Il racconto l'ho scritto un bel po' di tempo fa. Lo costruii con i titoli di 100 racconti
scritti da miei amici di penna, un esperimento, che chi ha ama scrivere e vuole giocare con le parole, può provare a farne da canto suo un esperimento;
i
titoli sono scritti in maiuscolo ed in grassetto, senza subire variazioni a parte qualche virgola per dividere i titoli. Un esperimento che ho trovato stimolante e vi propongo invitandovi a
provarci poiché molto divertente.
Basta giusto un po’ di fantasia.
Il titolo è:
QUESTA È LA
MIA VITA.
La casa in cui da piccolo abitavo, era LA
CASA SULLA COLLINA, l’indirizzo
non l’ho dimenticato: Via I ZOI EROS THANATOS, N° 1659462 BIS, uno strano nome per una
via e ancora più strano il numero…per raggiungerla oggi, si può improntare la MILANO
TANGENZIALE EST, invece durante GLI ANNI DELLA
GUERRA, per raggiungerla, si passava dal PONTE DI LEGNO che univa le
due sponde del fiume.
MENTRE FUORI NEVICA, penso a quanto accadde: fu TUTTO
IN UNA SOLA NOTTE, MI SVEGLIAI, era LA QUINTA NOTTE, che
non riuscivo a dormire, quando, NEL BUIO DELLA CAMERA un gioco di
LUCE E OMBRA proiettò sul muro della mia fantasia, un’immagine in cui
vedevo IL MAESTRO, che indossava IL MANTELLO NERO del nonno, accompagnato da una
ragazza, che battezzai: “ LA RAGAZZA COL
SOMBRERO e il PONCHO PURPUREO” lei danzava e vidi tutto a colori, mi feci piccolo, piccolo, nascondendomi sotto
le coperte e spiai, quando la STANCHEZZA MORTALE mi prese, pronunciai la
formula magica che mi ero inventato per i miei giochi, quando ne avevo
abbastanza : DI VENTO COME IL VENTO NEL VENTO, FINO A FARTI SPARIRE…e si dileguarono nel
nulla, così smisi di torturare IL LENZUOLO RICAMATO dalla nonna, che avevo
attorcigliato con le mie manine, per la paura. Gridai, aiuto e raccontai tutto
a mia madre che, esclamò: “BUGIE” e mi lasciò solo col buio per
ritornare dal suo amico: L’ORGOGLIONE, che odiavo. Invano gridai quella
notte: “NON FARLO TI VOGLIO BENE! Ma lei face finta di non
sentire... già, ancora un RICORDO D’INFANZIA amaro.
Però, ricordo in particolare UN GIORNO SPECIALE, non UN
GIORNO COME TUTTI GLI ALTRI, Stavo da solo in casa, quando il nonno
giunse, gli chiesi a bruciapelo:
- Nonno
MI CI PORTI AL LAGO? - Lui sorpreso mi rispose:
- TONINO, GUARDAMI: ti ho
promesso di portarti al mare per fartelo conoscere, ricordi,
che ne dici se ci andiamo giovedì?
-
GIOVEDÌ MERCATO! No, nonno io voglio
andare al mercato, per comprarmi IL CAMION DI LATTA e IL CANE DI
KERIOTH in peluche, e due libri: JACK, IL FANTINO PERDUTO e IL
MOSAICO DEL MONDO, e pure LA BICICLETTA ROSSA, l’ho chiesta a Babbo
Natale e non me l’ha mai portata, ho scritto anche una LETTERA A GESÙ BAMBINO,
penso che non sono abbastanza bravo; LA VOGLIA DI CAMBIARE è tanta nonno,
dimmi cosa devo fare?
-
NADA MAS, piccolo, adesso senza dire nulla a tua
madre, IN PUNTA DI PIEDI facciamo una fuga: andiamo al mare.
-
Bello! Vado a dirlo al mio amico pupazzo PITZU CULU
O COSTA, con lui mi confido sempre…
Scappai su per le scale, presi al volo la mia coperta
inseparabile e dissi al mio amico:
- Sai che vado al mare?
