lunedì 9 maggio 2016

QUEL TEMPO... ( A mia madre)


Com'è lontano quel tempo di quando mi abbracciava, e ancora più lontano, piccola, al collo le saltavo. Com'è lontano quel tempo, come il ricordo è vicino, di quegli attimi cari per me sempre rari.  Cerco ancora frammenti che mi conducano a lei, mia madre, la dea che adoravo, quando nel suo sguardo mi cullava.  Sicurezza,  le sue calde carezze,  un'ala di gabbiano, dove trovavo riparo e mi sentivo protetta.  Com'è lontano quel tempo, com'è vicino il ricordo, di quella pioggia d'amore  che bagna ancora il mio cuore. 
Anna Giordano

domenica 14 febbraio 2016

L'ultimo bacio :Poesia e voce di anna Giordano Regia di Domenico Ernandes






L'ultimo bacio,
rimane impigliato nell'anima
per ricordare o farti dannare...

Inconsapevole dell'ultimo assaggio,
rimane lì,sulle labbra del tempo che passa,
dal sapore fugace,
sulla porta rubato, dicendosi:
a dopo...

L'ultimo bacio nascosto nel cuore,
come una rosa di maggio prima che muore.
Una vita passata a farsi coraggio,
a dirsi che maggio riverrà ancora.

L'ultimo bacio, la tua compagnia,
Quando il mare in tempesta sommerge la barca,
Quando un treno deraglia
O una frana t'investe.

Quando solo rimani
E nessuno s'accorge

del dolore che ti travolge,
Se non l'ultimo bacio rimasto nel cuore:
calda coperta,
mano nel vuoto che unisce,
voce che dolce sussurra,
ancora, ti amo.

Anna Giordano

domenica 31 gennaio 2016

CARNEVALE ( poesia )





È  tutta ‘na sfilata ‘e carri alleri
‘e gente mascarate.
Se songo appropriate
d’‘e vie tutte addubbate.

Abballano ‘e cchiù gruosse,
 alluccano ‘e criature
è  tutta ‘na baldoria.
È festa! È carnevale!

È ‘a festa add’‘o ricco e ‘u povero
 viven’‘a stessa storia,
surtanto pe’ pazzià!

Peccato ca ‘sti mmaschere
po’ venene levate,
e ‘o ricco torna ricco
e ‘o povero è sempe povero.
È ‘o suonno ‘e ‘nu mumento
C’‘aspetta tutto n’‘anno…

Po’ quanno ‘a festa fernisce,
s’appennene ‘int’‘armadio
‘e maschere afflusciate e
‘e lacrime d’ ‘a gioia
scumparsa appena nata,
 e pienze ca ‘sta vita è sulo ‘na sfilata,
addò, chi cchiù e chi meno
se veste cu ‘na maschera
annascunnenne ‘e pene
‘e chesta vita  ‘nfame,
speranne ca nu journe  
levannese ‘sti mmaschere,
sarranno tutt’uguali.                                      

Anna Giordano febbraio 2015
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Carnevale

È tutta una sfilata di carri allegri e gente mascherata,
si sono impossessati delle vie tutte addobbate …
ballano gli adulti, gridano i bambini
è tutta una baldoria.
È festa! È carnevale!

È la festa in cui il ricco e il povero
Vivono la stessa storia,
soltanto per scherzare…
Peccato che le maschere dopo saranno tolte,
il ricco ritorna ricco
e il povero è sempre povero,
è il sogno di un momento
che aspetta tutto un anno…

Poi quando tutto finisce
S’appendono nell’armadio
le maschere afflosciate e
le lacrime della  gioia
svanita appena nata,
e pensi che la vita è solo una sfilata
in cui chi più e chi meno
si veste con una maschera
nascondendo le pene e a volte anche le gioie
di questa vita infame,
e sperano in un giorno in cui  
togliendosi la maschera,
saranno tutti uguali.





mercoledì 27 gennaio 2016

Da Anna Frank ai profughi Siriani ( Poesia)



Da quella finestra Anna, tu osservasti il mondo,
 lo stesso che ospitava i tuoi carnefici.
Lo stesso per il quale ognuno si batteva e che,
purtroppo,
 ancor oggi si batte per vivervi.

Ieri scrivevi la tua vita nel diario
in cui racchiudesti la libertà perduta.

Oggi profughi in fuga per una guerra assurda,
son ospiti non graditi privati dei pochi cimeli
unici beni salvati da un esodo funesto.

Così a te capitò e agli altri deportati
che furono spogliati di ogni bene,
ricordi strappati all'identità di ognuno.

Hai scritto quel tuo diario,
sperando di rileggerlo,
quel diario che oggi per noi
è testimone diretto,
dei sogni tuoi spezzati,
ma che purtroppo,
ci insegna che ancora non sono bastate
le tue parole,
per giungere al cuore di chi oggi propone
la legge di confiscare i beni
a chi fugge la morte
e non chiede una seconda volta di morire,
nelle azioni meschine
di chi li priva dei loro ultimi ricordi,
ancorati, forse,
a pochi spiccioli o ad una catenina. 

Anna Giordano 27 gennaio 2016



mercoledì 23 dicembre 2015

LA STRADA (Poesia)



La strada,
luogo in cui si affronta la vita.

Faccia a faccia con la realtà,
con le insidie che in essa si celano.

Giungla d’asfalto
dove s’ impara a camminare.

La strada,
impara a difendersi
a combattere,
t’intrappola e si diventa
o figlio di puttana o fesso e basta.

La strada è una matrigna senza cuore,
può far di te qualcuno oppure nessuno,
la strada è di tutti, è là.

T’insegna a dire no a chi non ti lascia vivere,
ad affrontare le avversità oppure,
soccombi abbandonandoti alle sue insidie,
senza una meta e senza un domani,
nelle sue mani,
fredde e senza amore.

La strada è dolore,
per molti è anche piacere, sì,
piacere di camminarvi
piacere di trovare nuovi amici,
di riscaldarsi le mani con le caldarroste,
di passeggiare mano nella mano,
sognando.

La strada accoglie anche chi ha perso la sua voce,
sì, per chi il domani non ha più incroci,
e cieca,
scorre davanti agli occhi senza luce…
dove ognuno passa e non ti vede
perché fa freddo e ha fretta di rientrare a casa. 
E tu, nel tuo cartone,
la tua casa,
rimani lì a guardare come piove...

 
 Anna Giordano

venerdì 18 dicembre 2015

Lettera a Gesù bambino (Poesia)



Caro Gesù bambino,
Natale è ormai vicino,
molti sono i credenti,
diventati miscredenti .

L’amore che ci hai insegnato,
nel tempo si è smarrito.
Gli uomini han barattato
il cuore con un sasso,

han scelto per amico,
il male, tuo nemico.

Parlano solo d’odio,
di guerre e di vendette, 
come tu nel Vangelo
parli solo d’amore.

Caro Gesù bambino,
fa’ che nei loro cuori, 
si svegli per la tua nascita,
il dormiente amore.

Fendi la pietra che
ha sostituito il cuore,
e fa’ che vi germogli
un filo d’erba e un fiore, 
in nome dell’amore,

per generare un oasi
di pace e di dolcezza,
affinché il deserto in essi
ridiventi un cuore.
                                         
Anna Giordano