giovedì 16 marzo 2023

"MON TURIN" l'ultimo CD ed Album di DEAR!

Un bentornato a Davide Riccio, in arte: DEAR. Con il suo nuovo album tutto da scoprire, una vera piccola meraviglia per gli amanti della musica di nicchia e non solo! Un album composto da straordinarie composizioni armoniche, in cui l’imprevedibile lascia piacevolmente sorpresi. Composizioni che offrono all’ascoltatore la possibilità d’estraniarsi dal proprio mondo e vivere, nel tempo di una passeggiata in compagnia dell’autore e le sue composizioni musicali, che trascinano chi le ascolta in un mondo fantasioso e pieno di immagini, che la musica trasmette. DEAR racconta e si racconta in questa passeggiata musicale e culturale nella sua città: Torino, alla quale ha dedicato questo album che ha per titolo: “Mon Turin”

 

Col brano N.1- OUVERTURE: BAROQUE AND ROLL, (BUONGIORNO SIGNORA MASCHERA)

S’inizia con la magia di una musica che lo stesso titolo lascia immaginare. Una fusione tra il barocco ed il Rock. Proprio come la città tra palazzi antichi e moderni. Un’armonia architettonica e musicale, che si sovrappone fra le note creando l’atmosfera di un ballo in maschera, tra suoni, voci e persone a cui lego la mia immaginazione al brano, che mi ha trasferito la piacevole sensazione di una città viva, dai mille volti senza dimenticare la maschera ufficiale torinese: Gianduja, nonché anche una leccornia tutta da gustare.

Prosegue la passeggiata con il brano N.2 NOTTURNO: NOCTURNAL, A WALK UNDER PORCHES  che si esprime nella nostalgia di un piano suonando la notte che accompagna passi silenziosi su una via deserta, dove ricordi sfiorano le corde dell’anima assaporandone la solitudine. Fluiscono le note ed il silenzio notturno, rotto dai passi e dalla voce calda di DEAR e quelli dati sotto i portici della sua città.

Il brano N.3 JAZZ: UN TRENO PER TORINO CON LA VALIGIA DI CARTONE  ha portato la mia mente a ritroso negli anni, quando alla stazione di Torino giungevano dal sud tanti immigrati, con solo per bagaglio una valigia di cartone, per affrontare l’incognita di una Torino, dove il tempo segnò tanti destini di persone, giunte a quella meta, con la speranza in cuore di cambiare la loro vita. Una voce, come allora, annuncia la partenza di un treno sul binario dei pensieri per una destinazione sconosciuta. Il via del capostazione, il treno che parte insieme al ritmo dei suoni che si ripetono jazzati, mentre le ruote del treno sui binari ed il vocio dei passeggeri si alterna alla musica dei treni.

Nel brano N.4 PAVANA: CIT TURIN IL PICCOLO PARIGI DEAR attraverso le sue composizioni armoniche racconta la sua Torino, di cui il quartiere a lui caro, chiamato: la piccola Parigi, dal fascino intrinseco agl’idiomi ed assonanze, reminiscenze della lingua francese nel dialetto torinese, si rivelano attraverso la sua musica, con suoni che ricordano antichi strumenti provenzali, con dissonanze che aprono una visione variegata; di note che si stemperano per una dimensione più moderna, creando immagini tra il passato ed il presente. Un invito all’ascolto per rendersi conto della ricchezza delle composizioni di DEAR che sono opere originali dall’impronta personale ed inconfondibile che confermano il suo stile.

Il brano N.5 VALZER: CAMMINAVO OGNI GIORNO PER TORINO infonde l’impressione che la musica segua i passi di chi passeggia fra le strade della città, con incedere quasi claudicante, che passo dopo passo sposa le note di un valzer per raggiungere piazze e luoghi sicuramente cari all’autore.

Il brano N.5. RONDO': LE GIOSTRE IN PIAZZA VITTORIO Un giro per evocare e vivere la gioia dell’infanzia, musica il cui spirito allegorico ne segna il momento.

