lunedì 12 agosto 2024

A COLLOQUIO CON SPINOZA - Racconto di DERIA - Voci di Anna Giordano e Do...


Ringrazio Domenico  Ernandes per avermi fatto parte di questo video riguardante alcuni aspetti basilari, esposti, da Baruch Espinoza, nel suo libro: Ehtica.
Sono stata contenta di contribuire tramite questo suo operato e quello di DERIA che ha scritto questo ipotetico e surreale dialogo, che avviene in una biblioteca tra il filosofo Spinoza che è apparso all'improvviso ad una lettrice, in un'epoca moderna a cui appartiene Anna, nome anche della madre di Spinoza, e che l'ha immersa all'improvviso nella sua epoca. I due rappresentano il passato e il presente, uniti dal dialogo tra chi cerca di capire e chi detiene la sua idea da secoli.
Un video che ha lo scopo di divulgare la conoscenza in modo semplificato tramite il dialogo diretto tra filosofo e neofita.
Un modo singolare, immaginato dal regista Domenico e  DERIA per parlare ai giovani e meno giovani della filosofia, che apre la mente a far riflettere e ragionare sulle teorie filosofiche che ogni epoca ci ha regalato, grazie ai filosofi precursori d'ipotesi, idee e sentimenti riguardo l'uomo, la creazione, l'anima e tantissimi altri temi che da sempre affascinano la mente umana.
Grazie Domenico Ernandes, è stato un piacere prendere parte prestando la mia voce ad Anna, sperando che, il video possa spronare i giovani ad approfondire il tema sulla filosofia di Spinoza ed altri innumerevoli filosofi che seguiranno a questo video, filosofi sia antichi che moderni.
Auguro a tutti una buona visione ed ascolto. Grazie


DIALOGO
A COLLOQUIO CON SPINOZA - Testo di DERIA 01 - Anna: (alzando lo sguardo sorpresa) Oh! Ma, ma lei è Baruch Spinoza! Sbaglio o sto sognando? 02 - Spinoza: (sorridendo) Sì, sono io. Posso aiutarla in qualcosa? 03 - Anna: In effetti, sì. Stavo, per l'appunto, leggendo la sua "Ethica" e devo ammettere che ci sono molti concetti che trovo difficili da comprendere. Potrei farle qualche domanda in proposito? 04 – Spinoza: Volentieri. Prego, chieda pure. 05 - Anna: Bene, la prima cosa che vorrei capire è la sua concezione di Dio. Lei sostiene che Dio e la Natura sono la stessa cosa. Può spiegarmelo? 06 - Spinoza: Certo, Anna. Per me, Dio non è un essere personale o trascendente che governa l'universo dall'esterno. Dio è l'essenza stessa dell'universo, è la Natura stessa. Tutto ciò che esiste è una manifestazione di Dio. Questo significa che Dio è in tutto e tutto è in Dio. 07 - Anna: Interessante. Quindi, se ho capito bene, Dio non è un'entità separata ma è immanente al mondo? 08 - Spinoza: Esatto. Dio è l'unica sostanza infinita e tutto ciò che esiste sono le sue modalità, cioè i modi in cui la sostanza si manifesta. Questo porta a una visione panteistica del mondo. 09 - Anna: Questo cambia molto il modo di vedere la nostra esistenza. Ma come dovremmo vivere, secondo lei, in un mondo così concepito? 10 - Spinoza: La chiave è comprendere la nostra natura e vivere in accordo con essa. Per me, la vera libertà consiste nell'essere guidati dalla ragione e non dalle passioni. Quando capiamo che tutto ciò che accade è determinato dalla necessità della natura di Dio, possiamo accettare la realtà senza illusioni e vivere una vita serena e virtuosa. 11 - Anna: Quindi, il nostro obiettivo dovrebbe essere conoscere la realtà attraverso la ragione, giusto? 12 - Spinoza: Esattamente. La conoscenza razionale ci permette di vedere le cose come sono realmente e di trovare la nostra vera felicità, che è legata alla comprensione e all'amore intellettuale di Dio, o della Natura. 13 - Anna: Ho capito. Questo mi porta a un'altra domanda. Lei parla spesso di "amor Dei intellectualis". Può spiegare cosa intende con questo termine? 14 - Spinoza: Certo. L'amor Dei intellectualis è l'amore intellettuale verso Dio. È la gioia che deriva dalla comprensione della natura di Dio e della nostra unione con essa. Questo amore non è emotivo, ma è una comprensione profonda e razionale della nostra unità con l'universo. 15 - Anna: È una visione davvero affascinante. Ultima domanda, allora: come possiamo applicare tutto questo nella vita quotidiana? 16 - Spinoza: Dobbiamo impegnarci a conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda, vivere in modo razionale e virtuoso, e accettare le cose come sono, riconoscendo la necessità di tutto ciò che accade. In questo modo, possiamo raggiungere la pace interiore e la vera felicità. 17 - Anna: Grazie, signor Spinoza. Le sue spiegazioni sono state illuminanti. Cercherò di mettere in pratica questi principi nella mia vita. 18 - Spinoza: È stato un piacere, Anna. Si ricordi, la ricerca della conoscenza e della verità è un viaggio continuo. Buona fortuna nel suo cammino.

