Il pensiero scritto è la forma espressiva la più incisiva: cavalca il tempo, brucia le distanze e può essere eterno nella memoria della storia.
Anna Giordano 02/09/2022
Un blog universale per chi ha voglia di leggere: poesie, racconti, riflessioni, aforismi e tantissime altre bizzarrie della scrittura viste attraverso gli occhi dell'anima, accompagnate da tante fotografie. "TUTTI I DIRITTI D'AUTORE SONO RISERVATI"
Il pensiero scritto è la forma espressiva la più incisiva: cavalca il tempo, brucia le distanze e può essere eterno nella memoria della storia.
Anna Giordano 02/09/2022
Prima
di commettere una cattiva azione,
domandati se a TE piacerebbe riceverla,
solo cosi saprai se farla o no.
Prima di commettere una cattiva azione,
mettiti al posto di chi la riceve e, per un attimo,
vivi in prima persona la cattiveria,
che stai per commettere verso l'altra persona.
Domandati se ti piacerebbe riceverla?
Prova a farla prima verso te stesso:
appiccati il fuoco,
così come è stato fatto a quei poveri senza
tetto,
per poi definirlo un gioco!
Separati una pallottola,
tagliati la gola,
tirati un cazzotto all'improvviso in faccia,
senza conoscerne il perché!
Strattonati e derubati delle tue stesse cose,
assillati con ricatti e abusi,
stuprati,
sfregiati il volto con l'acido,
bastonati ogni volta che bevi,
fatti violenza ogni volta
che ti salta in mente di farla ad altri,
rubati l'idea di una tua invenzione,
truffati dei tuoi stessi beni,
mandati in galera per falsa testimonianza,
mandati a quel paese per un si o per un no,
picchiati a scuola, come fanno i bulli,
davanti ai tuoi compagni perché di te ridano.
Fai su di te,
tutto quel che ritieni giusto fare agli altri
e poi,
domandati se tutto ciò può farti piacere!
Anna
Giordano 03/08/2021
Ero Ina,
poi…
Mari Juana,
la signora: Coca Ina.
Ma non ero una eroina
soddisfatta dalla vita,
ci voleva
qualcos'altro
per volare sino in
cielo
e fu là che lo raggiunsi,
quando Hascish mi
guardò,
il mio cuore andò in
Extasy
fece Crak e si spezzò!
12/07/2017 Anna Giordano
Alessandro Carletti Orsini alias ALECO si racconta attraverso le sue canzoni i viaggi della vita, a bordo del treno che porta gli amori lontano o li avvicina. Storie che viaggiano sui binari paralleli e troppe volte senza scambi.
Storie di amori nati sul web, che fioriscono nei cuori
sconosciuti, senza essersi mai incontrati. Che purtroppo, svaniscono all’angolo
di una stazione, dove con l’animo pieno d’immagini create con la fantasia e col
pensiero, ma che deludono le aspettative, quando l’incontro si fa vivo…
1) Intro Gaas.
2) GLI AMORI ALLE STAZIONI– ALECO e i sentimenti
buoni, la vita e le canzoni, false promesse di cui non resteranno che parole sparse
al vento. Le illusioni cedono il posto al bagaglio delle delusioni. Un ritmo
musicale che segue quello del treno, quasi a scandire gli attimi trepidanti di
chi sul binario aspetta lei! Lei,
che fino all’ultimo passeggero che scende dal treno lascia sperare, chi fuori
col bouquet di fiori nella mano sta ad aspettarla. Una canzone, che malgrado la
delusione, invita a danzare e cantare per la musica viva e piacevole. Un motivo
che dà spensieratezza, malgrado il testo racconti una amara esperienza amorosa.
3) DIAVOLO- Corrono i pensieri … Ancora una canzone
dai ritmi che scorrono come scivola un treno sui binari, una storia amorosa che
brucia come la fiamma dell’inferno che cambia la loro vita e lui diventa il suo
diavolo. la musica è sempre molto piacevolmente coinvolgente tutta d’ascoltare
con un finale dal ritmo infuocato.
4) I FANTASMI -il viaggio continua e ci porta da Mary.