I ricordi sono ad ogni angolo di nota, parlano della giostra di quartiere, che gira e travolge nella gioia, forse, anche i ricordi di una lontana infanzia.

 

Con il brano PASSACAGLIA: L'OLTREUOMO A TORINO continua la passeggiata con DEAR tra vie e luoghi nei quali si vive in un sogno creatosi con la sua musica che si rifà al concetto di Nietzsche del superuomo. Il filosofo fu ospite di Torino.  DEAR lo ricorda nel titolo e con la sua composizione che rappresenta l’apertura, il movimento, la mente di un grande filosofo. Con la sua armonia musicale fantastica, l’artista ha creato con le note, il migrare del pensiero verso mondi sconosciuti, oltre la terrena realtà.

La sua passeggiata ci conduce, col brano N.8 BERCEUSE: LA CAPRA NELLA NEVE, LA TRAGEDIA DELLO STATUTO Al cinema Statuto dove in un incendio nel 1983 morirono 64 persone. Il cinema proiettava il film francese: “LA CAPRA” film comico, la cui storia raccontava la sfortuna che perseguitava il protagonista Pier Richard. Ironia della sorte, la sfortuna toccò alle persone vittime della stessa.

I corpi furono adagiati sulla neve che fuori ovattava l’aria. Le note della berceuse si adagiano come fiocchi di neve leggeri e soffici, come per cullare chi perì nell’incendio. Un rimembrare che intristisce, e che con le note a loro dedicate vuole essere la memoria da non dimenticare.

 

La passeggiata continua col brano N.9 MORESCA: ASSALTO ALL'ANGELO AZZURRO e ci si addentra nella strada in cui una marcia, diventa musica dal passo imperante. Con suoni dal ritmo minaccioso, a tratti altri suoni, si alternano con note che si dipanano e lasciano intravedere un momento di accalmia nelle note vagabonde e forvianti che si riallacciano alla marcia che imponente riprende minacciosa, pronta per l’assalto all’Angelo Azzurro... ancora un ricordo triste da non dimenticare. In questo brano ho apprezzato il distacco che c’è tra le due facce della composizione, che diventa quasi uno scontro tra strumenti. La prepotenza che s’impone alla dolcezza di un ragazzo, che muore senza capirne il perché.

 

Il brano N.10 TEMA E CONTRASTO PER ALFREDO CASELLA segue, ricordando le opere del compositore Alfredo Casella nato a Torino. Casella nelle sue opere esprime il rinnovamento tra la musica tonale del 1800 e la musica sperimentale del 1900 contrasto, che fa nascere opere di grande estro innovativo musicale dell’epoca. L’omaggio di DEAR al grande e bravissimo compositore torinese Casella, lo fa egregiamente, con questo brano, che ricorda molto le opere di Casella nella struttura, ma con la giusta differenza, tra lui e Casella che si traduce in una forza incisiva di Casella ad una forza addolcita di DEAR. Un pezzo che si ascolta con vero piacere e che ho molto apprezzato. Bravissimo!

 

Con il brano N.11 BLUES PER IL COMANDANTE DIAVOLO la passeggiata ci conduce verso il centro di Torino dove regna ancora oggi, tramite monumenti ed edifici ornati da vistosi segni esoterici, che ricordano e non smentiscono la fama di Torino riguardo al culto dell’occulto. Il brano nella sua composizione mantiene quell’alone di mistero, vestito di blues, genere musicale di origini Afroamericane definito anche musica del diavolo, che crea particolari sensazioni per vivere l’atmosfera sulfurea dei luoghi. Per momenti la musica si confonde con lontane e appena percettibili cornamuse che trasportano il pensiero su un veliero fantasma immaginario, che da Torino approda sulle rive della Scozia, terra di antichi castelli avvolti nelle nebbie, le quali si dissolvono, come la musica, lentamente liberandosi dal sortilegio.

