Un blog universale per chi ha voglia di leggere: poesie, racconti, riflessioni, aforismi e tantissime altre bizzarrie della scrittura viste attraverso gli occhi dell'anima, accompagnate da tante fotografie. "TUTTI I DIRITTI D'AUTORE SONO RISERVATI"
pensa a come sarà quando verrà al mondo. Prega ogni notte perché il suo frutto cresca sano. Pensa a come saranno i giorni che passeranno insieme, come sarà la vita che l'attende... quali saranno i sogni che realizzerà.
Intanto, pensa di tenerlo al riparo da ogni malattia, da ogni pericolo che potrebbe ledere al suo piccolo fiore in grembo.
Un figlio non sa quanto sia grande l'amore di una mamma! Ella si preoccupa e vorrebbe per lui il meglio, vorrebbe dotarlo di ali per farlo volare alto, al disopra di ogni ostacolo, in alto, da ogni bassezza umana, perché per lui non vuole altro che un sogno da vivere per tutta la vita ed evitargli
i dolori terreni, non vuole altro,
se non il suo bene. Eppure, quando lo mette al mondo, malgrado un dolore immane, subito ne dimentica l'intensità
perché vede il suo fiore sbocciato, che tiene nelle sue braccia. Lo accosta con amore al suo seno ed è un momento unico come mai nessuno può immaginare,
simbiosi di vita che li unisce e rimane indelebile, legato per sempre a sé anche se divisi al taglio del cordone ombelicale. E lei nel pensiero dice: "Vola in alto mio piccolo fiore portato dal vento dell'amore. Vola e non ti fermare, la vita è il tuo sogno da vivere!"
LA CITTÀ DEL TEMPO.
Sperduti, noi, nella città del tempo,
sulle strade delle nostre vite,
viviamo all'alba degli incontri
di realtà ancora da scoprire.
Sorrisi sorgono insieme al sole sui nostri
visi pieni di speranza,
mentre s'intrecciano davanti agli occhi,
cammini incerti.
Ad ogni bivio ci attendono i dubbi,
le incertezze da evitare,
ma non del tutto da ignorare.
Le strade da percorrere sono tante e possono
condurre,
là, dove non vogliamo andare.
Questa città fatta di specchi,
di luci e voci senza una vera anima,
c'invita a viverla nelle sue falsità,
con le mani in tasca, senza difese,
strada a senso unico,
da seguire per non smarrirsi nei suoi dedali.
Le ore passano nella città del tempo,
il sole rosso si appresta a tramontare,
il giorno e le strade da noi percorse
ormai sono lontane...
Nella città del tempo in cui vaghiamo,
la notte è giunta.
Le luci delle insegne lampeggianti,
illuminano le strade ancora da percorrere,
mentre le finestre illuminate dei palazzi,
mostrano, che le facciate!
Dietro quei vetri, vite,
di cui nessuno ne conosce i segreti.
Ora da sola, senza più te
guardo le strade vuote,
sembrano vene,
dove le vite scorrono...
inesorabilmente,
dal tempo scandite.
05/05/2024 Anna Giordano
Musica del Maestro: REMO ANZOVINO. "L'alba dei tram"
Ringrazio gli autori dei vari video che mi hanno permesso
di realizzare questo video grazie al loro operato offerto gratuitamente
e senza Copyrigth.
Video non commerciale - tutti i diritti ai legittimi proprietari.
Il mio canale Youtube non aderisce al programma monetizzazione.
mercoledì 8 maggio 2024
Senza Frontiere, Sin Fronteras, San Frontieres
l'appuntamento del giovedì sera ore italiana: 22:00 per la registrazione, evento al quale siete invitati a partecipare, da come si evince nella locandina, partecipando con i vostri scritti, musiche, arte figurativa e tutte le altre forme artistiche e culturali. Il tema di Giovedì 09/05/2024 è dedicato alla mamma in vista della festa a lei dedicata.
Con previa ed unicamente con prenotazione presso Kultura Project WhatsApp + 39 3792068012.
Benvenuti a “Senza Frontiere”, il talk show internazionale che questa settimana vi porterà oltre i confini del conosciuto. In questo episodio ci immergeremo nelle profondità dell’ignoto con l’episodio intitolato “OLTRE L’INVISIBILE”.
Sono Jean Bruschini, di Roma, e con me ad esplorare l'insondabile, Anna, Rosario, Carlo, Souad e Sofia, esploreremo storie che hanno sfidato la logica e acceso l'immaginario collettivo. Dalle leggende metropolitane alle testimonianze di incontri spettrali, varcheremo insieme le soglie dell'ignoto, chiedendoci cosa si nasconde nell'oscurità.
