Sicuro,
ci
sono le guerre che oscurano la luce della vita,
rendendo
ciechi gli uomini con l’odio.
Popoli
che non hanno più voglia di cantare,
poiché
la loro musica è il dolore.
Ci
sono poi le disfatte, e più in là,
ancora
più in là,
la
morte,
che
osserva il corpo piegarsi sotto
il
peso degli anni…e stupirsi che regga ancora.
La
luce, strappata agli occhi di chi muore,
ucciso
come uccello da trofeo,
tarpandogli
le ali,
baratta
il velo bianco con il nero.
Metropoli,
le
cui periferie s’illuminano d ’oscurità,
in
cui, bambini sessantenni,
vivono
nella loro fine come tramonti senza albe,
e
l’impotenza di non poterli aiutare,
ci
rende ciechi per non vedere.
Il
tempo corre, va’ troppo in fretta,
trascura
la realtà che ci evita.
Gli
specchi, riflesso di noi stessi,
sono
rimasti intatti,
non
il coraggio di rimettersi in gioco,
né
l’eleganza dell’umiltà, d ’essere nati ricchi,
né di mettersi nei panni d’altri,
per
constatare se il sole brilla allo stesso modo.
Crediamo
d ’essere superiori,
e
non ci accorgiamo,
che
siamo solo l’infimo di noi stessi,
davanti
a tanta oscurità.
Anna
Giordano 12/02/20107
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