 

 

Segue il brano N.12  MARCIA DEI 40000 COLLETTI BIANCHI Torino città dei colletti bianchi che, attraverso la musica di DEAR, li vedo indaffarati nel loro via vai di una città affollata e frenetica, dove al mattino si precipitano nelle strade per andare in ufficio e le note seguono i loro passi, come le dita su di un piano che scandisce in modo cadenzato la loro giornata, tra uffici e rientri serali a casa.  Impiegati e imprenditori della città per bene, la città con le sue banche, fabbriche ed imprenditori.

Il brano N.13 BAGATELLA: PENSIERI SULLA TOMBA DI ISA BLUETTE dedicato alla famosa Isa Bluette, pseudonimo di: Teresa Ferrero, operaia che cambiò il mondo dello spettacolo, affascinando il pubblico. Attrice, ballerina e soubrette; si affermò agli inizi del novecento come l’artista più famosa dell’epoca. Ancora oggi la si ricorda. La sua tomba è memorabile per la scultura in bassorilievo di marmo bianco che la rappresenta in veste di ballerina. DEAR le ha reso omaggio con la sua musica che riflette, forse i suoi pensieri, tra squilli di trombe annunciatrici di una gloria effimera della vita che dal tempo sepolta per l’eternità.

 

Il brano N.14ELEGIA: LA FONTANA ANGELICA  fontana monumento che rappresenta le quattro stagioni, e racchiude in essa una storia e simbologia esoterica, ma all’ascolto della musica che DEAR le ha dedicato, ho colto, per i suoi movimenti musicali, i giochi d’acqua, lo scorrere di essa con il suo canto di gocce, che cadono picchiettando, scivolando ognuna col proprio suono. Si coglie il fluido estro di DEAR nella sua composizione, che esprime la mobilità e la non forma del liquido vitale.

 

 

Il brano N.15 HABANERA: COME TU NON MI VUOI è un brano che delizia per le sue note dal carattere esotico, che danno la sensazione di freschezza e dolce trasporto, di momenti rilassanti, forse cari all’autore, quasi come una ninna nanna che culla le sue passeggiate e le soste nella città di Torino, anche se il titolo indica tutt’altro: “Come tu non mi vuoi”, un enigma che non voglio ipotizzarne il perché per non intaccare la magia della sua melodia…

E tutto ad un tratto il brano N. 16 LIED: LOCUTIONS DES PIERROTS dal dondolio in terre lontane, ci si ritrova in “Francia”, con la voce di DEAR che canta in francese accompagnato dalla melodia cadenzata con i passi della passeggiata, canta e racconta i Pierrots con le mani in tasca… vagabondi taciturni che ascoltano la campana cantare il tempo, senza che se ne accorgano, senza far male a nessuno, camminano con le mani in tasca...nella città e le strade che sono anche la loro casa, Torino.

 

La passeggiata continua con il brano N.17 SILENT LIGHTS BEJEWEL THE NIGHT sotto un cielo che: “Luci silenziose impreziosiscono la notte” è il titolo della canzone in inglese, che trovo davvero preziosa per la musica e la bellissima voce di DEAR che incide, appassiona e porta al cuore ventate di angeliche emozioni, sospese tra le due voci ed il sentimento, che la bellissima canzone esprime. Musica che rapisce ed una luce che brilla nell’album di DEAR come una STAR.

Sensazioni per il brano N.18 LETTERS FROM TURIN lettere per Torino, con la voce di DEAR e la sua musica pennellata di leggere sfumature, di suoni miscelati che conferiscono al pezzo una leggerezza cosmica, fluttuante. Vibrano le corde e portano messaggi alla città che si prepara ad essere proiettata nel futuro? Il cambiamento nel tempo è quel che ho percepito da questa composizione davvero originale!

