lunedì 5 gennaio 2015

CORE BATTERISTA

A PINO DANIELE...

‘Stu core batterista maestro e pure artista,
‘sta vota ha fatto ’o fesso lasciannete pe’ feste.
Pe’ te era n’amico,
senz’isso, nun facive nu passo
e nun scrivive nu verso,
senza ca te dicesse ‘e pparole c’avive cantà.

Eppure, st’amico che tu, purtave 'mpietto,
stanotte t’ha llasciato senza te fa fiatà.

Scetanneme stammatina,
 agge saputo ’a nutizia 
è stato 'nu terremoto
e ‘o core ha ditto all’uocchie ‘e chiagnere ‘o dulore,
 ‘o mio e chill’'e Napule ca chesta vota,
 pe’ te, nun s’è vestuta a festa,
 Napule è…
 Ammutulita,
e dint’all’aria sule ‘na voce canta,
 è 'a toje...

venerdì 2 gennaio 2015

La felicità secondo me...

Anna Giordano 28 dicembre 2014.

“Ho scoperto che tutta l’infelicità degli esseri umani deriva da una sola cosa, e cioè da non saper restarsene tranquilli in una stanza.”

Blaise Pascal.


Questa frase di Pascal mi fa riflettere su quanto sia possibile la felicità, come sia semplice toccarla, eppure, si è in tanti a battersi per assaporarla, ma solo in pochi a riuscirci.
Penso che la stanza sia solo un luogo comune per indicare l’essenza dell’essenziale: il poco, poiché si può essere felici con poco.
La felicità è composta da piccole cose e come tale ha vita breve ma, che si ripete e tante sono le volte che si presenta a noi, che non ci facciamo più caso e passa inosservata; un po’ come chi preso dallo stress, dalla vita frenetica, non approfitta del suo tempo neanche per fermarsi a guardare ciò che lo circonda… magari il sorriso di un bambino, gli occhi dolci di un cane che ti guarda in cerca di una carezza, due anziani che si tengono per mano come fossero due giovani innamorati. Fermarsi per guardare un tramonto, anche se ciò avviene ogni giorno è comunque uno spettacolo irripetibile che sprigiona bellezza ed emozione. Il fatto sta che tutto, a volte, sia così scontato che il grande patrimonio che ci è stato affidato è sottovalutato, diventando così, qualcosa di normale routine, eppure dovrebbe suscitare in noi felicità, se non altro, bisognerebbe essere felici di svegliarsi ancora per un giorno da vivere e rivedere ancora un’altra alba.
Per cui la stanza di Pascal, a mio modestissimo parere, potrebbe essere un eufemismo per l'infelicità e   una metafora per raffigurare la felicità, qual è, nella sua ricchezza di semplicità.




sabato 20 dicembre 2014

SOTTO L'ALBERO

                 
    
                                       
Stanotte ho guardato il cielo,                                            
ragnatele di stelle lucenti                                               
s’intrecciavano fra loro                                             
erano sfavillii di cuori,                                          
si tenevano per mano,                                                           
parlavano d’amore …






Per ognuno ho colto un pensiero
che da sempre coltivo nel cuore
è arrivato il momento di offrirlo
e lo metto qui, sotto l’albero …

A chi ha ferite e problemi,
a chi confida nel domani
a chi di una carezza vorrebbe farne il suo cuscino
a chi aspetta il Natale ogni mattino
a chi soffre nella carne e nello spirito
a chi non crede in niente e neppure in Dio
a chi vuol dare di sé il meglio e non ci riesce
a chi non ha una famiglia
a chi si sente solo e afflitto
a chi pensa di sentirsi sconfitto
a chi non pensa a nessuno
a chi cerca un briciolo d’amore
a chi si sente superiore
a chi vorrebbe essere un altro
a chi impone la sua supremazia
a chi sopporta ogni razzia
a chi fa guerre per seminare orrore
a chi subisce le conseguenze dell’orrore
a chi ha dimenticato che c’è ancora l’amore
e a tutti quelli che hanno un cuore per tutti
e a tutti quelli che non hanno più cuore,

offro quel poco che ho nel mio, un fiore,
affinché questo Natale apporti a tutti,
un po’ più di speranza, d’amore e comprensione.