sabato 10 agosto 2024

LO SPAZIO, LA VITA, IL TEMPO

 Il tempo è un amico nemico, amico perché sin dalla nascita ci accompagna in ogni momento. Nemico perché incessantemente combattiamo contro di lui per mantenere il passo, perché lui non aspetta, continua col suo incedere minutato, senza alcuno sforzo che, imperterrito, segue il suo corso. Mentre noi ci affanniamo per non perdere tempo a dover vivere di corsa, pur sapendo che  non avremo più bisogno del tempo perché, comunque, apparterremo  all'eternità. 

Eternità una parola che indica il tempo senza fine. L'uomo ha inventato la parola tempo per quantificare la vita; per non perdersi di vista e sapere dove si trova. Per non sprecarne la sua preziosità pur non rendendosi  conto che 24 ore rimangono sempre tali, la sola cosa che varia è la loro qualità per come le 24 ore sono  state vissute. La vita è preziosa più d'ogni altra cosa al mondo, ma la si vive male e ancora, così stupidamente! Una vita che serve solo per accumulare ricchezze, distruggendo il bene più prezioso che l'essere umano possiede: la vita stessa, che è fatta di quello spazio a noi destinato a vivere liberamente e che noi abbiamo imprigionato nella parola tempo. Una parola il tempo, che riduce l'idea dello spazio da vivere e non, dunque, di quella d'allargarsi, respirare a pieni polmoni, spaziare a volontà senza restare legati alle lancette  dell'orologio. Siamo prigionieri mentalmente del tempo che rincorriamo per non perderlo di vista, per fare sempre più cose a suon di corse contro il tempo; ignorando di vivere degnamente lo spazio di vita a noi destinato con la propria libertà; senza badare al tempo da riempire copiosamente con profitti a discapito di vivere la vita passo dopo passo per assaporarne il gusto!