Il brano N.19 DA QUARTO A TORINO racconta cantando con la voce bella e particolare di DEAR in Italiano, la storia dell’Italia e di Torino, che ne fu anche capitale. Le parole che giocano fra doppi sensi e verità. Città con le sue paranoie, la numerologia, l’esoterismo, città della sua infanzia e vita, i personaggi che l’hanno visitata o abitata, Garibaldi, l‘emblematico monsieur Travet, la disoccupazione, i fiumi che attraversano Torino, le fabbriche, le controversie e le cause del fallimento crescente di una società che crolla sotto il peso di tante incongruenze ed ingiustizie. Una canzone di denuncia per la città che prima è stata creata, elevata a potenza industriale e poi amputata. Una nota di amarezza per chi la porta nel cuore.

Il brano N.20 QUANDO IL BAMBINO ERA BAMBINO

Una canzone che ci conduce alla sorgente di ogni vita, cammina e racconta l’infanzia DEAR, con la sua infanzia di ieri e quella di oggi. Una piccola meraviglia di suoni s’accorpano alle parole, che ricordano la verità di come erano e sono i bambini. Una canzone in cui la musica conserva la sua magia nei suoni e ritmi che fanno immaginare i loro occhi.  Paragoni e verità di un’infanzia, quando era ancora infanzia e che oggi, purtroppo, anche il bambino ha perso la sua identità. È una canzone che risveglia i ricordi perduti e che finisce con le poche note di un carillon desueto, ma tanto bello e nostalgico, le cui melodie per un bambino di ieri erano meraviglia e che al bambino di oggi forse non suscitano più nulla.

La passeggiata termina sulle note del carillon e io meravigliata dall’affascinante promenade in Torino; tra suoni, musiche, voci, idiomi, ricordi ed armonie. Ritorno nella mia realtà, con un bagaglio pieno di belle sensazioni ed un CD col quale posso ritornare a rivivere questa entusiasmante passeggiata, insieme alle composizioni e canzoni di DEAR.

Chapeaux a Davide Riccio, poliedrico ed originale con le sue composizioni che ha accorpato con la storia, le qualità e difetti della sua città, con occhio d’artista che in lui riconosco.

Un album d’avere a portata d’orecchio!

 

Anna Giordano 15/03/2023

 

venerdì 10 marzo 2023

IL FIORE ED IL VASO - Voce e poesia di Anna Giordano - Regia di Domenico...



L’amore? Cos’è l’amore?

Un sentimento!

Ma sappiamo davvero cos’è l’amore?

Mi domando se forse, non sia la pioggia che bagna la terra

perché non muoia di sete e non diventi deserto.

 

Sarà il fiore nel vaso di cui i colori dipingono il sorriso di chi non esce più di casa?

O la carezza del vento sulle dune del deserto,

che ne plasma le forme per farle vivere pur essendo esse inermi?


Sarà un raggio di sole per chi vive nell’ombra e non conosce la luce?

 O il fiore che dischiude i petali perché la farfalla stanca vi si possa riposare?

L’amore? Cos’è l’amore?


Non è forse, la meraviglia per chi non ha mai visto il mare?

O il primo, platonico sguardo innocente,

che divampa accendendo l’amore nel cuore di due adolescenti?

 

Amore è il sentimento che rappresenta l’universo intero e ne custodisce il mistero.

Un sentimento che coltivi come un fiore e preghi il tempo

perché non lo faccia appassire;

gli si dà tutto pur di tenerlo in vita,

perché ha sete, ed il cuore è il vaso in cui è piantato;

gli si prodigano tutte le attenzioni e cure perché nulla gli accada,

affinché la linfa non smetta mai di circolare come il sangue nelle vene.

 

L’amore non ha leggi e né trattati da rispettare!

 

Ogni cosa si piega al tempo,

l’amore se è vero, resiste anche al tempo, unico giudice,

che per quanto sia duro con la vita di ognuno,

non è mai riuscito ad invecchiare l’amore,

sin anche quando la bellezza svanisce,

rimane sempre nel cuore, un fiore per il quale si fa tutto,

purché non appassisca e non muoia insieme al corpo.

