farfalla. Poi disse fra sé e sé:
“ La natura però è ingiusta, io così brutto, con un naso che prende tutta la faccia, e due occhi sbozzolati dalle orbite e ricoperti da due piccole persiane, con un corpo grosso e goffo su due zampe lunghe e mingherline come trampoli pieghevoli, e come se non bastasse,  le ali, sì perché ci sono le ali che sono nascoste, talmente sono brutte, sotto due code obsolete di un vecchio frac. Senza dimenticare questo colore è quasi sempre verde o marrone, tanto da farmi confondere con i campi, così nessuno mai si accorgerà che esisto!”
Intanto, la farfalla volava col sole che le illuminava le ali, quando un signore, che camminava sul bordo del campo, munito di un retino, attirò l’attenzione del grillo che smise di borbottare per guardare l’uomo che a lunghi passi, aveva già raggiunto la farfalla. Spensierata la povera sprovveduta, volteggiava nell'aria. Il grillo, rimase nascosto mimetizzandosi fra l’erba e impotente, assistette alla cattura della bella farfalla che, finita prima nel retino e poi nelle mani dell’uomo subì un orribile destino. Il suo gracile corpo fu trafitto da un abominevole spillo e con cura, fu deposto, ancora agonizzante,  in una scatola. Il povero grillo atterrito da tanta crudeltà, suo malgrado, si sentì pervaso da un senso di contentezza per essere stato creato così com’era da madre natura, e pensò che infondo, era meglio non essere troppo belli. Quel che era accaduto alla farfalla gli aveva fatto capire che per tutto c’era un prezzo da pagare, anche quello della notorietà e della bellezza che a volte, si trasforma in oggetto del desiderio e suscita gelosia ed invidia, da parte di chi, come il grillo, non si sentiva di pari bellezza.

08/03/2015 Anna Giordano






giovedì 14 maggio 2015

lunedì 5 gennaio 2015

CORE BATTERISTA

A PINO DANIELE...

‘Stu core batterista maestro e pure artista,
‘sta vota ha fatto ’o fesso lasciannete pe’ feste.
Pe’ te era n’amico,
senz’isso, nun facive nu passo
e nun scrivive nu verso,
senza ca te dicesse ‘e pparole c’avive cantà.

Eppure, st’amico che tu, purtave 'mpietto,
stanotte t’ha llasciato senza te fa fiatà.

Scetanneme stammatina,
 agge saputo ’a nutizia 
è stato 'nu terremoto
e ‘o core ha ditto all’uocchie ‘e chiagnere ‘o dulore,
 ‘o mio e chill’'e Napule ca chesta vota,
 pe’ te, nun s’è vestuta a festa,
 Napule è…
 Ammutulita,
e dint’all’aria sule ‘na voce canta,
 è 'a toje...

venerdì 2 gennaio 2015

La felicità secondo me...

Anna Giordano 28 dicembre 2014.

“Ho scoperto che tutta l’infelicità degli esseri umani deriva da una sola cosa, e cioè da non saper restarsene tranquilli in una stanza.”

Blaise Pascal.


Questa frase di Pascal mi fa riflettere su quanto sia possibile la felicità, come sia semplice toccarla, eppure, si è in tanti a battersi per assaporarla, ma solo in pochi a riuscirci.
Penso che la stanza sia solo un luogo comune per indicare l’essenza dell’essenziale: il poco, poiché si può essere felici con poco.
La felicità è composta da piccole cose e come tale ha vita breve ma, che si ripete e tante sono le volte che si presenta a noi, che non ci facciamo più caso e passa inosservata; un po’ come chi preso dallo stress, dalla vita frenetica, non approfitta del suo tempo neanche per fermarsi a guardare ciò che lo circonda… magari il sorriso di un bambino, gli occhi dolci di un cane che ti guarda in cerca di una carezza, due anziani che si tengono per mano come fossero due giovani innamorati. Fermarsi per guardare un tramonto, anche se ciò avviene ogni giorno è comunque uno spettacolo irripetibile che sprigiona bellezza ed emozione. Il fatto sta che tutto, a volte, sia così scontato che il grande patrimonio che ci è stato affidato è sottovalutato, diventando così, qualcosa di normale routine, eppure dovrebbe suscitare in noi felicità, se non altro, bisognerebbe essere felici di svegliarsi ancora per un giorno da vivere e rivedere ancora un’altra alba.
Per cui la stanza di Pascal, a mio modestissimo parere, potrebbe essere un eufemismo per l'infelicità e   una metafora per raffigurare la felicità, qual è, nella sua ricchezza di semplicità.




sabato 20 dicembre 2014

SOTTO L'ALBERO

                 
    