Viviamo la vita a piccoli morsi! Non ingozziamoci con bocconi obbligati ad inghiottire riempiendo lo stomaco senza averne assaporato e né goduto del gusto di quel cibo, col quale nutriamo la nostra vita. 
Tre sono gli stadi che suddividono la vita, la nascita, il vivere e la morte, la nascita comprende, sin dal concepimento, lo spazio che serve alla vita di crearsi ed essere pronta ad elargirsi occupando lo spazio a lei riservato per continuare la sua espansione, che  comprende la conoscenza dello spazio in cui continua ad espandersi sempre di più insieme alla conoscenza, fino a raggiungere una parte del suo spazio vitale, dove la conoscenza e l'esperienza rendono la vita consapevole che esiste una costante, quella della ragione, che va rispettata. Purtroppo, con la ragione vi è anche la nozione acquisita del tempo, che come un giudice batte col suo martelletto il ritmo che è da seguire di pari passo con la ragione. Il tutto diventa un ordine da rispettare, senza potersi liberare da quel fardello che lega piedi e mani e non permette più di stonare in una orchestra che va a tempo. 
Suonano tutti, senza distrarsi per 
non perdere il tempo, quello, lo stesso che ci condiziona a non espanderci, a sopportare anche una cacofonia di suoni poco gradevoli, ignorando la vera sinfonia, quella 
del creato  che è la più dolce 
melodia che abbia mai udito e per la quale fermarsi per ascoltarla. 
Ecco la parola chiave: fermarsi! Fermarsi in questo spazio a noi destinato per viverlo così com'è stato creato. Senza che il tempo venga a dettarci cosa fare al posto di rallentare, senza dover guardare 
che il tempo passi e non aver prodotto guadagno, ci lascia nell'angoscia di dover rimediare all'ammanco. 
Il tempo che passa in fretta non lascia traccia, è un po' come la pioggia che cade intensa, non penetra la terra perché scivola via causando danni. Invece la pioggia che cade lentamente, penetra nella terra e apporta tanto benessere alla natura, senza danni. Viviamo in rapporto allo spazio di vita e non al tempo! Tanto, che sia piccolo, grande o immenso, viviamolo col ritmo che noi stabiliamo e non con quello dettato dall'orologio; in quanto e comunque, non fermerà l'espansione della nostra vita fino ai bordi dello spazio predestinato, lì ci sarà la fine ed un nuovo inizio, fine che è nata insieme alla nostra vita, la morte, 
che limita lo spazio conosciuto e dà vita a quello che inizia insieme ad essa e che non conosciamo, che ho definito da sempre: l'inizio della fine. La vita come l'universo ha avuto un inizio di cui non ne conosciamo le origini ed ha forse una fine di cui, ugualmente, non ne conosciamo il seguito, ma paragonando la vita all'universo, che è in continua espansione, ragionevolmente, mi fa pensare che lo spazio non abbia fine ma si espande anch'esso in base  alla teoria dell'espansione dell'Universo nonché della materia, che essa sia visibile o invisibile. Proprio come la vita che è visibile e la morte che è invisibile, ma che comunque, entrambe  esistono.

Preciso una cosa e ci tengo: che questo mio ragionamento, non essendo una scienziata, ma una ignorante in materia, ho solo espresso in questo mio divagare nel pensiero, ciò che osservo e cerco di capire, traendone delle riflessioni, che possono essere del tutto opinabili.
Che ognuno ne tragga la propria visione, che essa sia il contrario o altrettanto opinabile. Ciò che conta è che sia soprattutto un modo per stimolare il cervello alla riflessione ed all'utilizzo di esso in modo proficuo poiché sono troppe le volte che affidiamo alla Intelligenza Artificiale di pensare per noi.
La mente è la nostra immensa risorsa, una fucina dove le idee si forgiano per dar vita alla vita, non lasciamo arrugginire gli ingranaggi del nostro potere intellettivo!

Anna Giordano 09/08
/2024

giovedì 8 agosto 2024

SECONDO UN PENSIERO DI BUDDA

 

"Coloro che immaginano il reale nell’irreale e vedono l’irreale nel reale, costoro non pervengono al reale, ma restano campo d’azione di false immaginazioni."

Buddha

 

Questo pensiero mi ha dato l’opportunità di fare un ragionamento e dedurne che ogni pensiero ha il suo punto di vista, cosa che già si sa, e come ogni cosa detta, se pure detta da Buddha, può essere un punto di riflessione e discussione per noi comuni mortali dei quali faccio parte.

 

Sottolineo che la differenza tra il reale e l’irreale è determinata dal fatto che l’irreale è il pensiero tout-court, che  esiste solo in quanto idea o pensiero, che è costruito sull’immagine del reale, poiché noi esseri ragionevoli conosciamo solo il reale perché vero, tangibile e fa parte del vissuto. L’irreale è il frutto che la mente trae dalla realtà, costruendo l’irreale con la sua fantasia che fa parte della follia, che è in noi da sempre è e sarà, cioè la parte più bella e libera da ogni regola o ragione.

