giovedì 28 marzo 2019

SCRIVERE E PARLARE PIù D'AMORE



Più tempo passa e più mi rendo conto, che in questo mondo non c'è più amore; lo cerco negli sguardi, nei gesti quotidiani di persone, che pensano soltanto al denaro;  più nulla ha valore, neppure la vita che è la sola ricchezza che non si può comprare.
Soffro, soffro per questa ventata di razzismo, che soffoca i sentimenti e di cui nessuno se ne accorge. 
Tutto mi fa paura! Non c’è più l’amore, non c’è più la pace, sento che il dolore semina ferite, sento che la morte ha preso un nuovo posto è  sempre un passo avanti in più della vita, sento che è a ogni angolo di strada si consumano delitti: muoiono donne senza pietà alcuna, i baby bulli godono nel fare il male.
Dov'è finita l’infanzia serena, la buona educazione, il rispetto per gli altri? 
Più tempo passa e più penso che sia ora di far qualcosa perché tutta l’umanità non finisca per annullarsi, iniziando con le piccole guerre dei bulli per diventare una guerra mondiale, per causa di stupide pretese di superiorità, d’interessi inutili poiché la nostra specie annienterà il creato senza avere scampo.
Bisogna scrivere e divulgare sempre di più queste verità, aprire gli occhi a chi si lascia infatuare dai venditori d’odio. 
Sarà dura, ma se ognuno apporta il suo granello d'amore contribuiremo a farne un inizio perché nasca un’oasi in questo deserto, che prende sempre più spazio nei cuori di noi umani.

Almeno questo!

07/02/2018 Anna Giordano

mercoledì 27 marzo 2019

OVIDIO un modo per conoscersi.



"Non saprà che favore mi ha reso facendomi soffrire” 

Ovidio disse questa frase quando fu condannato da Augusto a vivere ai confini di Tomi, in Romania.

E da qui voglio partire per parlare dei sentimenti che possono scaturire nell'animo di chi, messo a confronto con il dolore, in questo caso quello dell'esilio, dell'espatrio, oppure di qualsiasi altra sofferenza, arrivi a confrontarsi con la vita in modo più profondo, in quanto, da esiliato è guardato dagli altri come estraneo e non come persona. 
Per Ovidio la sua situazione lo portò a riflettere su tanti aspetti che, fino a quel momento, non aveva visto o neppure immaginato. 

La cosa è reciproca anche per chi, comune mortale, si trovi di fronte a tali problematiche esistenziali. 
Ovidio ne trasse innumerevoli benefici, pur soffrendo, sì, perché proprio nel dolore s'incontrano le risposte che prima non conosciamo e che distrattamente o volutamente non abbiamo la necessità di prendere in considerazione, e tanto meno vedere.
Son tante le persone, comunque, che prendono, le punizioni o il fato che gli si accanisce contro, come segno di sfortuna, senza vedere in quei segni la possibilità di crescita e di maturazione del proprio stato mentale e sociale.
 Proprio come accadde ad Ovidio che nel pur suo dolore, per l'esilio, lo portò a riflettere e scoprire la sua ragione di vita, che lo fece accostare al cristianesimo, in cui scoprì che chi lo governava aveva voluto il suo esilio perché  potesse accorgersi che la vita, che conduceva, non avrebbe mai potuto fargli conoscere altro.

Quindi, confrontarsi in nuove esperienze permette di scoprire nuovi orizzonti, ma soprattutto la capacità di evolvere e migliorare, che ognuno ha dentro di sé e di cui ne ignora l'esistenza, fin quando, scosso da qualcosa di forte, sia atto a prenderne conoscenza.
Il dolore, che Ovidio sentiva, lo indusse ad esplorare la sua anima, a trovare una ragione di vita, a cercare nelle tante domande il massimo delle risposte e ciò lo portò a rendersi conto di quante cose ed opportunità di conoscenza, si era perso durante tutto quel tempo che aveva vissuto in patria, senza mai chiedersi il perché delle cose. Il suo castigo, inflittogli da Augusto, si tramutò, così,  in dono che lo portò a scoprire la sua vera ragione di vita. 

20/09/2017 Anna Giordano. 

martedì 26 marzo 2019

CICCHE DI VITA




Qui dove passano irrequiete auto sfreccianti. 
Tra un sorpasso e l'altro rallento e accosto. 

Per terra, mozziconi spenti,
resti di un attimo in fumo,
cicche di vite. 

Poco più in là,
brandelli di garza,
un guanto di caucciù,
lasciati là dopo un soccorso, forse,
ad un ferito...

Scorgo tra l'erba rinsecchita,
la carta accartocciata di una caramella,
e il tappo di una birra, arrugginito.

Ho letto in quella sosta, le altre soste
nei resti abbandonati da altre vite:
quella di un fumatore accanito,
quella, forse, di un bimbo capriccioso
o di un semplice goloso.
Quella di un bevitore di birra,
e anche di chi in quel viaggio
forse si è ferito...

