Capelli sciolti sulle spalle,
lunghi, neri, ondulati, come veli al vento ombreggiavano il suo sguardo di
fuoco, Teresa era bella da togliere il fiato. Filippo la vide, mentre guardava
estasiata l’immensità del mare, e se ne innamorò.
Il loro amore sbocciò come una rosa, era di maggio, ed i profumi dei glicini e rose avvolgevano i giardini di Villa Cimbrone, situata
a strapiombo sulle alture dei monti Lattari e l’atmosfera di sensuale carezza
primaverile, contribuì a farli innamorare.
L'inizio fu da favola…
Filippo follemente innamorato copriva di doni e
d'attenzioni Teresa.
Teresa amava perdutamente Filippo e faceva di tutto
perché il sogno durasse…Fissarono la data del loro matrimonio: 16 luglio 1958…
Filippo, impiegato modello, in una banca, Teresa
moglie perfetta. Tutto filava per il meglio.
Dopo sei mesi iniziarono i primi screzi, lui, marito
innamoratissimo, ma influenzabile, lasciò che il dubbio s’insinuasse nei suoi
pensieri, alimentato da discorsi volutamente architettati, da alcuni suoi
colleghi, sulla fedeltà.
Teresa, era troppo bella per lui
tutto solo, e la loro invidia li spingeva alla cattiveria, ed il dubbio
cresceva, come il baco nella mela, scavando nel cervello di Filippo un tunnel
senza uscita.
Filippo guardava Teresa con occhio indagatore, ogni volta
che usciva, la madre di Filippo, la sorella oppure sua zia doveva
accompagnarla.
Inizialmente, Teresa non s’era resa conto della sua
gelosia morbosa, lei lo amava ed accettava tutto senza avere alcun dubbio sul
suo amore.
Poi, le cose si complicarono: Filippo impediva a
Teresa d’uscire se non che in sua compagnia.
Teresa iniziava ad avere paura della sua gelosia.
La notte, quando l’amava, la copriva prima di baci e
poi la tormentava, le domandava se quei baci, fossero stati di un altro, come
li avrebbe accolti?
La povera Teresa, se non rispondeva si rendeva
colpevole e se rispondeva, sarebbe stata la stessa cosa, perché le rinfacciava d’essere
una bugiarda.
Così, Filippo la torturava e le infliggeva carezze
amare, lasciandole i segni sul corpo, che cambiava colore di notte in notte…
Teresa copriva le sue scollature, le sue gambe con
calze scure, non parlava più con nessuno, se non con lui, che col suo sguardo
destreggiava il suo potere.
L’amore di Filippo trasformatosi in ossessione,
gelosia morbosa alimentata dal dubbio, cresceva sempre più nella sua mente, lui
le vietava di parlare con la sua famiglia, erano mesi che Teresa trovava sempre
una scusa, per rifiutare le visite dei suoi cari.
Filippo l’amava, l’amava tanto, e poi l’odiava allo
stesso tempo; i suoi colleghi, insinuando, alimentavano il suo dubbio, finché
un giorno, all'improvviso, deciso, rientrò a casa, per cogliere sua moglie con
l’amante inesistente.
Sì, la trovò con qualcuno, ma era solo la madre che,
di nascosto, era andata a trovarla.
Filippo entrato in casa senza farsi sentire, ascoltò
la madre che suggeriva a Teresa di lasciarlo, non le diede neppure il tempo di
ribattere, che irruppe in cucina, puntando la pistola contro di loro. Gridarono
scappando, Teresa aprì svelta la porta, terrorizzata corse giù per le scale,
quando vide sua madre al suolo stramazzare. Filippo l’inseguiva con l’arma in
mano puntata su di lei. Teresa correva, era tutta affannata, il destino infame,
s’aggrappò alla maglietta che le copriva i lividi, s’impigliò alla ringhiera,
quando quasi aveva raggiunto l’uscita…Filippo anche, la raggiunse…sparò tre
colpi, e poi rivoltò l’arma contro la sua tempia, fermando quella corsa contro
il dubbio, che annegò in una pozza di sangue rosso, come le rose a maggio,
rosso come l’amore immenso, rosso come la follia di una gelosia devastante.
Anna Giordano 15/07/2008