Un po’ come i sogni, che sono frutto dell’immaginaria possibilità del reale. Si sa che definire il sogno realtà sia sbagliato poiché è solo una visione onirica o un pensiero al quale teniamo molto e che diventa desiderio.


Ora, se immaginiamo il reale nell’irreale e viceversa, non vediamo altro che un sogno che resta tale, poiché i due,

il reale e l’irreale si distinguono dal fatto che, l’uno è frutto delle azioni, e quindi vissuto, e l’altro, l’irreale il sogno da realizzare, resta tale fin quando non si realizza.

Penso che ognuno debba vivere la realtà, certo, ma ognuno ha anche il diritto, senza offendere il pensiero di Buddha, di sognare l’irreale, soprattutto quando la realtà è dura da vivere, se non altro, lascia un barlume di speranza a chi combatte per poterlo raggiungere col realizzarlo, anche se sappiamo che la ragione ci fa distinguere ciò che si può realizzare e quel che non è possibile realizzare. 

Concludo dicendo che l’irreale è l’immagine alterata del reale, ma non vuol dire di non saperne distinguere la differenza, salvo si tratti di persone con squilibri mentali, tanto da poterne confondere i limiti. Lasciamo che la realtà sia la zona confinante della ragione e l’irreale l’inizio di una zona del nostro pensiero tutta ancora da esplorare.

 

“Là dove si pone un limite, si preclude la possibilità di dimostrare che si può andare oltre l’immaginario, e ogni giorno ne abbiamo la prova. Ciò che ieri era fantasia oggi è solida realtà.”

 

Anna Giordano 14/06/2017

 

 

 


I PAZZI

 

I pazzi sono coloro che osano cavalcare i pensieri senza preoccuparsi di distinguere dove finisce la realtà ed inizia la fantasia.


Vivono in un mondo a sé dove ogni realtà è vissuta come un'altra realtà che, al contrario della libertà di pensiero, intesa con consapevolezza delle proprie azioni, diventa uno stato permanente in cui vegeta imprigionata la sua mente, senza scindere l'azione dal pensiero, un: penso e faccio allo stesso tempo, senza valutare le conseguenze che possono scaturire dalle proprie azioni. 
Preciso che non denigro i pazzi che rispetto tanto quanto i sani di mente, poiché entrambi sono dotati di pensiero.

Una persona definita genio si distingue dagli altri proprio perché al suo ingegno aggiunge un pizzico di follia. 
In tutte le cose c'è il lato positivo e negativo, come appunto: la follia e la saggezza, sono due estremità che si scontrano, ma che possono avere un effetto finale uguale; come può esserlo il freddo e il caldo, l'uno è all'opposto dell'altro. 
Se mettessimo una mano su un pezzo di ghiaccio e l'altra mano sul fuoco, il risultato, per le mani sarebbe lo stesso, esse si ustionerebbero una per eccesso di freddo e l'altra per eccesso di calore.
Quindi, sia la follia che la saggezza, possono dare una visione delle cose fuori dalla norma.
Riassumendo:
La follia è il massimo all'opposto di ogni regolarità e la saggezza… anche!

 

Anna Giordano. 26/01/2021.

venerdì 26 luglio 2024

LA VIA DI MEZZO

 La vita sappiamo, che come tutte le cose che ne fanno parte, hanno un inizio ed una fine, hanno il lato bello e il brutto, il bianco e il nero, lo yin e ☯ yiang come insegnano i Cinesi. Ciò di cui bisogna tener conto non è la parte buona o brutta che la vita ci dà, ma tener conto della sottile e fragile linea che divide il bene dal male, il giorno dalla notte e così via tutto quello di cui fa parte della vita.