Buon Natale amici.

Anna  






mercoledì 26 novembre 2014

IPOTESI E REALTÀ

Ipotesi e realtà

"Nessuno più della natura è artista,
dipinge con i suoi colori, 
quadri che arricchisce e spoglia, 
a secondo della sua voglia,
di minimi dettagli, 
e ad ogni momento ne cambia l'espressione.
Tutto Svanisce e nasce sulla tela immensa del creato per mano di un pittore innamorato che, 
ogni istante, 
distrugge ogni sua opera per crearne un'altra, 
istante dopo istante opere transitorie così come ogni vita che anima questo teatro, il mondo"... 

E poi ad un tratto…

Immaginare, immaginare un mondo tutto piatto, senza montagne, senza differenze di razza e questa, estesa ai quattro regni. Sarebbe davvero piatto il mondo, duro da digerire.
Immaginare il regno animale con un solo esemplare , così come quello vegetale con una sola pianta , o quello minerale con un solo minerale, e gli elementi? 
Immaginare gli elementi... soltanto uno, l’acqua? L’aria? Il fuoco? La terra? 
Quale grave dilemma si creerebbe? La vita non ci sarebbe!

Immaginare un mondo dove le persone hanno tutte lo stesso nome, lo stesso viso, gli stessi occhi con la stessa espressione e lo stesso colore, così come pure quello della pelle...
E la natura?  Immaginare una natura monocolore, il cielo, il mare, la Terra tutta, senza differenza alcuna.
Immaginare se solo un sentimento potesse abitare il cuore, se solo una parola potesse uscire dalla bocca.
Immaginare o volere un mondo dove tutto si ridurrebbe al nulla?
 Immagino e penso che in molti si domandino cosa sarebbe il mondo senza le differenze, sarebbe poca cosa per non dire "niente".
A chi alimenta il razzismo in tutte le sue forme, vorrei ricordare che noi siamo su questa Terra, così come tutto il resto, per essere differenti e convivere senza discriminazioni poiché ognuno a sé stesso è una ricchezza, e guai se fossimo tutti uguali...
Immaginare un mondo dove il male regnerebbe senza il bene e viceversa, sarebbe come la notte senza il giorno, come l'aria senza ossigeno, come una sorgente senza più acqua, tutto sarebbe inutile. La sola parola di cui saremmo custodi sarebbe, morte, e il solo sentimento sarebbe, odio.
Intanto, tutti sappiamo che una sola cosa è uguale nel regno animale ed è la sola che ci accomuna tutti, senza differenza, è quella linfa che alimenta gli esseri viventi, formata da tanti minerali che con l'aiuto degli elementi permette a tutti di vivere. È la sola cosa preziosa ed unica che ha lo stesso colore e scorre per tutti nelle proprie vene: il sangue .
Lo stesso che le guerre, le sommosse, e tante altre nefandezze dell'animo umano, a loro volta fanno scorrere a fiumi dal corpo che lo contiene, per delle cause sovente legate alle differenze, non solo di razza, no, ma anche di religione , di caste, di interessi, di usanze, di sete d'unicità, praticamente di: nullità, perché se il sangue serve per raggiungere l’unicità, si ci auto annulla dal regno “animale”, in tutti i sensi, anche se dagli animali abbiamo ancora tante belle cose d’apprendere.
Immaginare, immaginare solo cosa succederebbe se le differenze non esistessero...



 Anna Giordano 

domenica 5 ottobre 2014

La differenza che ci divide dall'antica Grecia...


La differenza che ci divide dall'antica Grecia, malgrado i millenni, e che purtroppo, nulla ci ha insegnato:

Discorso di Pericle pronunciato agli Ateniesi nel 461 a.c.