Preparatevi per un viaggio senza precedenti, dove i brividi si mescolano al fascino della scoperta. Resta con noi e lascia che la tua curiosità ti guidi attraverso le nebbie del mistero, perché in “Senza Frontiere” tutto è possibile. Iniziamo questo viaggio misterioso con il mio documentario realizzato in un piccolo paese abbandonato del centro Italia, un luogo chiamato Celleno, dove sono stati avvistati fantasmi e registrate terrificanti voci spettrali.
Bienvenidos a “Sin Fronteras”, el programa de entrevistas internacional que esta semana os llevará más allá de los confines de lo conocido. En este episodio, nos sumergiremos en las profundidades de lo desconocido con el episodio titulado “MÁS ALLÁ DE LO INVISIBLE”.
Soy Jean Bruschini, desde Roma, y conmigo para explorar lo insondable, Anna, Rosario, Carlo, Souad y Sofia, exploraremos historias que han desafiado la lógica y encendido la imaginación colectiva. Desde leyendas urbanas hasta testimonios de encuentros espectrales, cruzaremos juntos los umbrales de lo desconocido, preguntándonos qué se esconde en la oscuridad.
Prepárense para un viaje sin precedentes, donde el escalofrío se mezcla con el encanto del descubrimiento. Permanezcan con nosotros, y dejen que su curiosidad les guíe a través de las nieblas del misterio, porque en “Sin Fronteras” todo es posible. Comenzamos este misterioso viaje con mi documental realizado en un pequeño pueblo abandonado en el centro de Italia, un lugar llamado Celleno, donde se han avistado fantasmas y grabado voces espectrales aterradoras.
Benvenuti su Kultura, il canale YouTube dedicato alla cultura internazionale. Dal 2004, Kultura vi offre live streaming di qualità su vari temi culturali, artistici e musicali. Non perdete il nostro appuntamento fisso del giovedì alle ore 22 con SENZA FRONTIERE, il talk show multilingue che vi porta nel mondo delle interviste, della poesia e dell'arte. Seguiteci su Kultura, il canale che valorizza la diversità culturale.
Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa
in maschera ed io vi ho partecipato con la mia vera faccia.»
Questa è una famosa frase di Franz Kafka del suo libro “La Metamorfosi”
Franz Kafka, lo scrittore ceco autore de “La metamorfosi”, il racconto in cui
il protagonista Gregor Samsa si trasforma in un enorme insetto.
Kafka, infatti, provava un senso di vergogna e di alienazione nei
confronti della società e della cultura del suo tempo in cui si sentiva un estraneo,
un diverso, un inadeguato.
Kafka era un ebreo assimilato che viveva a Praga, una città
multiculturale e multilingue, dominata dall’impero austro-ungarico e in cui
si respirava un clima di crescente antisemitismo.
Egli si sentiva diviso tra la sua identità ebraica, che non praticava
ma che lo legava alla sua famiglia e alla sua comunità, e la sua identità tedesca,
che lo rendeva un cittadino di seconda classe e un sospetto agli occhi degli altri.
Viveva in conflitto tra il suo lavoro di impiegato in una compagnia di assicurazioni,
che lo annoiava e lo opprimeva, e la sua vocazione di scrittore,
che lo appassionava ma che non gli dava soddisfazioni né riconoscimenti.
Kafka si sentiva oltretutto inadatto alle relazioni amorose,
che non riusciva a portare a termine, e alle aspettative della sua famiglia,
che non capiva il suo bisogno di scrivere e che lo pressava a sposarsi e a fare carriera.
Kafka si sentiva come un uomo senza maschera, senza un ruolo,
senza una appartenenza, senza una meta.
Un uomo che partecipava alla vita con la sua vera faccia, ma che non veniva
accettato né compreso da nessuno e si vergognava di se stesso, perché
non riusciva a essere quello che gli altri volevano che fosse, né quello
che lui stesso avrebbe voluto essere.
Viviamo in un mondo in cui siamo costantemente invitati a indossare una maschera,
a conformarci a dei modelli, a seguire delle regole,
a nascondere le nostre fragilità, le nostre paure, le nostre differenze,
in cui siamo giudicati per il nostro aspetto, per il nostro successo,
per il nostro status, per il nostro denaro.
Spinti a competere, a confrontarci, a emulare, a imitare, viviamo alienati, isolati, soli.