Quella sottile linea, che divide il tutto è la strada che percorriamo,  che per quanto sia sottile è l'unico posto in  cui viviamo, la così detta: via di mezzo. Essa è il nostro destino, sul quale scegliamo di continuare a sperare e vivere il meglio ed il peggio. Oggi viviamo un dolore  che ci portiamo dentro come tanti altri dolori, ma ci portiamo dentro anche tanti bei ricordi felici e piacevoli della nostra esistenza.
La via di mezzo è  l'ago della bilancia che permette di stabilire l'equilibrio per non cadere nel nero o nel bianco, ma dosare in giusta misura sia l'uno che l'altro per continuare la strada che abbiamo giá scelto  decidendo di nascere. Ci siamo mai chiesti perché su migliaia e milioni di spermatozoi uno solo è riuscito a fecondare l'ovulo?
Forse perché l'abbiamo deciso ancor prima di essere embrione e ce l'abbiamo fatta! La vita è una continua lotta di sopravvivenza, capita che
malgrado il dolore possa abitarci facendoci male, dobbiamo continuare ciò che abbiamo deciso di fare: Vivere gli anni che ci sono stati destinati con tutte le possibili qualitá o difetti che essi possono rivelarci. La vita comunque sia è perfetta! Se fosse solo bella non l'apprezzeremmo per tale, perché sarebbe senza contrasti, per cui non potremmo fare la differenza, essa genererebbe solo noia senza significato e senza ragione d'essere.
Il buio serve perché la luce che lo attraversa facendola brillare, ci accorgiamo di essa e dello stesso buio. Il contrasto, separato dalla via di mezzo che malgrado tutto li unisce, li fa vivere del loro proprio essere oscurità e splendore. Il buio fa emergere la luce così come la luce il buio.
Uniti nell'insieme riescono ad essere completi l'uno per l'altro, tutto restando due cose distinte in un tutt'uno.
Esistono momenti in cui il buio abita la nostra mente ed il nostro cuore, ma sta a noi di accendere la luce per continuare a camminare e vedere la strada ancora da percorrere affinché il buio non diventi
una trappola da dove è difficile uscire, e poiché Indietro non si può tornare, accendiamo in noi la luce per continuare sulla via di mezzo, esile e stretta, ma pur tanto importante da seguire.

Anna Giordano
11/02/2024

martedì 23 luglio 2024

PASSI FIORITI- Poesia, voce e regia di Anna Giordano - Musica: Dance of ...


Ho raccolto esperienze nei campi fioriti della vita,
mi son servite a trarne forza per affrontare
imprevisti che mai ti aspetti.

Ho lanciato sassi sull'acqua perché i miei passi,  

rimbalzassero con essi,

senza affondare per raggiungere l’altra riva.

Ho navigato nei mari più tempestosi della vita, 

riuscendo ad attraccare ai porti malgrado le avarie. 

Ho scalato, senza esperienza alcuna, 

le montagne che ho incontrato sul mio cammino

ed ho perforato quelle di granito duro,

le cui schegge,

la mia anima han ferito,

che col tempo tento di rimarginare.

Ho messo fiori nelle scarpe 

affinché la strada a me davanti,

passo dopo passo, 

fiorisca giornate radiose e profumate, 

e seppur piove fango, 

mi adopro a mantener puliti i loro petali.

Ma nonostante tutto, 

la sfida più importante che mi son posta,

è quella d’essere e rimaner meteora, 

sospesa tra cielo e terra

e mai cadere!


Anna Giordano. 23/06/2024

 

giovedì 4 luglio 2024

LA SOCIETA' DI DOMANI

 

Ciao, oggi mi va di esprimermi come se parlassi ad ognuno di voi, che magari mi legge.

Ciò di cui voglio parlare concerne la società e la moda, non solo sul come ci si veste, ma moda sotto tutti i punti di vista, qual è la corrente oggi che in molti seguono e perché.

Parlo in primis del fenomeno collettivo, non possiamo negare che i trequarti delle persone si vestono in base alla moda, giusto per citare un esempio, ma ce ne sono tanti altri.