Lui mi guardava immobile, quasi dispiaciuto, forse pensava
che portassi con me altri giocattoli, così lo rassicurai e gli dissi:
-
Ma no, siamo: IO, IL NONNO E LA COPERTA DI PAPERINO, al che,
accennò quasi un sorriso, così lo salutai e raggiunsi il nonno, che mi
aspettava sulla sua automobile.
Mi disse:
-
Siediti AL POSTO TUO, come d’abitudine presi la
pistola giocattolo che stava sotto il sedile e la puntai come sempre, per
giocare, sulla schiena del nonno dicendo: AGENTE 00 SETTETE ti ho
in mano CARO JOE, prima di morire vuoi una CARAMELLA?
-
No!
Disse mio nonno,
-
Adesso non è il momento di giocare, partiamo se no
arriviamo tardi per il sorriso
-
Quale sorriso?
-
È una vecchia storia, quella di un uomo che
tutti chiamavano IL VAGABONDO perché faceva molti VIAGGI, in
realtà aveva un nome e la sua storia s’intitola appunto: IL VIAGGIO
D’ALFONSO.
Il nonno era partito ormai da un bel po’e la storia ci aveva
accompagnato fino alla nostra meta.
Lui seguitò, scendendo dall’auto, a raccontare, aspettavo
con ansia di sapere di chi era il sorriso da cui era partito tutto il racconto,
ad un tratto s’interruppe e mi disse:
-
Eccolo là, guarda! Quello è il mare, e giù in fondo
dove vedi che si congiunge col cielo è l’orizzonte, dimmi cosa vedi?
Guardai e cercai di scorgere qualcosa oltre l’immensa
distesa azzurra d’acqua, il mare era SBATTUTO dal vento contro gli
scogli, era uno spettacolo indescrivibile, tanto da mozzarmi il fiato, i miei
occhi erano lucidi di gioia annegavano nelle sue acque, sorridevo, non avevo
mai visto tanta bellezza, scrutai attentamente ogni minimo anfratto, ogni onda,
ma non vedevo nulla d’altro, così, dissi:
-
Non so nonno, tu cosa vedi?
-
Veramente lo avevo chiesto a te, ma visto che oggi sono
in vena di regali, ti dico che vedo:
IL MARE CHE RIDE,
-
Ride?
-
Sì, ride perché l’hai abbracciato.
-
HO ABBRACCIATO IL MARE, ma sei sicuro nonno?
-
Sì, mi è bastato guardare la gioia che ho letto nel tuo
sguardo, lo hai abbracciato con i tuoi occhi.
A quelle parole VOLEVO VOLÀ, CON LA
GIOIA E COL DOLORE, che aveva provato per la storia raccontata dal nonno durante il viaggio, IL GABBIANO E LA CATTIVA COMPAGNIA di
una signora, che UNA TERRENA TRAGEDIA colpì nel lontano
17 DEZEMBER 1908 una chiesa, nella quale si stava
svolgendo una funzione. L’organista suonava le VARIAZIONI DI GOLDBERG
AD UN VOLUME ALTISSIMO, tanto che aveva irritato ancor di più il pilota di
dirigibili, intento a bisticciare con la suocera, che abitava con lui nella
casa a due passi dalla chiesa.
La disputa era accesa e lei gridava:
-
PRIMA O POI, A CASA D’ELISA SENZA DI TE, si starà
meglio, ADRIANO STA CRESCENDO
e tu
non puoi dargli tutto quello di cui ha bisogno, come pure A MARIA,
non potrai farla studiare!
-
Ma C’è ANCORA TEMPO! Sei come LA PETTEGOLA DELLA
PORTA… RACCONTA ! Lancia LA PIETRA, ULTIMA tua cattiveria, chiamami come fai sempre
tu
“IL MENDICANTE”, è sempre LA SOLITA MINESTRA, ma sarà L’ULTIMA!