Ma cosa succede quando ci rendiamo conto che la vita è una festa in maschera,
e che noi vi abbiamo partecipato con la nostra vera faccia? 13 13 -
Cosa succede quando ci rendiamo conto che tutto ciò non ci interessa, non conta?
Cosa succede quando scopriamo che la nostra vera faccia ci espone al rifiuto,
al disprezzo, all'indifferenza?
Ci vergogniamo di noi stessi, perché non siamo come gli altri, perché non siamo
come vorremmo, perché non siamo come dovremmo.
Ci sentiamo a disagio perché non abbiamo una maschera, non abbiamo un ruolo,
perché non abbiamo una appartenenza, non abbiamo una meta.
Ma, forse, dovremmo essere orgogliosi di noi stessi, perché siamo autentici,
siamo unici, siamo liberi.
Forse, invece di nasconderci, dovremmo mostrare la nostra vera faccia,
perché è quella che ci rappresenta, perché è quella che ci distingue,
LE NOTTI BIANCHE - testo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij
"Come veloci volano gli anni! E ancora ti chiedi: che ne hai fatto di quei tuoi anni?
Dove hai seppellito il tuo tempo migliore? Sei vissuto oppure no?
Guarda, dici a te stesso, guarda come il mondo diventa freddo!
Passeranno ancora degli anni e dopo di essi verrà la cupa solitudine,
verrà, appoggiata alle stampelle, la tremante vecchiaia,
e poi angoscia e desolazione…
Impallidirà il tuo fantastico mondo, appassiranno e moriranno
i sogni tuoi e cadranno come le foglie gialle dagli alberi…
Oh, Nasten’ka! Sarà triste restar solo, completamente solo,
e non avere neppure nulla da rimpiangere, nulla, proprio nulla…
perché tutto quanto perderò, non è stato che nulla,
uno stupido, tondo zero, nient’altro che sogno! “
Ringrazio Domenico Ernandes per avermi proposto questo testo magnifico,
estrapolato dal libro, appunto: "LE NOTTI BiANCHE" di Fëdor Michajlovič Dostoevskji,
autore che da sempre ho ammirato e letto i suoi romanzi
i cui personaggi hanno sempre da insegnarci e farci riflettere
sulle tematiche dell'esistenza umana
e le vicissitudini che ne fanno parte.
In questo breve testo, riassumendo, egli ci parla
dell'incontro tra il protagonista,
un sognatore, e una ragazza diciassettenne, Nasten'ka,
che incontra durante una passeggiata sulle rive di un fiume,
nel periodo in cui al nord della Russia, il sole tramonta alle ore 22:00.
L'uomo, che ha un carattere schivo, riesce a prendere confidenza
con la ragazza e, si apre a lei.
La ragazza, anche lei gli rivela la sua vita e le sue angosce,
poiché legata a sua nonna possessiva e cieca e alla promessa fatta
ad un ragazzo a lei dichiaratosi che lei non vede da un anno.
Il sognatore inizia ad essere attratto dalla ragazza,
ma lei scrive al suo innamorato dandogli appuntamento
sulle rive del fiume.
Purtroppo, lui non si presenta e lei giura di dimenticarlo,
ma non ci riesce, la stessa cosa capita al sognatore che,
innamoratosi di lei non riesce a dimenticarla,
e recatosi per la quarta notte sulle rive del fiume,
la quarta notte bianca,
vede lei che corre incontro al suo innamorato, che nel frattempo,
si è recato sulle rive del fiume,
vede i due che corrono incontro l'uno all'altro abbracciandosi.
Così, il Sognatore, assiste alla scena e comprende subito,
che quel che ha vissuto durante quelle notti bianche,
era solo un'illusione...
che lo farà ricadere nella solitudine, il suo rifugio interno.
Rivestendosi del carattere schivo a lui consono.
Penso che questo monologo tenuto dal sognatore con sé stesso,
con l'intento di rivolgersi allo stesso tempo a Nasten'ka,
sia la riflessione che emerge nel suo pensiero non come verità,
ma come illusione.
Molto bello e struggente questo messaggio,
in cui c'è il dolore della delusione, quella di un sognatore,
che si scontra nel forte e distruttivo impatto con la realtà,
che è quella di arrendersi all'evidenza di una età,
non più verde,
di un tempo passato a sognare e in cerca di qualcosa,
arrivata per lui troppo tardi.
Grazie Domenico Ernandes per avermi dato l'opportunità