Le persone sono facilmente influenzabili ed è vero, per fortuna una minima parte conserva la sua autonomia nel modo di agire e pensare.

Influenzabili perché? Per meglio capire, basta guardare all'uscita da scuola i ragazzini, guardate quanti di loro vestono allo stesso modo, e vi renderete conto del perché.

Questo è l'esempio uno dei più lampanti. Con questo, cosa voglio dire? I ragazzini saranno gli uomini di domani, e come agiscono oggi agiranno domani.

Oggi chiedono ai genitori di mangiare cibi importati da altri paesi da grandi catene di fast food vestire con quella marca o avere lo zaino, il motorino le scarpe ecc… come i loro coetanei, e domani, faranno lo stesso per altre cose, il comportamento segue una determinata moda di gusto collettivo, che cancella la personalità individuale perché si rapportano ad un modello adottato dalla maggioranza di persone.

Così facendo non si determina una scelta oculata e in rapporto alle proprie esigenze, ma a quelle che sono le esigenze degli altri, basandosi solo su un principio, quello di non sentirsi escluso perché diverso. Dico questo estremizzando, ma in parte è così che avviene.

Avete prestato attenzione, quando succede un fatto di cronaca, come seguono altri fatti di cronaca analoghi?

L'essere umano tende ad emulare un personaggio e tutto ciò che può colpire la sua fantasia i suoi ragionamenti, sia in modo positivo che negativo, ha poca importanza; quello che ha importanza è l'allarme che da ciò scaturisce: siamo davanti a fenomeni di collettiva volontà che segue in buona parte la stessa corrente. Si vive l'effetto domino.

Ad esempio, se prendiamo degli esempi nella storia, tipo Hitler, oppure il leader di una setta che ordina di ammazzarsi, e gli addetti si ammazzano.

 Questo prova che l'equilibrio della mente umana è fragilissimo e basta poco per essere influenzato da fattori esterni.

Si parla di scelta, di rimorso di tale scelta o insoddisfazione, tutto ciò che ne scaturisce è l'insicurezza che nasce dal dubbio, magari col quale si cresce.

Perché c'è sempre stato chi ha scelto al posto tuo, dico tuo per dire in generale e, quando si viene messi a confronto con la scelta, in età avanzata, il tuo carattere, i tuoi gusti, non sono in grado di scegliere, ed hai bisogno di qualcuno che ti aiuti, per assicurarti che hai fatto un ottima scelta, se c'è qualcuno che ti ha sempre protetto, ma se quel qualcuno non c'è, succede che ti cerchi un modello da seguire e ti aggreghi ad un fenomeno collettivo, perché l’unione fa la forza, ti fa sentire protetto dall’idea che a sbagliare in tanti non sia possibile, che ti fa dire: se l’hanno scelto loro sicuramente in base al numero elevato, io non sbaglio di certo.

Ma siamo sicuri di questo? Io non credo, poiché se pensi al primo che ha fatto la scelta, magari l’ha fatta perché fa parte di quella percentuale del 75% che fa la propria scelta in base agli altri, che essa sia sbagliata o no.

Immagina che l’abbia fatta perché ha seguito l’esigenza personale, ti rendi conto che chi l’ha seguito magari non aveva le sue stesse esigenze, ma l’ha comunque seguito solo perché non era in grado di scegliere! Ampliando il fenomeno, solo perché lo fanno gli altri e si dice: "Lo faccio anche io."

Quindi direi che tutto nasce dal nucleo familiare, nel quale si cresce. Se c’è equilibrio, bene, se invece l’equilibrio oscilla da una parte più che dall’altra, causa uno scompenso nel bambino che è una matricola della società futura e mi domando cosa ne sarà, forse saremo tutti uguali e senza un’anima e una indipendenza, schiavi delle nostre insicurezze e senza iniziative o fantasia nel sapere gestire la propria vita?

                                                                                                 

Anna Giordano. 2008