                                       
Stanotte ho guardato il cielo,                                            
ragnatele di stelle lucenti                                               
s’intrecciavano fra loro                                             
erano sfavillii di cuori,                                          
si tenevano per mano,                                                           
parlavano d’amore …






Per ognuno ho colto un pensiero
che da sempre coltivo nel cuore
è arrivato il momento di offrirlo
e lo metto qui, sotto l’albero …

A chi ha ferite e problemi,
a chi confida nel domani
a chi di una carezza vorrebbe farne il suo cuscino
a chi aspetta il Natale ogni mattino
a chi soffre nella carne e nello spirito
a chi non crede in niente e neppure in Dio
a chi vuol dare di sé il meglio e non ci riesce
a chi non ha una famiglia
a chi si sente solo e afflitto
a chi pensa di sentirsi sconfitto
a chi non pensa a nessuno
a chi cerca un briciolo d’amore
a chi si sente superiore
a chi vorrebbe essere un altro
a chi impone la sua supremazia
a chi sopporta ogni razzia
a chi fa guerre per seminare orrore
a chi subisce le conseguenze dell’orrore
a chi ha dimenticato che c’è ancora l’amore
e a tutti quelli che hanno un cuore per tutti
e a tutti quelli che non hanno più cuore,

offro quel poco che ho nel mio, un fiore,
affinché questo Natale apporti a tutti,
un po’ più di speranza, d’amore e comprensione.

Buon Natale amici.

Anna  






mercoledì 26 novembre 2014

IPOTESI E REALTÀ

Ipotesi e realtà

"Nessuno più della natura è artista,
dipinge con i suoi colori, 
quadri che arricchisce e spoglia, 
a secondo della sua voglia,
di minimi dettagli, 
e ad ogni momento ne cambia l'espressione.
Tutto Svanisce e nasce sulla tela immensa del creato per mano di un pittore innamorato che, 
ogni istante, 
distrugge ogni sua opera per crearne un'altra, 
istante dopo istante opere transitorie così come ogni vita che anima questo teatro, il mondo"... 

E poi ad un tratto…

Immaginare, immaginare un mondo tutto piatto, senza montagne, senza differenze di razza e questa, estesa ai quattro regni. Sarebbe davvero piatto il mondo, duro da digerire.
Immaginare il regno animale con un solo esemplare , così come quello vegetale con una sola pianta , o quello minerale con un solo minerale, e gli elementi? 
Immaginare gli elementi... soltanto uno, l’acqua? L’aria? Il fuoco? La terra? 
Quale grave dilemma si creerebbe? La vita non ci sarebbe!

Immaginare un mondo dove le persone hanno tutte lo stesso nome, lo stesso viso, gli stessi occhi con la stessa espressione e lo stesso colore, così come pure quello della pelle...
E la natura?  Immaginare una natura monocolore, il cielo, il mare, la Terra tutta, senza differenza alcuna.
Immaginare se solo un sentimento potesse abitare il cuore, se solo una parola potesse uscire dalla bocca.
Immaginare o volere un mondo dove tutto si ridurrebbe al nulla?
 Immagino e penso che in molti si domandino cosa sarebbe il mondo senza le differenze, sarebbe poca cosa per non dire "niente".
A chi alimenta il razzismo in tutte le sue forme, vorrei ricordare che noi siamo su questa Terra, così come tutto il resto, per essere differenti e convivere senza discriminazioni poiché ognuno a sé stesso è una ricchezza, e guai se fossimo tutti uguali...
Immaginare un mondo dove il male regnerebbe senza il bene e viceversa, sarebbe come la notte senza il giorno, come l'aria senza ossigeno, come una sorgente senza più acqua, tutto sarebbe inutile. La sola parola di cui saremmo custodi sarebbe, morte, e il solo sentimento sarebbe, odio.
Intanto, tutti sappiamo che una sola cosa è uguale nel regno animale ed è la sola che ci accomuna tutti, senza differenza, è quella linfa che alimenta gli esseri viventi, formata da tanti minerali che con l'aiuto degli elementi permette a tutti di vivere. È la sola cosa preziosa ed unica che ha lo stesso colore e scorre per tutti nelle proprie vene: il sangue .
Lo stesso che le guerre, le sommosse, e tante altre nefandezze dell'animo umano, a loro volta fanno scorrere a fiumi dal corpo che lo contiene, per delle cause sovente legate alle differenze, non solo di razza, no, ma anche di religione , di caste, di interessi, di usanze, di sete d'unicità, praticamente di: nullità, perché se il sangue serve per raggiungere l’unicità, si ci auto annulla dal regno “animale”, in tutti i sensi, anche se dagli animali abbiamo ancora tante belle cose d’apprendere.
Immaginare, immaginare solo cosa succederebbe se le differenze non esistessero...



 Anna Giordano