 

L’amore è l’eternità dell’essenza divina!

 

L’amore? Che cos’è l’amore? 

È tormento che strugge,

è luna e sole che rischiarano le tenebre nel cuore,

carezze delicate di dolci istanti sperati,

dipinti negli occhi di due innamorati,

che pur senza sfiorarsi arrivano a toccarsi,

a sentirsi vicini seppur lontani…

è quella vibrazione che scuote dolcemente il cuore

con battiti che fanno sobbalzare il petto salendo fino in gola.

 

È l’abbraccio che inizia correndo l’uno verso l’altro per non lasciarsi più.

 

È lo smarrirsi in balìa di un incendio che scoppia all’improvviso nel cuore.

È il perdersi sulla strada dei suoi passi nel labirinto dell’anima,

dove vivono mille emozioni amando!

È il bruciare nel fuoco di un abbraccio
ed annegare nel lago dei propri occhi, la cruda realtà della sua assenza.

 

È la creatività di due anime fuse in una per udire la melodia più bella del creato,

quella di due cuori che battono all’unisono il ritmo della vita

e della meraviglia che si genera amando.

 

L’amore? Cos’è l’amore?

 

Se l’amore si potesse spiegare… non sarebbe più amore!

 

 

28/02/2023 Anna Giordano.

 


giovedì 2 marzo 2023

MI NUTRO DI BELLEZZA - Voce e poesia di Anna Giordano - Regia di Domenic...


Mi nutro di bellezza,

di fantasia e sogni,
come se domani tutto finisse.


Mi nutro e mi drogo della sua purezza,

non ho bisogno d’altro,
per ottenere immagini nella mia testa,
scrigno segreto delle sue essenze.


Mi nutro e mi ubriaco di bellezza,
non ho bisogno d'alcool per inebriare l'anima o la mente,
mi basta la bellezza che bevo alla sua sorgente.
Mi nutro di bellezza come se fosse cibo,

di essa non ingrasso, né mi ammalo di noia.
In essa annego l'anima e ne esco sempre più viva.


Mi nutro di bellezza all'angolo della via,

dove lo sguardo incrocia la vita che passa,

sul bordo di una riva, fra gli alberi di un bosco,

tra i fiori in un campo di grano, o d’una prateria.


Mi nutro e continuo a nutrirmi d'immagini dipinte,

di musiche sublimi, di gusti senza fine,

mi nutro solo di essa: la mia amica bellezza,

che ogni giorno o momento offre ai miei occhi,

al mio udito, al mio olfatto e la bocca,

il gusto dei suoi sapori che suscitano in me sempre di più stupore!

 

Sì, da sempre sono sua amica;

la seguo in ogni sua mossa, in ogni suo passo,

come l’ombra segue i miei movimenti.
Nutro il mio spirito della sua ambrosia,

che dolce ogni mattina mi offre l’alba,

con un sorriso di sole bacia il mio viso,

e negli occhi appena dischiusi,

dipinge l'immagine del sublime risveglio.


Sì! Vesto il mio sguardo col giorno e

gli altri mille suoi aspetti, che la bellezza

 mi offre

fino al tramonto con la sua luce,

vestito che lascia cadere nel mare o dietro le cime dei monti,

per indossare quello da sera,

trapunto di stelle ed una spilla d'argento,

falce del giorno,
che di notturna bellezza nutre i miei sogni.
                                                 

