mercoledì 5 luglio 2023

COSì COME NOI TUTTI ...

 

 Albero- rosa -farfalla -foglia -statua.

 

Era una tiepida mattina di giugno, il sole inondava della sua luce il giardino di una antica villa gentilizia raramente abitata. 

Un salice piangente sovrastava, con la sua chioma fluente, la statua di Venere posta al centro del laghetto sottostante.

Poco distante una farfalla stava per posarsi su una rosa, quando sentì una voce dire: 

        - Ora basta, non ne posso più del solletico che i tuoi rami

          mi procurano ad ogni respiro del vento, senza parlare

          delle foglie che quando cadono si appiccicano addosso

          e mi tocca aspettare la pioggia per liberarmene! –   

La farfalla si spaventò, la voce proveniva dalla statua,

curiosa, volò sulla sua testa e domandò:

         - Ma sei tu che parli?-

         - Sì sono io". –

Rispose stizzita la statua e aggiunse: 

         - Perché ti sei posata sulla mia testa, ci mancavi

           solo tu, non bastava questa foglia appena caduta

           che mi si è incollata sull'occhio, non ci vedo più! –

-       Ma tu, ci vedi anche? –

 Domandò la farfalla. 

-       Sicuro che  ci vedo, non è perché io sia una statua che non debba vedere o soffrire il solletico, a volte mi domando solo perché non posso muovermi, è la sola cosa che io non possa fare, sono una statua e questo lo so, ma non per questo non posso avere certe caratteristiche del genere umano. –

-       Ma l'albero non può fare niente, continuerà a lasciar cadere le sue foglie su di te, non è colpa sua, credimi, è la natura che lo vuole. –

-       Già, ne ho sentito parlare di questa signora natura, ma io, intanto? Non sono anche io una sua creatura? Sono di marmo! –

 L'albero, la rosa e la foglia che copriva l'occhio della statua, in coro risposero:

-       Vero! Quel che dici, ma neppure noi possiamo muoverci, a parte i miei rami e le foglie che vengono mosse dal vento. –

 Disse l'albero e la rosa aggiunse:

-       E a me strappa i miei petali, quando sono sfioriti. –

Aggiunse la foglia:

-       Anche io non posso muovermi e aspetto il vento o la pioggia per farlo, non possiamo lamentarci! Ognuno di noi è differente, per fortuna, baciato o no dalla buona sorte, abbiamo un compito da svolgere e la natura è sempre giusta. Non lamentarti e immagina cosa sarebbe il mondo se ognuno volesse gestirlo a suo vantaggio, immagina il caos che si creerebbe! –

Perciò, lasciamo che la natura gestisca la natura di ognuno di noi, in modo tale da rispettare le sue leggi e non volere far valere le proprie pretese o il proprio ego, senza farsi carico delle proprie responsabilità verso gli altri.

Anna Giordano.

 

 

 



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