Una storia che seppur finita sussiste così come i fantasmi di un amore primordiale,
forse nato prima di non essere ancora iniziato. Un amore che travolge con tutti
i sentimenti, rivivendo ogni volta la sua magia, che provoca: paura,
odio, amore, codardia, è una realtà da cui non si riesce a sottrarsi. La vita è
un gioco, basta poco per fare la differenza tra il male e il bene.
5)L’ISOLA/ LA TRESCA- al ritmo di samba questa canzone che fa pensare alle spiagge affollate. Lui in auto è nel traffico mentre ancora è lontana l’isola di Ventotene. Corre tra la folla, dipinge con le parole ed al tempo di samba un quadro estivo. Dove ritrova con lo sguardo lei, che fra tanta gente incrocia il suo sguardo. Al ritmo di un ballo, la vita per loro diventa festa, un bacio e ogni giorno vissuto con la voglia, di amare e di incontrarsi, tra il ritmo delle parole e la follia con l’estate nel cuore di due innamorati che, non arrivano a lasciarsi, a staccarsi l’uno dall’altro, tra un ballo e una carezza e ancora, ancora, ancora. Una canzone che trasmette la gioia e l’allegria di chi vive un momento senza tempo di cui rimangono ricordi indelebili rivelatisi importanti più di ogni altra cosa.
6)BELLA- è una
canzone cantata da ALECO in romanesco, la musica rispetta la tradizione delle
stornellate dolci e romantiche che fanno sognare la Roma di ieri. Sulle note
della melodia si gira Roma immaginando la scalinata di Piazza di Spagna, le
mille fontane di Roma, i monumenti, gli angoli che incantano di Roma bella,
bella come lei che pare una bambina, mano nella mano, la dolce vita, strade
lastricate di sampietrini, le notti stellate all’ombra del Colosseo e gli occhi
che si perdono negli occhi tra le stelle… e lo sguardo di lei che si allontana giunto
il momento dell’addio.
7)OCCHI- Occhi
che toccano, che fanno innamorare, ai quali non si ha voglia di cedere; una
canzone che evoca, l’importanza di uno sguardo, a volte loquace anche restando
in silenzio. Occhi che s’ incontrano e
che ogni volta a quelli di Giulia si rivelano nel paragone. Musica molto originale,
con stacchi che passano da un momento di riflessione all’agitazione di chi con
le parole ed i pensieri cerca chi si è perso negli sguardi tentatori. È un susseguirsi di sensazioni che tra parole
e musica si alternano, ed invitano a cantare insieme… Occhi!
8)NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI/ QUESTA NOTTE È ANCORA NOSTRA-
Aleco in questa cover, ricorda i bellissimi anni in cui si risvegliano i bei ricordi, di quando da giovani spensierati, si pensava ai primi amori più che non alla scuola, ai progetti di avere un figlio, a quei messaggi scritti su fogli di carta, trasformati in origami volanti. Una cover che è un mix tra l’ieri e l’oggi: cantata da ALECO e nella seconda parte l'arrangiamento del rapper David Madnight che con l’assolo a ritmo di rapp, conferisce al pezzo una nota innovativa! Restando nel tema e seguendo il fil rouge che si dipana lungo il tragitto musicale del tema e titolo dell’album: “Gli amori alle stazioni”. Tappa cruciale della vita, dove i pensieri ed i progetti si confrontano con le problematiche della realtà.
9)COMITIVE- ALECO racconta
nello spazio di una canzone le comitive.
Quelle che si formano e che si scompongono, dopo un’estate. I treni partono e arrivano, le comitive si formano e sono come le locomotive, ognuno si accoda a loro come i vagoni di un treno. Una compagnia estiva, che si dilegua al fischio di un treno e… tutto finisce. Momenti che attraversano la vita con la velocità dei treni, si arriva e si parte, dicendosi addio, mentre il treno corre… ed un’estate nella valigia da ricordare.
Musiche molto originali, testi particolari e piacevoli
d’ascoltare. Ciò che apprezzo di ALECO sono le sue musiche che accompagnano
questi testi che parlano di amori delusi, falliti ecc… ma che malgrado tutto,
rimangono melodie ritmate, piacevolissime d’ascoltare, da cantare e ballare con
lo spirito di allegria per una vacanza che arriva… Insomma è un po’ come
raccontare le delusioni col sorriso, dolce amaro, che non ha perso la speranza
che il domani sarà migliore, che un treno arriverà pieno di comitive,
d’incontri, di occhi che rapiscono l’attenzione, di avventure da vivere e forse,
da quel treno, scenderà l’amore, quello vero, che non riprenderà più il treno
per ripartire.
