giovedì 7 marzo 2019

L'intolleranza è...



Razzismo, una realtà di cui si deve tener conto e non bisogna banalizzarne l'importanza. 
Basta guardarsi intorno per  vedere che cresce come l'erba infestante. Non parlo solo del razzismo riguardo il colore, no! Parlo del razzismo in quanto come oggetto di dissidi fra esseri umani, che pur essendo della stessa specie, nazione, regione, città, paese, famiglia, non si rispettano più ed alimentano atti d'intolleranza verso gli altri. 
Ogni giorno la cronaca ne è piena, partendo dal figlio che uccide un genitore, passando per lo stupro, il bullismo, l'inquinamento della vita, la violenza in generale e cosi via... Atti che cataloghiamo, distinguendoli gli uni dagli altri, con vocaboli che li differenziano, ma che comunque hanno un comune denominatore: l'intolleranza. 

Se si analizzano bene le ragioni degli atteggiamenti che inducono a un omicidio, un atto di bullismo, una qualsiasi cattiveria verso l'altro, verso la differenza, il diverso, compresi animali e natura, si scoprono aspetti d'intolleranza.
Analizzando la parola intolleranza, che vuol dire:
 Incapacità o impossibilità di sopportare tutto quel che differenzia sé stessi dagli altri. 
Ci si rende conto che la parola razzismo è un suo sinonimo, cioè qualcosa che dà fastidio, non tollerato, non accettato, non ammesso, qualcosa da eliminare, discriminare per le sue caratteristiche. 

L'intolleranza è quel vocabolo che utilizziamo nelle nostre azioni pur non nominandolo.

A partire dal nostro corpo, quando rifiuta alcuni cibi, manifestando la sua intolleranza a questi.
Il bambino che cresce in un ambiente intollerante alle differenze sociali, cresce con un senso di superiorità e d' intolleranza verso chi è stato meno avvantaggiato dalla vita. Come pure è lo stesso per chi nasce con problemi fisici, sono in molti a manifestare verso loro, un senso d'intolleranza che fa rima con differenza e per cui razzismo.

Eppure, non vogliamo ammetterlo di esserlo, camuffiamo la parola intolleranza dietro le scuse più  banali, pur di non sentirsi dire di essere razzisti; scuse che fanno di un razzista, per molti naïf, un eroe, che con il suo comportamento intollerante, per le fobie e le differenze, eguaglia il tutto in nome del giusto, che prende il posto sotto le mentite spoglie della tolleranza.
Ma cosa sia giusto o no, nessuno lo sa, poiché la giustizia dipende dall'uomo e l'uomo, in quanto essere umano, non saprà mai essere giusto fin quando non accetterà le differenze, quelle che ci permettono di essere unici, quelle che ci regalano la vita diversa, colorata, profumata,fiorita di dettagli, che ci distinguono, che ci rendono speciali, senza, faremmo una grande confusione, proprio come quella che in questo momento alimenta gli animi di tanti e li trasforma in una armata di robot che seguono coloro che hanno seminato nel loro spirito, nella loro vita l'intolleranza: una malattia che si presenta benigna e poi si rivela maligna, perché uccide la libertà di vivere le proprie differenze o meglio, le proprie qualità. 

"A forza d'essere intolleranti, finiremo per odiare anche noi stessi".

26/10/2018 Anna Giordano





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