 Anna Giordano 20/02/2023

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"Mi nutro di bellezza" è una delle mie
ultime poesie che ho scritto da poco.
Anche se il concetto sviluppato
in essa è nato prima che pensassi
di scriverla.
Un giorno parlando di droghe, dei giovani,
di cosa succede loro,
che tra alcool e droghe bruciano
la loro vita, per vivere sensazioni forti.
Terminai la discussione dicendo che, 
personalmente,
né da ragazza e né d'adulta avevo mai
pensato minimamente alla droga
o all'alcool per provare emozioni forti.
Conclusi con la frase:
io mi drogo di bellezza!
Poi qualche giorno fa,  ascoltando
una bellissima e straordinaria melodia,
la frase mi è rivenuta in mente,
ma ho cambiato la parola "droga"
con "nutro"
perché  la bellezza è  davvero  un cibo,
ho davvero apprezzato quella
musica a tal punto che ne ho gioito
fino alle lacrime, così ho iniziato
a scrivere ciò che il cuore mi dettava...
il risultato è stata questa poesia.
Sì è  vero, nutro il mio spirito di tutto
ciò che è bellezza, e parlo del creato,
della bellezza a 360° le droghe, l'alcool,
non mi servono,
esse abbattono tutto ciò di quanto
ci sia di bello ed anche la vita preziosa
di tanti poveri giovani, che si lasciano
trasportare dalle sostanze nocive
per loro e tutta la società. Un bel brano musicale, un panorama
mozzafiato, un fiore,
che sembra niente, ma regala
la sua bellezza ai nostri occhi
per colorare e profumare la vita.
Invito tutti a guardare la bellezza
ed apprezzarne
l'effetto che produce, le immagini,
la musica, sono stimoli molto più forti
di ogni droga.
Che bello vivere la bellezza,
saziarsi di bellezza aiuta lo spirito
ad aprirsi a nuovi orizzonti.
Apprezzate la bellezza anche 
in tutte le sue bruttezze,  perché
la bellezza
è soggettiva e per cui ce n'è
per tutti i gusti.
Amate la vita attraverso
la bellezza che vivete,
attraverso i vostri occhi e lasciate
che entri in voi!
Ringrazio vivamente
Domenico Ernandes che ha curato
le immagini e musica di questo video
con le quali  ha espresso la bellezza
per accompagnare questo testo e la mia
voce sul cammino della bellezza.
Grazie Domenico. Bravissimo!

sabato 25 febbraio 2023

IL VIAGGIO DI UNA VITA - Voce e poesia di Anna Giordano - Regia di Domen...




E cammino, cammino, cammino,

sulla strada del mio destino.

Nuvole all’orizzonte scrutano il mio andare,

passeggio nella vita tra persone ormai dimenticate,

che repentine riaffiorano nel presente;

son come templi, ruderi del passato,

incrociano il mio cammino sulle creste 

delle colline,

là dove il sole ogni giorno rinasce.

Voli di rondini attraversano il mio sguardo

e fra le spighe di grano verde,

l’infanzia dei miei figli è il mio primo traguardo.

Nuvole,

nuvole all’orizzonte si addensano,

sento questa mia vita protrarsi nel passato.

Negli occhi miei riappare

il campo di grano, i papaveri rossi

e due bambini rincorrersi tra quelle spighe verdi,

ancora non mature, come la loro età.

Colmo è il mio sguardo di nostalgia

per l’ieri volato via,

sento la musica che riempie i miei occhi

di liquide gioie che bagnano il cammino,

risvegliando in me la voglia di scrivere,

per raccontare a volo d’uccello,

le praterie e valli del mio vivere.

 Riappare il sole da dietro le minacciose nuvole,

adombrano lo sguardo della mia vita vissuta.

Davanti a me s’erge, sulla collina attigua,

la città ancora da visitare e, come per incanto,

 i ruderi si dileguano così come il passato

ed una primavera risboccia nella valle

quella dei templi antichi.

 

Ricordo e nel pensiero vedo le gioie che corrono,   

corrono nelle praterie fiorite,

nei campi di grano, che ad ogni primavera si vestono di verde,

per poi dorarsi al caldo sole estivo.

Il sole della mia vita,

il sole dei miei passi,

che segue il mio cammino, sin sulla fine 

del mio terreno e…

cammino, cammino ancora, cammino.

 

Anna Giordano 08/01/2023