Un CD in cui si ascolta la vita, con le sue strade tortuose,
i suoi binari morti o le stazioni senza fermate. Un tema originale, un disco d’ascoltare
ed apprezzare per le composizioni musicali e le interpretazioni di ALECO, oltre
i testi e gli arrangiamenti curati da Andrea Micarelli, che si distinguono, per
come ho già accennato sopra, per lo stile firmato ALECO, di cui le variazioni
dei ritmi, sempre piacevoli e ricercati nelle sfumature che lasciano in chi li
ascolta, una sensibile nota di leggerezza che dà spazio alla gioia di cantare.
Complimenti ALECO ed il mio augurio è che queste bellissime canzoni possano
accompagnarci per la prossima e vicina estate! Un grande in bocca al lupo ad ALECO!
Giordano Anna 27/03/2023
Barconi come pentole a pressione,
in esse bollono i sogni immaginati.
Le onde s’accavallano sulle anime
dannate dal pensiero d’approdare.
La valvola di scarico
sibila col vapore di corpi accatastati
fino a bucare i timpani del cuore.
Ignari,
con la parola morte,
firmano il contratto della loro vita.
L’infanzia, un’odissea,
che naufraga sull’isola delle speranze uccise.
Vite traghettate muoiono negli abissi,
di un mare solamente nostro,
e l’impotenza di non salvarli tutti,
ci rende solo amari spettatori.
Anna Giordano 22/06/2014
Ringrazio Domenico Ernandes, per aver prodotto questo bellissimo video con fotografie che raccontano le tragedie che si svolgono nel Mare Nostrum.
Le immagini mi fanno venire i brividi e negli occhi ho un mare di lacrime. Bravissimo per tutte le immagini, ma l'ultima, Domenico, che segue la penultima dove si vede una sola mano, sottolinei che non è solo una mano che scompare nel mare, ma tante altre che nessuno vede e che l'ultima foto è un netto invito a rendersi conto di ciò che accade ai nostri simili! Vite che s'inabissano nel nulla lo stesso da cui fuggono. La musica Exosud, che accompagna l'esodo di un altro popolo di bibliche memorie, fa riflettere che ogni popolo, compresi gli Italiani, nel bisogno di trovare un lavoro, la PACE, si sono spostati da un continente, da una nazione, dal luogo di nascita all'altro, per la propria sopravvivenza e per vivere liberi da ogni schiavitù. Purtroppo non è così, grazie Domenico d'avere creato con immagini e musica un momento di riflessione per le persone che partono con un solo bagaglio: la speranza, ma trovano la morte.
Questa poesia la scrissi per un altro naufragio in cui tante persone morirono nella stiva di un peschereccio per causa di asfissia per il troppo caldo e le troppe persone accalcate, stipate e chiuse a chiave... ma il traffico degli scafisti non si è fermato e ancora il mare funge da camposanto. Grazie !
Un bentornato a Davide Riccio, in arte: DEAR. Con il
suo nuovo album tutto da scoprire, una vera piccola meraviglia per gli amanti
della musica di nicchia e non solo! Un album composto da straordinarie composizioni
armoniche, in cui l’imprevedibile lascia piacevolmente sorpresi. Composizioni
che offrono all’ascoltatore la possibilità d’estraniarsi dal proprio mondo e
vivere, nel tempo di una passeggiata in compagnia dell’autore e le sue
composizioni musicali, che trascinano chi le ascolta in un mondo fantasioso e pieno
di immagini, che la musica trasmette. DEAR racconta e si racconta in questa
passeggiata musicale e culturale nella sua città: Torino, alla quale ha
dedicato questo album che ha per titolo: “Mon Turin”
Col
brano N.1- OUVERTURE: BAROQUE AND ROLL, (BUONGIORNO
SIGNORA MASCHERA)
S’inizia con la magia di una musica che lo stesso titolo
lascia immaginare. Una fusione tra il barocco ed il Rock. Proprio come la città
tra palazzi antichi e moderni. Un’armonia architettonica e musicale, che si
sovrappone fra le note creando l’atmosfera di un ballo in maschera, tra suoni,
voci e persone a cui lego la mia immaginazione al brano, che mi ha trasferito
la piacevole sensazione di una città viva, dai mille volti senza dimenticare la
maschera ufficiale torinese: Gianduja, nonché anche una leccornia tutta da
gustare.