SCOSSA, lei lo guardò interrogandosi… e lui aggiunse:
-
OGGI VIVO per l’ultima volta, LA VITA CONTINUA per
la sua strada e NESSUN DOLORE SARà NEMICO DI ME STESSO, aprite una
bottiglia di DON PERIGNON ed auguratemi CENTO DI QUESTI GIORNI,
perché il mio sarà un SUICIDIO IN ATTO BREVE!
-
Ma cosa dici, cosa hai in mente? Avevano ragione i
medici di dire che non eri normale quella volta, quando, fosti ricoverato in
ospedale, che cadesti in uno stato di AMNESIA totale, sulla CARTELLA
CLINICA
NR 2179 lessi che, la notte facevi delle strane CONVERSAZIONI COL
BULLECCO parlavi d’ARTE PASSIONE E FOLLIA, parlavi di certe CONFESSIONI
DI UN NOTEBOOK una parola che non
esiste, scrivevi ed affermasti: prendo APPUNTI PER UNA STORIA CHE NON
SCRIVERÒ, UNA FAVOLA PER NOEMI, a chi ti riferivi?
Agli ASTRI PARALLELI, I GIRINI,
ai
BARATTOLI VUOTI, LA
LISCA,
ai VIAGGI, a tutti gli appunti
insensati
che scrivevi sul tuo
PORT-FOLIO un altro nome da
te inventato?
La tua è UNA STORIA
DA 50 LIRE,
non tiene in piedi, perché tanto vali tu:
CINQUANTA LIRE!
BIANCO dalla rabbia il pilota gridò:
-
Il mio racconto doveva essere SEMPLICEMENTE DEDICATO
A TE!
SIGNORA DEI BACI,
non ricordi vero?
Poi, gridò:
-
WHO’S YOUR DADDY ?
Ed uscì sbattendo la
porta. Come un folle, corse verso il suo dirigibile, che stava nel campo
accanto alla sua casa, si alzò in volo e si andò a schiantare sulla chiesa in
cui la suocera si era precipitata per chiedere aiuto, per fermarlo.
La tragedia avvenne con un CRASH che provocò
l’incendio della chiesa e le case circostanti, uccidendo un centinaio di
persone, tantissimi furono i feriti, così finì il suo ultimo viaggio.
-
Il nonno seguitò dicendo:
-
Da quelle ceneri, videro alzarsi in volo un gabbiano, forse,
l’anima d’Alfonso, che volò
ancora una volta sul mare, che lui
amava più
di ogni cosa, effettuò
il suo ultimo volo da
gabbiano, lasciando in eredità al mare il suo sorriso, lo stesso che il mare
trasmette a chi lo vede per la prima volta, come è successo a te.
Ripartimmo e durante il tragitto pensai più volte a quante
cose avevo appreso in quella giornata. Il nonno si fermò dopo trenta chilometri
davanti a un bar: “IL MARINS”, per avvertire mamma della nostra assenza
prolungata. Entrò nella cabina, compose il numero e disse:
-
PRONTO, C’È UALCUNO? Lei non c’era, non era mai in casa, come al
solito rispose quella fottuta segreteria telefonica, che diceva sempre la
stessa frase e che odiavo:
-
LASCIATE UN MESSAGGIO DOPO IL SEGNALE ACUSTICO…bip.
-
Ciao sono papà, ho preso Tonino con me, arriveremo per
cena…
Io nel frattempo avevo spalancato la portiera dell’auto ed
un AROMA DI VINO proveniente dal bar m’investì; il nonno finito la sua
telefonata, dalla cabina si diresse nel bar uscendone, con due buste e
porgendomene una, disse:
- Prendi, questa è per te, so che ti
piacciono le patatine e questo è il POPCORN PER NICOLÒ, così non ci terrà il broncio per
non averlo preso con noi.
Sorrisi immaginando la faccia di mio fratello, quando gli
avrei raccontato che il mare mi aveva sorriso, almeno avevo un testimone che
poteva affermare la verità, e per una volta non mi sarei sentito dire, bugiardo!
Anna Giordano 04/09/2008