Realtà italiana nel 2014 dopo Cristo:

Qui ad Atene noi facciamo così

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Invece in Italia facciamo così:

Qui il nostro governo favorisce i pochi invece dei molti: e per questo non viene chiamato e neppure calcolato.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui in Italia noi facciamo così:

Le leggi qui non assicurano una giustizia uguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi ignoriamo sempre i non meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, ignorato dallo Stato, come atto di noncuranza ad una ricompensa al merito, e la povertà costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui in Italia facciamo così:

La libertà di cui godiamo non si estende anche alla vita quotidiana; noi siamo sospettosi l’uno dell’altro e infastidiamo il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, ma non liberi di vivere come ci piace, a causa dei furbi, ma tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo e anche per i furbi che rimangono a guardare, fregandosi le mani.
Un cittadino italiano trascura i pubblici affari quando non attende alle proprie faccende private, ma soprattutto si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui in Italia noi facciamo così:

 Ci è stato insegnato da un lato a rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di non rispettare le leggi e di non dimenticare mai che non dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di non rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui in Italia noi facciamo così:

Un uomo che non si interessa allo Stato noi lo consideriamo innocuo, ma utile; e benché in molti siano in grado di non dare vita ad una politica, beh tutti qui in Italia siamo in grado di non giudicarla.
Noi consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la libertà sia il frutto della felicità, ma la felicità sia solo il frutto del valore d'acquisto.
Insomma, io proclamo che L'Italia è la scuola Mediterranea e che ogni italiano,cresce sviluppando in sé una infelice versatilità, la sfiducia in se stesso, la non prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra penisola è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui in Italia noi facciamo così.

Anna Giordano




martedì 16 settembre 2014

I vapori della speranza. ( poesia)

I vapori della speranza.

Barconi come pentole a pressione,
in esse bollono i sogni immaginati.
Le onde s’accavallano sulle anime
dannate dal pensiero d’approdare.

La valvola di scarico
sibila col vapore di corpi accatastati
fino a bucare i timpani del cuore.
Ignari,
con la parola morte,
firmano il contratto della loro vita.

L’infanzia un’odissea,
che naufraga sull'isola delle speranze uccise.

Vite traghettate muoiono negli abissi,
di un mare solamente nostro,
e l’impotenza di non salvarli tutti,
ci rende solo amari spettatori.
                                                  

  Anna Giordano



sabato 9 agosto 2014

Tutto per una striscia di terra.


Una Guerra senza fine, ma ne vale davvero la pena? Non capisco come si possa combattere per circa sessant'anni per una esigua striscia di terra,come si possano uccidere tante persone e tutte per la stessa causa. Incredibile, come l'uomo si ostini e non riesca a ragionare, come fa a non dirsi che la vita di tanti bambini e persone innocenti sia più importante che una striscetta di terra che si affaccia sul mare... 
Vorrei poter far cessare non il fuoco, ma l'odio che brucia nell'anima di queste persone che comandano la vita di innocenti che cadono sotto la loro impassibile vendetta senza fine. 
Sono sicura che le mamme che hanno perso i propri piccoli, saprebbero far cessare il fuoco di quest'odio che tutto devasta, se solo gli uomini le lasciassero parlare e dirigere i colloqui di pace, ma è solo un sogno il mio, purtroppo. 
Perché tante guerre? Perché tanta cattiveria in questo mondo? E pensare che siamo solo di passaggio e tutti dovrebbero potere vivere dignitosamente e in pace la loro esistenza . 
Dedico questa poesia al dolore delle mamme che vedono morire i loro figli sotto il fuoco dell'odio...



Notte   oscura

Notte con le braccia tese sul mondo,
anime addolorate nel tuo grembo
ferite dal fuoco dell’odio.

Madri senza  più lacrime,
dilania  in loro il dolore
dell’orgoglio strappato
per  una causa persa da sempre,
per una striscia di terra
fertile di sangue innocente.

Notte arresta il degrado d’ombra,
delirio di anime senza luce,
dona le tue stelle
per rischiarare le tenebre delle guerre.

D’inchiostro colori la pietà
per vittime falciate dalla spietata morte,
il suo traghetto ormai è pieno!

Lascia che il mondo si denudi della sua pena,
intingi i tuoi occhi
nell'alba che chiede di nascere
e
fa' che il sole splenda anche per te
notte oscura.

Anna Giordano.