Le incognite son scritte con l'inchiostro simpatico,
attimo dopo attimo cambiano la vita,
e nessuno le vede prima che accadono,
così come quei residui, 
che parlano di persone ignote,
rivelatesi in parte, 
in quei resti di una sosta.

4/09/2017 Anna Giordano


FELICITÀ




       F iore
     E clettico
     L asci di te
     I l profumo
     C ercato
       I n eterno da
     T utti e quando ti troviamo 
     A bbagli i nostri occhi fino a nasconderti.

                 
    Anna Giordano                                            

domenica 24 marzo 2019

Pensiero poetico...



" All'ombra delle parole si celano le emozioni, 
 così come le viole alle foglie".

 Anna Giordano

martedì 19 marzo 2019

DIALOGO FRA DUE ELEMENTI


                                                                                                                  
-          Ho paura!
Disse l’Acqua
-           Di non poter più scendere giù  dai ghiacciai, fresca e gaia, scorrere verso il fiume, per dare da bere alle colline in fiore e alle pianure in  Primavera.
Il Tempo rispose:
-          Tu sai che la Primavera, non la si attende più? Ella, ha preso il posto del generale Inverno e del latitante Autunno. I due compari, cercano a tutti i costi, di riprendere il proprio posto. Intanto l’Inverno aspetta che l’Autunno giunga al suo posto, per sostituirlo al momento giusto. L’Autunno, a sua volta, cerca di sottrarre all'Estate il sole, per mettere al suo posto, la pioggia, mentre l’Estate d’intesa con la Primavera le passa il testimone e continua la corsa. Purtroppo, il vento cambia e le stagioni non sono più come una volta, e sì… il lato femminile è prevalso sul maschile. Vedi mia cara Acqua, le quattro stagioni si dividono in due gruppi, due stagioni maschili e due femminili, ora prevalgono che le femminili: la Primavera e l’Estate.
      -     È sì, è proprio una brutta storia. -
Dice l’Acqua, e accondiscende con quanto sostiene il Tempo e poi  aggiunge:
-          Però bisogna fare pur qualcosa, altrimenti poi come sempre, si dice che la colpa sia solo femminile.  Il mondo fu creato perché vi regnasse armonia, e non tirannia, tutte le cose sono
state create sull'ago della bilancia, perché il giusto fosse arbitro dell’equilibrio che si sposò, da sempre, con l’armonia; per essere d’esempio all'uomo, così come tutto sul pianeta che ci ospita.
-          Non mi parlare dell’uomo, ti prego!
Interruppe il Tempo, adirato.
-          Questo pianeta fu dato loro come rifugio, gli fu permesso di vivere dei suoi frutti, gli venne concesso di berne le sue acque, di vivere liberi sulle sue terre. In cambio l’uomo promise al pianeta di occuparsene, di tenerlo pulito, di coltivarne i campi, insomma di essere amici, e ogni  volta che l’uomo prendeva alla Terra, sapeva  che in cambio le doveva il rispetto, per omaggiare se non altro, il matrimonio tra l’equilibrio e l’armonia.
Purtroppo, tutte le cose hanno una fine, ma per l’uomo è stato solo un fine per raggiungere il suo scopo sciocco, quello di fare il proprio comodo a discapito della Terra senza più tener conto del patto, da parte dell’uomo, col tempo non fu più rispettato, perché avido a tal punto, da ignorare i segnali che madre Terra gli aveva inviato e che ancora continua ad inviargli. Per tutti questi anni, ha sempre fatto finta di non capire, troppo intento a pensare cosa potesse inventarsi, a discapito di essa, per arricchirsi;  
anche se lei, la “Terra”, gli ha dato tutto, come una madre a un figlio, chiedendo in cambio solo di un po’ d’amore e di accortezza.
Quando negli anni, lei ha visto le nefandezze del suo inquilino, ha deciso di usare la sua forza, che pende in questo momento, quasi tutta da un lato; un po’ come una nave che affonda, e che da sola cerca di mantenere a galla, in attesa che l’uomo se ne accorga e  per ricordargli, che ancor prima che lui arrivasse,  la terra e l’universo lo avevano preceduto.  Lui, povero meschino, se non  si dà da fare, per raddrizzare la nave, affonderà insieme ad essa; e, penso che le ricchezze che ha accumulato,non serviranno a niente. La Terra, è il regalo più prezioso che mai sia stato donato, insieme alla vita, agli esseri viventi. Sia il pianeta Terra che la vita, hanno bisogno l’una dell’altra per  la sopravvivenza e per rispettare così il matrimonio tra l’equilibrio e l’armonia. Mia cara Acqua, io posso solo dirti, di potere dare agli uomini ancora un po’ di tempo, perché
        facciano ognuno il proprio compito, prendere per dare, è questo il
        mio motto, adesso l’uomo deve soltanto dare, e vedrai, almeno lo 
        spero, che tutto ritornerà equo sull'ago della bilancia.


         27 Ottobre 2007   Anna Giordano                                                                             

Pensiero serale: Amicizia



"L'amicizia è quel dolce buonissimo, 
che ami e condividi con gli altri, senza avere rimpianti".

Anna Giordano