Prosegue la passeggiata con il brano N.2 NOTTURNO: NOCTURNAL, A WALK UNDER PORCHES
che si esprime nella nostalgia di un
piano suonando la notte che accompagna passi silenziosi su una via deserta,
dove ricordi sfiorano le corde dell’anima assaporandone la solitudine. Fluiscono
le note ed il silenzio notturno, rotto dai passi e dalla voce calda di DEAR e quelli
dati sotto i portici della sua città.
Il brano N.3 JAZZ: UN TRENO PER TORINO CON LA VALIGIA DI CARTONE ha portato la mia mente a ritroso negli anni,
quando alla stazione di Torino giungevano dal sud tanti immigrati, con solo per
bagaglio una valigia di cartone, per affrontare l’incognita di una Torino, dove
il tempo segnò tanti destini di persone, giunte a quella meta, con la speranza in
cuore di cambiare la loro vita. Una voce, come allora, annuncia la partenza di
un treno sul binario dei pensieri per una destinazione sconosciuta. Il via del capostazione,
il treno che parte insieme al ritmo dei suoni che si ripetono jazzati, mentre le
ruote del treno sui binari ed il vocio dei passeggeri si alterna alla musica
dei treni.
Nel brano N.4 PAVANA: CIT TURIN IL PICCOLO PARIGI DEAR
attraverso le sue composizioni armoniche racconta la sua Torino, di cui il
quartiere a lui caro, chiamato: la piccola Parigi, dal fascino intrinseco agl’idiomi
ed assonanze, reminiscenze della lingua francese nel dialetto torinese, si
rivelano attraverso la sua musica, con suoni che ricordano antichi strumenti
provenzali, con dissonanze che aprono una visione variegata; di note che si
stemperano per una dimensione più moderna, creando immagini tra il passato ed
il presente. Un invito all’ascolto per rendersi conto della ricchezza delle
composizioni di DEAR che sono opere originali dall’impronta personale ed
inconfondibile che confermano il suo stile.
Il brano N.5 VALZER: CAMMINAVO OGNI GIORNO PER TORINO
infonde l’impressione che la musica segua i passi di chi passeggia fra le
strade della città, con incedere quasi claudicante, che passo dopo passo sposa
le note di un valzer per raggiungere piazze e luoghi sicuramente cari
all’autore.
Il brano N.5. RONDO': LE GIOSTRE IN PIAZZA VITTORIO Un
giro per evocare e vivere la gioia dell’infanzia, musica il cui spirito
allegorico ne segna il momento.
I ricordi sono
ad ogni angolo di nota, parlano della giostra di quartiere, che gira e travolge
nella gioia, forse, anche i ricordi di una lontana infanzia.
Con il brano PASSACAGLIA: L'OLTREUOMO A TORINO continua
la passeggiata con DEAR tra vie e luoghi nei quali si vive in un sogno creatosi
con la sua musica che si rifà al concetto di
Nietzsche del superuomo. Il filosofo fu ospite di Torino. DEAR lo ricorda nel titolo e con la sua
composizione che rappresenta l’apertura, il movimento, la mente di un grande
filosofo. Con la sua armonia musicale fantastica, l’artista ha creato con le
note, il migrare del pensiero verso mondi sconosciuti, oltre la terrena realtà.
La
sua passeggiata ci conduce, col brano N.8 BERCEUSE:
LA CAPRA NELLA NEVE, LA TRAGEDIA DELLO STATUTO Al cinema Statuto dove in un
incendio nel 1983 morirono 64 persone. Il cinema proiettava il film francese:
“LA CAPRA” film comico, la cui storia raccontava la sfortuna che perseguitava
il protagonista Pier Richard. Ironia della sorte, la sfortuna toccò alle
persone vittime della stessa.
I
corpi furono adagiati sulla neve che fuori ovattava l’aria. Le note della berceuse
si adagiano come fiocchi di neve leggeri e soffici, come per cullare chi perì nell’incendio.
Un rimembrare che intristisce, e che con le note a loro dedicate vuole essere
la memoria da non dimenticare.
