Testo di Anna Giordano
Guardando queste foto, mi sono detto che, in fondo, l’uomo e la donna sono due esseri quasi uguali, infatti, basta una lettera perché da maschio possa diventare femmina!
Ma già vi sento rispondere: Sì, col nome!
Ed io riprendo dicendo: ma non solo col nome!
La storia ci racconta che da sempre è stato così, sin da quando l’uomo è apparso sulla Terra. E abbiamo anche la Bibbia in cui è citato, che Dio fece l’uomo a sua immagine
plasmato dalla terra: Adamo il primo uomo al quale tolse una costola perché avesse una compagna e da lì nacque la prima donna: Eva! Materia della stessa materia.
Da quando il mondo è mondo, nessuno può procreare altre vite senza l’uomo e la donna!
Ogni persona, che sia uomo o donna, porta in sé l’eredità dei due procreatori.
È vero! È inconfutabile!
In tutti noi convive sia la parte maschile che quella femminile, noi tutti siamo il risultato dell’unione di due persone di sesso opposto,
cioè: di una donna e un uomo. La mezza mela che, secondo gli antichi greci, si unisce all’altra sua metà per essere una mela intera.
Lo so, non è una novità! Potreste dirmi.
Ma è pur sempre il miracolo più bello che la natura fa e che due lettere dell’alfabeto
riescono a decidere il sesso del nascituro
e sono le magiche lettere o meglio così dette, gameti, perché la loro forma si eguaglia alle lettere: X e Y.
Sì, sono le due lettere che determinano il sesso alla fecondazione, se la Y feconda l’ovulo femminile X il nascituro sarà un maschio e se la lettera X feconda l’ovulo X sarà una femmina. Le due lettere in gergo scientifico all’atto della fecondazione, sono chiamati cromosoma X e Y.
Ma rivenendo alla mia riflessione iniziale sulle foto, i visi al femminile così come al maschile, possono avere lo stesso viso, gli stessi occhi, bocca, sorriso, le stesse espressioni sia al femminile che al maschile
e queste foto rielaborate grazie alla tecnologia
lo provano, come lo provano le somiglianze dei figli con i loro genitori, che hanno dato loro la vita con i propri geni a loro volta ereditati dalla propria progenie o meglio stirpe.
Per cui, concludo, se l’uomo e la donna sono differenti lo devono ad una lettera che li ha differenziati, perché se tutti fossimo stati uguali ebbene saremmo rimasti ad Adamo cioè un mondo senza procreazione!
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