La passeggiata continua col brano N.9 MORESCA: ASSALTO ALL'ANGELO AZZURRO e ci
si addentra nella strada in cui una marcia, diventa musica dal passo imperante.
Con suoni dal ritmo minaccioso, a tratti altri suoni, si alternano con note che
si dipanano e lasciano intravedere un momento di accalmia nelle note vagabonde e
forvianti che si riallacciano alla marcia che imponente riprende minacciosa,
pronta per l’assalto all’Angelo Azzurro... ancora un ricordo triste da non
dimenticare. In questo brano ho apprezzato il distacco che c’è tra le due facce
della composizione, che diventa quasi uno scontro tra strumenti. La prepotenza
che s’impone alla dolcezza di un ragazzo, che muore senza capirne il perché.
Il brano N.10 TEMA E CONTRASTO PER ALFREDO CASELLA segue,
ricordando le opere del compositore Alfredo Casella nato a Torino. Casella nelle
sue opere esprime il rinnovamento tra la musica tonale del 1800 e la musica
sperimentale del 1900 contrasto, che fa nascere opere di grande estro
innovativo musicale dell’epoca. L’omaggio di DEAR al grande e bravissimo
compositore torinese Casella, lo fa egregiamente, con questo brano, che ricorda
molto le opere di Casella nella struttura, ma con la giusta differenza, tra lui
e Casella che si traduce in una forza incisiva di Casella ad una forza addolcita
di DEAR. Un pezzo che si ascolta con vero piacere e che ho molto apprezzato. Bravissimo!
Con
il brano N.11 BLUES PER IL COMANDANTE DIAVOLO
la
passeggiata ci conduce verso il centro di Torino dove regna ancora oggi,
tramite monumenti ed edifici ornati da vistosi segni esoterici, che ricordano e
non smentiscono la fama di Torino riguardo al culto dell’occulto. Il brano
nella sua composizione mantiene quell’alone di mistero, vestito di blues,
genere musicale di origini Afroamericane definito anche musica del diavolo, che
crea particolari sensazioni per vivere l’atmosfera sulfurea dei luoghi. Per
momenti la musica si confonde con lontane e appena percettibili cornamuse che trasportano
il pensiero su un veliero fantasma immaginario, che da Torino approda sulle rive
della Scozia, terra di antichi castelli avvolti nelle nebbie, le quali si
dissolvono, come la musica, lentamente liberandosi dal sortilegio.
Segue il brano N.12 MARCIA DEI
40000 COLLETTI BIANCHI Torino città dei colletti
bianchi che, attraverso la musica di DEAR, li vedo indaffarati nel loro via vai
di una città affollata e frenetica, dove al mattino si precipitano nelle strade
per andare in ufficio e le note seguono i loro passi, come le dita su di un
piano che scandisce in modo cadenzato la loro giornata, tra uffici e rientri
serali a casa. Impiegati e imprenditori
della città per bene, la città con le sue banche, fabbriche ed imprenditori.
Il brano N.13 BAGATELLA: PENSIERI SULLA TOMBA DI ISA BLUETTE
dedicato alla famosa Isa Bluette, pseudonimo di: Teresa Ferrero, operaia che
cambiò il mondo dello spettacolo, affascinando il pubblico. Attrice, ballerina
e soubrette; si affermò agli inizi del novecento come l’artista più famosa
dell’epoca. Ancora oggi la si ricorda. La sua tomba è memorabile per la
scultura in bassorilievo di marmo bianco che la rappresenta in veste di ballerina.
DEAR le ha reso omaggio con la sua musica che riflette, forse i suoi pensieri,
tra squilli di trombe annunciatrici di una gloria effimera della vita che dal
tempo sepolta per l’eternità.
Il
brano N.14. ELEGIA:
LA FONTANA ANGELICA fontana monumento
che rappresenta le quattro stagioni, e racchiude in essa una storia e
simbologia esoterica, ma all’ascolto della musica che DEAR le ha dedicato, ho
colto, per i suoi movimenti musicali, i giochi d’acqua, lo scorrere di essa con
il suo canto di gocce, che cadono picchiettando, scivolando ognuna col proprio
suono. Si coglie il fluido estro di DEAR nella sua composizione, che esprime la
mobilità e la non forma del liquido vitale.
Il brano N.15 HABANERA: COME TU NON MI VUOI è
un brano che delizia per le sue note dal carattere esotico, che danno la
sensazione di freschezza e dolce trasporto, di momenti rilassanti, forse cari
all’autore, quasi come una ninna nanna che culla le sue passeggiate e le soste
nella città di Torino, anche se il titolo indica tutt’altro: “Come tu non mi
vuoi”, un enigma che non voglio ipotizzarne il perché per non intaccare la
magia della sua melodia…
E
tutto ad un tratto il brano N. 16 LIED:
LOCUTIONS DES PIERROTS dal dondolio in terre lontane, ci si ritrova in “Francia”,
con la voce di DEAR che canta in francese accompagnato dalla melodia cadenzata con
i passi della passeggiata, canta e racconta i Pierrots con le mani in tasca…
vagabondi taciturni che ascoltano la campana cantare il tempo, senza che se ne
accorgano, senza far male a nessuno, camminano con le mani in tasca...nella
città e le strade che sono anche la loro casa, Torino.
La passeggiata continua con il brano N.17 SILENT LIGHTS BEJEWEL THE NIGHT sotto
un cielo che: “Luci silenziose impreziosiscono la notte” è il titolo della
canzone in inglese, che trovo davvero preziosa per la musica e la bellissima
voce di DEAR che incide, appassiona e porta al cuore ventate di angeliche
emozioni, sospese tra le due voci ed il sentimento, che la bellissima canzone
esprime. Musica che rapisce ed una luce che brilla nell’album di DEAR come una
STAR.
Sensazioni per il brano N.18 LETTERS FROM TURIN lettere per Torino, con
la voce di DEAR e la sua musica pennellata di leggere sfumature, di suoni miscelati
che conferiscono al pezzo una leggerezza cosmica, fluttuante. Vibrano le corde
e portano messaggi alla città che si prepara ad essere proiettata nel futuro?
Il cambiamento nel tempo è quel che ho percepito da questa composizione davvero
originale!
Il brano
N.19 DA QUARTO A TORINO racconta
cantando con la voce bella e particolare di DEAR in Italiano, la storia
dell’Italia e di Torino, che ne fu anche capitale. Le parole che giocano fra
doppi sensi e verità. Città con le sue paranoie, la numerologia, l’esoterismo, città
della sua infanzia e vita, i personaggi che l’hanno visitata o abitata,
Garibaldi, l‘emblematico monsieur Travet, la disoccupazione, i fiumi che
attraversano Torino, le fabbriche, le controversie e le cause del fallimento crescente
di una società che crolla sotto il peso di tante incongruenze ed ingiustizie. Una
canzone di denuncia per la città che prima è stata creata, elevata a potenza
industriale e poi amputata. Una nota di amarezza per chi la porta nel cuore.
Il brano N.20 QUANDO IL
BAMBINO ERA BAMBINO
Una canzone che ci conduce alla sorgente di ogni vita,
cammina e racconta l’infanzia DEAR, con la sua infanzia di ieri e quella di
oggi. Una piccola meraviglia di suoni s’accorpano alle parole, che ricordano la
verità di come erano e sono i bambini. Una canzone in cui la musica conserva la
sua magia nei suoni e ritmi che fanno immaginare i loro occhi. Paragoni e verità di un’infanzia, quando era
ancora infanzia e che oggi, purtroppo, anche il bambino ha perso la sua
identità. È una canzone che risveglia i ricordi perduti e che finisce con le
poche note di un carillon desueto, ma tanto bello e nostalgico, le cui melodie
per un bambino di ieri erano meraviglia e che al bambino di oggi forse non
suscitano più nulla.
La passeggiata termina sulle note del carillon e io
meravigliata dall’affascinante promenade in Torino; tra suoni, musiche, voci,
idiomi, ricordi ed armonie. Ritorno nella mia realtà, con un bagaglio pieno di
belle sensazioni ed un CD col quale posso ritornare a rivivere questa
entusiasmante passeggiata, insieme alle composizioni e canzoni di DEAR.
Chapeaux a Davide Riccio, poliedrico ed originale con le
sue composizioni che ha accorpato con la storia, le qualità e difetti della sua
città, con occhio d’artista che in lui riconosco.
Un album d’avere a portata d’orecchio!
Anna Giordano 15/03/2023